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Rising Sun, Pero, Make Your Dreams Come True, 22 giugno 2019, Parte seconda

Nella foto, in alto: i biscotti della mamma del piccolo Mattia, buoni e utili per la sopravvivenza
Nella foto, in alto: i biscotti della mamma del piccolo Mattia, buoni e utili per la sopravvivenza

Ok, eccoci di nuovo qua. Di solito, agli show, ci portiamo dietro una cospicua quantità di cibi e bevande. Questa volta ci eravamo limitati al solo beveraggio, sicuri che non ci sarebbe mancato nulla in quanto di fronte alla palestra di piazza Marconi c’è un kebabbaro che a prezzi modici fornisce pizza e altre cose buone. Cambio di location? Vabbè, poco male, avevamo pensato: anche nelle vicinanze della palestra di via Papa Giovanni c’è una pizzeria. Fiduciosi, durante la pausa ci avviamo là per comprare qualcosa per cena, ma ci accorgiamo che la pizzeria è chiusa, e allora stasera va come va. Niente di solido da mettere sotto i denti. Per fortuna ci sono i deliziosi biscotti che ci aveva portato la mamma del piccolo Mattia! Certo, un vassoio di biscotti non è una gran cena, ma è pur sempre qualcosa di buono, anzi, di straordinariamente buono, e sapere che sono stati sfornati apposta per noi con tutto l’amore possibile ce li rende ancora più preziosi. Direi che se ci lamentassimo saremmo veramente ingrate!

Nella foto, in alto:
Nella foto, in alto: Banks contro AB Knight contro Vaughn Vertigo contro Nico Narciso

Dai che si ricomincia! Un four way match valido per il titolo BWT: Nico Narciso contro AB Knight contro Vaughn Vertigo contro Brent Banks. I due stranieri se la prendono con Narciso dopo aver velocemente buttato di sotto AB, litigando spesso tra loro nonostante la momentanea alleanza. Fa sempre ridere tutti la mossa con lo sgambetto che manda Banks a cadere giusto giusto con una zuccata sui gioielli di famiglia di Vertigo, seduto all’angolo, e un suplex con delay fa sempre un bell’effetto. Banks scende e AB sale. Rifila un dropkick a Vertigo, e questi scende lasciando di sopra il longilineo Knight e il floreale Nico. Gli atleti italiani si coalizzano giusto il tempo di far volare giù Banks, poi aprono le ostilità tra loro con mille tentativi ma nulla di fatto. Ora vengono sgambettati: AB resta a terra e Nico viene preso di mira con una quantità di avalanche. Esce di scena e il ruolo di vittima tocca ad AB, che ne prende un fracco e una sporta finché non decide che ci si possa anche ribellare. Allora prende in mano la situazione: un doppio crossbody gli riesce benissimo, poi fa un macello. Quando rischia di subire un doppio suplex, arriva sul più bello Narciso e il suplex in stereofonia se lo cuccano Vertigo e Banks. Buttàti nell’abisso gli stranieri, Narciso tira ad AB un dropkick che per arrivare all’altezza del viso bisogna innestare il turbo, da tanto che è alto. Tornano su Banks e Vertigo. Quest’ultimo piazza una enziguiri e un lionsault bellissimo. Narciso esegue un dropkick, una unprittier su Vertigo e il match è suo.

Nella foto, in alto The Greatest vs Ashley Dunn
Nella foto, in alto The Greatest vs Ashley Dunn

E vai col match numero sette della giornata: Ashley Dunn  vs The Greatest. È un falls count out anywhere, e allora ci sarà da divertirsi. L’inizio è velocissimo, che sembra abbiano bevuto benzina prima di arrivare sul ring. TG sfoggia un attire bellissimo, nuovo di pacca. Ashley sfoggia la sua trippa, nuova di pacca anche quella (La pizza con l’ananas non fa bene alla linea). Stufo di prenderle, scappa di sotto ma TG lo insegue, lo choppa e lo fa choppare anche da uno dei bambini tra il pubblico. Si becca un bodyslam e tira un superkick.

