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Storia della bigiotteria italiana. Un libro da aprire

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Negli ultimi anni i bijoux sono diventati preziosi e ricercati, talvolta più belli dei gioielli. Alcune donne li preferiscono perché sono in grado da soli di ravvivare un vestito, di abbellire una mano o un decolleté. A questi monili, Bianca Capello, storica e critica del gioiello, docente e curatrice di mostre e seminari su gioielleria e bigiotteria, ha dedicato un libro “Storia della Bigiotteria Italiana” (Ed. Skira), perché è importante conoscerne l’origine. Un libro importante, ben illustrato, che non dovrebbe mancare nella libreria di ognuno per comprendere meglio il fascino che questi monili esercitano. I capitoli trattano diffusamente i vari periodi storici, si va dagli inizi del Novecento fino ai ruggenti anni 80, passando per il Déco degli anni Venti, la bigiotteria del periodo fascista, del dopoguerra e della ricostruzione. L’ultimo capitolo tratta il passaggio al nuovo millennio, dove i bijoux s’ispirano al grunge americano e vengono bandite le forme troppo decorative. La bigiotteria si riduce in modo drastico nelle forme e nell’uso dei materiali, portando a una disgraziata decimazione dei gioiellieri. Molte le immagini presenti nel libro: svariati bijoux di stili diversi, molte copertine di rivista di moda del passato che dimostrano come l’arte della bigiotteria sia sempre stata legata al mondo della moda, tanto che spesso i bijoux sono stati disegnati dagli stilisti stessi (vedi Missoni, Krizia, Soprani, Ferré, Fendi, Moschino e altri).Il libro è bilingue, italiano e inglese, per catturare anche l’attenzione di un pubblico internazionale.

Storia della Bigiotteria Italiana” di Bianca Cappello (Ed. Skira, pagg. 160, € 40,00)

Giovanna Lombardo 

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