Nella foto, in alto: storia d un amore: TG trasforma Dunn in una signorina tramite castrazione
Nella foto, in alto: storia d un amore: TG trasforma Dunn in una signorina tramite castrazione

TG lo sistema a cavalcioni sulle transenne laterali in modo da rompergli le uova, poi il pestaggio prosegue su in alto lungo le scalinate. Dopo un giro turistico del palazzetto, il tempo necessario perché Ashley si trasformi in signorina dopo la demolizione degli attributi maschili, tornano giù dall’altro lato, manina nella manina. W gli sposi! (eddai, checcavolo, stiamo scherzando, eh?)

Nella foto, in alto: ed eccoli tornare sul ring tenendosi teneramente per mano
Nella foto, in alto: ed eccoli tornare sul ring tenendosi teneramente per mano

Divorziano subito dopo la brainbuster di Dunn e ricominciano a menarsi come Salvini e Di Maio davanti ad un gommone di migranti. Dunn mette a segno una chokeslam, Tg un suplex dalla terza corda e uno normale. Ashley risponde con un’enziguiri ad un tentativo di vertebraker. TG ci riprova con la sua finisher ma non succede niente, se non infilarsi sotto il ring e uscirne sanguinando dalla fronte dopo aver preso un calcio sulla nuca. Boh? Avrà ricevuto le stimmate come Padre Pio? In compenso si può affermare che a TG “vada il sangue alla testa” e allora spatascia il mangiatore di ananas con una bella suplex city in serie di tre che si conclude con una over the head tremenda, che se Dunn è ancora vivo è un miracolo. L’inglese mette a segno due legdrop ed è così imbrattato del sangue di TG che sembra lui stesso una pizza all’ananas gigante, col ciuffo giallo pineapple che risalta sul pomodoro. Tenta la sottomissione con una Boston crab ma, scesi al piano terra, TG lo acchiappa e lo stende definitivamente con una tombstone sulla sedia. Din din din, la pizza è servita.

Nella foto, in alto: contro i Rebel Souls
Nella foto, in alto: Justin Wylde e Tihanyl Peter  contro i Rebel Souls

E come ottavo, adesso abbiamo un tag team match: i Rebel Souls (Kronos e Matt Disaster) contro i New Gen (Justin Wilde e Tihanyl Peter). Iniziano Kronos e Peter, e naturalmente, l’Ultimo dei Titani ha gioco facile contro uno che pesa la metà di lui. La faccenda cambia quando gli avversari capiscono che solo con delle azioni alla “Sole Piatti” possono avere la meglio: per avere la meglio sul Titano bisogna colpirlo sempre in due, uno di qua e uno di là, e allora sono loro che riescono ad avere delle ottime chanches. Se invece agiscono da soli, finisce che Kronos li acchiappa, li prende in braccio entrambi e li fa volare come fuscelli. “Kronos ti mette le aaaaaliiiii”, come dice una pubblicità. Entra Matt Disaster che sfoggia il suo nuovo taglio di capelli e malmena il povero Tihanyl per tre minuti buoni, finché questi riprende on mano la situazione: riesce a fare sbilanciare Kronos che piomba addosso a Disaster e ne approfitta per dare il touch al suo compagno: Justin colpisce il gigantesco avversario con una notevole spear e subito dopo lo butta giù con una flyng forearm. Entra Disaster, ma viene atterrato subito. Torna Kronos che colpisce Tihanyl di lariat e va giù con una cutter. Siamo alle battute finali. Justin solleva Disaster per una reverse crucifix powerbomb ma, invece di terminare la mossa, Peter lo colpisce con una ginocchiata volante. Justin lo riacchiappa e ci dà dentro con una wheelbarrow suplex aiutata. Kronos evita per un soffio che l’amico venga schienato e trova il modo di sistemare la faccenda: solleva Tihanyl per una casadora e Disaster lo fulmina con una wheelbarrow suplex into cutter. E anche questa è fatta!

Nella foto, in alto: Mike Verna contro Jesse Jones
Nella foto, in alto: Mike Verna contro Jesse Jones

E adesso, come nono match, abbiamo nientemeno che Mike Verna contro Jesse Jones. Mike, noto anche come Man of Steel, ovvero come Superman “l’Uomo d’Acciaio”, è uno che ha fatto carriera in poco tempo, ma si sa che in America è tutta un’altra cosa.

Nella foto, in alto: La nostra Erika Corvo con in coniugi Taverna
Nella foto, in alto: La nostra Erika Corvo con i coniugi Taverna

È sul ring da soli sei anni, ha combattuto un po’ dappertutto, il suo vero nome è Mike Taverna ed è sposato con una ragazza americana deliziosa di nome Kristen. I suoi genitori sono napoletani ma lui è nato in America. Parla molto bene italiano anche se non lo usa molto. Se volete una curiosità, è nato lo stesso giorno (ma in anni diversi) di Kombat Komedian Daniele Raco, il comico di Zelig che è anche un bravo wrestler. Andiamo a raccontarvi il lottato, dai! I due iniziano a schernirsi: Mike sostiene di essere più forte, Jesse di essere più grosso. Jesse tenta di buttarlo giù con qualche spallata, ma riuscirci è una vera impresa, allora gli caccia due dita negli occhi che si fa prima, e continua a farlo lungo tutto il match, ogni volta che può. Sotto il ring ci sono Riot e Trevis che fanno gli scemi e aggiungono note di colore e divertimento a tutto l’insieme. L’incontro in quanto lottato entra nel vivo solo con un vertical suplex di Mike su Jesse, aiutato da un rimbalzo sulle corde. Jones si è seduto sulla terza corda con un braccio di Mike sotto le chiappe, glielo stritola felicemente e non lo molla,  perdendo tempo con le distrazioni che Riot offre in quantità.

Nella foto, in alto: parafrasando una famosa pubblicità cantiamo "Le patate, le patate, con in mezzo Jesse Jones!"
Nella foto, in alto: parafrasando una famosa pubblicità cantiamo “Le patate, le patate, con in mezzo Jesse Jones!”

Quando questi gli consegna dei fogli presi tra il pubblico si ferma a dargli un’occhiata, Verna riesce a liberarsi con uno scatto. Subito dopo, Jones piazza una snapmare e un calcione sulla nuca dell’avversario. Mike va a vuoto con un’enziguiri, poi entrambi fanno qualche tentativo ma il pin vincente non arriva per nessuno dei due. Mike mette a segno due lariat poi uno snap suplex al volo, come fossero al tiro al piccione. Un lariat in stereofonia mette al tappeto entrambi. Mike tenta una powerbomb, ma Jesse non cede. Anzi, si rialza e gli tira una enziguiri e un calcione sul muso. Si mette in testa di volare dalla terza corda ma qualcosa non va per il verso giusto ed è Verna a tentare lo schienamento. Quando Jesse si rialza, si mette in testa di volare dalla terza con una green bay plunge, ma la faccenda risulta più complicata del previsto e ci vogliono Riot e Trevis ad aiutarlo per sollevare il troppo pesante Verna e posizionarlo bene perché si possano lanciare. Le pantomime che nascono quando c’è Riot in circolazione sono ineguagliabili. Quest’uomo è dotato di una vena comica spontanea e accattivante che si attira immediatamente la simpatia del pubblico e scatena risate a non finire. Inutile, Mike ancora non cede. Jones tenta ancora di lanciarsi dalla terza corda con una  diving crossbody ma Verna lo afferra al volo come se pesasse tre etti e basta, e lo spatascia di prepotenza con una lifting spinning slam. E noi cantiamo, parafrasando quella famosa pubblicità: “Le patate, le patate, con in mezzo Jesse Jones!” Din din din, Verna is the winner!

Nella foto, in alto: Alessandro Corleone contro Paxxo
Nella foto, in alto: Alessandro Corleone contro Paxxo

Eccoci qua col decimo match: Alessandro Corleone contro Paxxo! E potremmo fare un gioco di parole dicendo che Paxxo si scontra Cor Leone, dato che Alessandro parte come una belva scatenata, aggressivo e scattante. Capisci che non è un leone vero solo perché gli manca la criniera. Paxxo – che per l’apppunto è Paxxo ma non è mica scemo – se ne rende conto e se ne va, probabilmente in quanto la caccia al leone, in Italia, è proibita. L’arbitro Malalana inizia a contare per abbandono ma Alessandro lo ferma e passa all’azione dimostrando che come la Montagna possa andare da Maometto, sarà il Leone ad andare dal Cacciatore, e si infila anche lui nel backstage a riprendere il suo avversario. Da lì arrivano rumori inquietanti, del genere che si ascolta quando il macellaio usa il batticarne per appiattire bene bene la bistecca prima di incartarla. Paxxo torna sul ring con la leggiadrìa di una slavina che arriva a valle, rotolando in malo modo, ma Corleone ce lo lascia giusto il tempo per avere altri dieci secondi di tempo per suonargliele tutto attorno al ring senza che venga sancita la squalifica per abbandono, e continua con la “toccata e fuga” per un grazioso spettacolo di ecochop (le chop così potenti che c’è l’eco) e l’abbattimento di Paxxo dopo averlo posizionato su una sedia. Solo adesso tornano entrami a calpestare il ring, e qui è Paxxo a prendere il sopravvento. Decide di demolire il suo avversario centimetro per centimetro ma dato che questi è lungo un chilometro ci vorrebbe troppo tempo, e allora preferisce andar via di calcioni, elbow, chop e quant’altro.

Nella foto, in alto: "Il Re Cor-Leone"
Nella foto, in alto: “Il Re Cor-Leone”

Un vero match ambientato in Africa: Paxxo è così alto che il ruolo di giraffa gli calza a pennello. A bordo ring si aggirano due ippopotami (Forchini e la Erika Corvo), e Malalana fa la zebra. Vi abbiamo trasmesso: “Il Re Corleone”. Corleone si incazza e fa volare Paxxo da tutte le parti, senonché tra un atterraggio e l’altro, impatta su Malalana, e si sa che quando l’arbitro è knock out, ne succedono di tutti i colori. Paxxo ne approfitta subito per un low blow, cerca di colpire Corleone con la cintura, ma si becca un Bacio della Morte e se ne rotola fuori dal ring un’altra volta. Però torna su subito e ci dà dentro con una chokeslam e un superkick. Malalana è ancora ko, col pubblico che sfotte gridando “overselling” e facendo commenti sulla fragilità arbitrale pari al vetro di Murano. Esce dal coma giusto in tempo per ammirare una rainmaker DDT min 12.22 di Paxxo e contare un pin di due, e mentre Paxxo gli contesta il conteggio, Corleone chiude col suo Bacio della Morte, e il pin è di tre.

Nella foto, in alto: Trevis e Riot contro Lenders e Mori
Nella foto, in alto: Trevis e Riot contro Lenders e Mori

E adesso? Qualcosa di forte? Qualcosa di speciale? Massì, dai! Undicesimo match: Riot e Trevis contro Mori e Lenders, che già a vederli tutti sul ring ci si entusiasma! La faccenda inizia con una pantomima: Riot arriva con una tanica di benzina e Mori ne beve un sorso. Appena suona la campanella e il combattimento dovrebbe avere inizio, Mori barcolla e cade giù stecchito, mentre Lenders si dispera: “Ti avevo detto di non bere!” Riot va in giuggiole e tenta lo schienamento ma Lenders interviene in tempo. Tira su in piedi Mirko che sembra un sacco di stracci, e appena lo molla (“Ci sei?” “Sì”) quello stramazza giù un’altra volta. Riot cerca di far bere anche Lenders versandogli in bocca a forza il becco della tanica, ma il Goleador è pronto a reagire ed è lo stesso Riot a trangugiare un sorso di benzina. Trevis gli dà il touch giusto in tempo un attimo prima di vederlo cadere come un sacco di patate. E allora partono in quarta Lenders e Trevis, veloci e scattanti come due schegge impazzite. Il dropkick di Trevis è altissimo e preciso, da applausi a scena aperta. La sequenza che segue è impressionante, quanto a velocità e precisione. Trevis si lancia dalla terza corda e Lenders lo stende con un pugno, intercettandolo al volo. Riot rimane nell’angolo e gli si lanciano addosso in avalanche tutti e tre gli altri, compreso il compagno di tag, il quale arriva un attimo troppo tardi per impattare sugli avversari. Mori fa volare Trevis con un back body drop mentre Lenders si scontra con Riot ancora all’angolo. Lo sbatte in mezzo al ring e assieme a Mori lo spremono con un calcio in stereofonia. Riot scende di sotto e rifiuta un altro sorso di benzina che Jesse Jones gli offre, mentre Trevis si difende con le unghie e coi denti. Piazza un enziguiri a Lenders e azzarda un dropkick su Mori che lo evita e dà spettacolo con un filotto di pin e contro pin. Mirko infierisce ancora su Trevis tentando lo schienamento, ma il pin è solo di due. In compenso abbiamo capito per qual motivo la WWE abbia annullato il suo tour in Italia: dopo quello che stiamo vedendo oggi, che diavolo dovrebbero venire a fare? Che se ne restino pure a casa loro, che qua ci trattiamo bene. Ragazzi, aprite gli occhi: sono solo più famosi per tutti i passaggi tv che hanno, ma – dite quello che vi pare – i nostri ragazzi sono più bravi. Entra Lenders al posto di Mori e ci dà dentro con una fallaway slam. Mori torna subito e tenta di svitare la testa di Trevis, che poi subisce ancora da Lenders una bow and arrow. Accidenti, dev’essere fatto di gomma! Ne prende un sacco e una sporta ma mica molla! Si rialza, demolisce il Goleador a suon di calcioni e termina l’opera con una northern ligths suplex e un basement dropkick. E adesso arriva Riot. Amiamo follemente questo ragazzo perché e serio e pagliaccio al punto giusto, mai troppo e mai troppo poco. Sa fare tanto e lo sa fare bene. Spettacolo nello spettacolo, piazza Mori in groppa a Lenders e gli affibbia la spinta perché si canadiandestroyno da soli. Eh, raga! Se non c’eravate, vi siete persi un capolavoro! Cannonball su Lenders, poi con l’aiuto di Trevis, i due compagni si inventano una monkey flip. Il pubblico impazzisce e inizia a battere sul ring gridando “Holy Shit!” Se ancora non bastasse, Riot esegue un’altra canadian destroyer su Lenders  che, non si sa come, sopravvive. Trevis gli si lancia sopra con una 450 splash. Riot tenta lo schienamento e Mori gli zompa sul dorso con un double stomp, ma anche qui, niente di fatto. Rialzatisi tutti, ci danno dentro col fighting spirit, poi arrivano in contemporanea (che non sai più da che parte guardare) una cross armbreaker e una mata leon. Ne segue un groviglio laocontico che l’arbitro Cesana deve verificare con il VAR (Video Assistant Referee) mentre un irriverente Riot mostra le chiappe in mooning. Cesana fa ritorno, afferra i polsi dei due avversari, e il vincitore risulterebbe Riot, senonché, Mori lo coglie di sorpresa, lo assale, gli fa un rollup, lo schiena e pappappero. Anzi: PAP-PAP-PE-ROOO!

Nella foto, in alto: Akira contro Shigehiro Irie
Nella foto, in alto: Akira contro Shigehiro Irie

E adesso arriva il main event, quello che abbiamo aspettato da una vita intera, e quello che tutti ci auspicavamo di vedere, prima o poi. Perché si tratta del giovanissimo Akira che, tornato dal Giappone, si è portato dietro in valigia Shigehiro Irie, in modo che potessimo gioire di questo match. I numeri li inizia a fare Akira con una hurricanrana  e un bel dropkick. Non c’è bisogno di farlo alto dato che i giapponesi sono tutti piccoletti.

Nella foto, in alto: la strana forma di Shigehiro Irie
Nella foto, in alto: la strana forma di Shigehiro Irie

Irie non è proprio un tappo, ma ha una strana struttura a pera rovesciata laddove la parte più tonda del frutto sia il torace e la parte piccola, le gambe. Ci ricorda vagamente i cartoni animati di Tom e Jerry. Voi che dite? Akira piazza una “akira one nine” (variante di 619) e Irie si vendica con un suicide dive che coinvolge oltre al suo avversario anche tre membri dello staff mentre il pubblico è prudentemente emigrato altrove. Si spostano sul lato opposto del quadrato e anche lì assistiamo ad una migrazione di massa pari soltanto alla stagionale migrazione africana degli gnu nel Serengeti, giusto il tempo necessario a spatasciarsi di sventole e tornare sul quadrato. Una sleeper hold tiene buono Akira solo pochi secondi, poi il nostro pargolo subisce una rope aided splash da spalmarlo sul canvass come la Nutella sul panino. Irie tenta di sollevare Akira ma l’altro è abile a ribaltargli la mossa e ripagarlo della stessa moneta. Tenta di nuovo di lanciarsi sull’avversario ma viene intercettato al volo e sfrittellato con  una black hole slam. Una volta in orizzontale, Irie ci salta sopra con una frog splash. Akira è piccolino ma non molla e il suo dropkick è sempre un caploavoro. Con un paio di avalanche gli fa il solletico e allora vola con un crossbody mica da ridere. Nuova migrazione stagionale del pubblico e Akira atterra sul granitico giapponese con una senton plancha tremenda. Rispedisce di sopra l’ormai appiattito avversario ma lo schienamento non viene fuori. Dato che quello si rigonfia e torna in piedi come nei cartoni animati gli affibbia anche una canadian destroyer ma ancora nulla di fatto. il giovincello di pelo rosso vola di nuovo dalla terza corda ma vene acchiappato al volo con una coquina clutch da stritolamento che termina solo quando tocca le corde e l’altro o deve mollare. Irie lo piazza sul paletto e tenta un superplex, e invece si becca una meteora e un enziguiri. Ma quando reagisce con una gore, Akira vola nel firmamento e finisce al piano di sotto, fotografato da Hubble mentre attraversa le galassie più vicine. Il pubblico scandisce a gran voce “This is awesome”, e definire “awesome” questo match è ancora svilirlo. “Explosive” sarebbe più appropriato. Risale di sopra e vola di nuovo. Più che un avversario, per abbatterlo ci vuole la contraerea, ma per la par condicio fa volare anche Shigehiro con un vertical suplex. Pensavamo che per sollevare il giapponese dovesse servire quantomeno una gru a ponte di quelle usate nell’industria siderurgica! Adesso tocca a lui subire e viene spantegato giù con una lariat, ma non abbastanza per il pin di tre. Irie parte con una cannonball. Akira risponde con tre superkick in serie ma subisce qualcosa che assomiglia a una facebuster, devastante, e una nuova lariat di intensità pazzesca che lo stende definitivamente per il pin di tre. Mamma mia, che match!

E anche stavolta abbiamo finito! Pensiamo si a giusto e doveroso riportare qui un post di Fabio Tornaghi, per fare comprendere meglio che razza di putiferio avesse combinato la pioggia del giorno prima, di quanto avesse scombinato tutti i piani e di come sia stato compiuto il miracolo. Eccovi il post.

*** UN GIORNO DI ORDINARIA FOLLIA ***

Come potete immaginare, sabato non è stata una giornata semplice. Riepiloghiamo un po’ quanto successo, senza spoilerare alcun risultato di Wrestling Live Show Milano – Make Your Dreams Come True. Il mattino sono iniziati i primi disagi: complice la bomba d’acqua abbattutasi in quel momento su Bergamo, ci sono stati grossi ritardi nel “recupero” degli atleti arrivati di prima mattina. Dopo pranzo, come consuetudine ci siamo quindi recati alla location, in Piazza Marconi a Pero. Verso le ore 15, abbiamo ricevuto la telefonata che ci avvisava dei gravi problemi della struttura, completamente allagata sia in sala ring che backstage (siamo arrivati in loco alle 15.30, complici svariati km di coda essendo varie strade chiuse per il maltempo). Era stata dedicata tutta la settimana ad approntare nuove soluzioni tecniche (migliorative) con un nuovo titantron (più grosso e meglio definito) e con un nuovo sistema audio e luci. Se di norma il montaggio avveniva fra venerdì e sabato, in questo caso montaggio e test sono durati tutta settimana per terminare venerdì notte (quando è stata mandata su questa pagina un’immagine scattata da sotto il titantron). Un lavoro immane e di grande valore, sapientemente svolto dalla FCW Wrestling. L’impianto allagato non garantiva alcuna sicurezza: non era solo questione di “pulire” le varie sale, ma bisogna considerare che componenti elettriche erano state sommerse dall’acqua, così come varie attrezzature e la moquette stessa (e purtroppo anche molti oggetti di merchandising ed i depliant di presentazione dettagliata dell’evento che forniamo sempre ai fans). E’ stata quindi presa la decisione che l’evento non avrebbe potuto tenersi nella nostra solita location, e grazie alla collaborazione dei gestori degli impianti di Pero, e della MWF – Milan Wrestling Federation, abbiamo potuto usufruire del palazzetto del centro sportivo e del ring da loro utilizzato. I lavori per la preparazione del palazzetto sono iniziati quindi alle 16. Lavori che, quando è tutto già pronto al montaggio, durano di norma almeno mezza giornata. Nel nostro caso ben poco era già pronto, mancavano svariate attrezzature, non vi erano sedie presenti in loco ecc.; questo dà l’idea di quale miracolo sia stato compiuto per permettere l’inizio dell’evento appena con un lieve ritardo, e senza annullare alcun match. Nel mezzo di tutto ciò, abbiamo provveduto ad avvisare 200/250 persone circa (workers stessi e fans) riguardo lo spostamento dell’evento, un lavoro che da solo ha occupato ben un’ora di tempo. Non abbiamo potuto usufuire quindi nè del titantron nè del nuovo sistema di luci, pianificando l’inizio del primo stage con mezzora di ritardo, così da consentire a chi si fosse recato all’indirizzo “vecchio” di venire reindirizzato a quello nuovo da persone presenti in loco. Lo spettacolo già sappiamo essere stato giudicato, come ormai consuetudine, di assoluto livello, con vari match che hanno emozionato i presenti, in particolare lo spettacolare main event fra Shigehiro Irie ed Akira, ritenuto addirittura da molti il miglior match della carriera del giovane atleta italiano.

                                                                                                  Fabio Tornaghi

Facciamo un po’ di comica? Per la serie “Mai Dire Wrestling”, vediamo chi c’era in sala!

Nella foto, in alto: abbiamo con noi la mamma di Luna Lovegood saga di Harry Potter)
Nella foto, in alto: abbiamo con noi la mamma di Luna Lovegood saga di Harry Potter)

Dalla saga di Harry Potter abbiamo qui la mamma di Luna Lovegood per una serata magica.

Nella foto, in alto: abiamo con noi Super Mario che si è cambiato d'abito
Nella foto, in alto: abiamo con noi Super Mario che si è cambiato d’abito

Dai video giochi storici abbiamo Super Mario, che per l’occasione si è cambiato d’abito, ma è chiaramente sempre lui.

Dalla Marvel abbiamo una presenza a dir poco mitica: sembrava Vaughn Vertigo e invece era Thor.

Nella foto, in alto: Super Mario si è cambiato d
Nella foto, in alto: Sembrava Vaughn Vertigo e invece era Thor

Per finire, come diciamo sempre, non abbiamo niente da invidiare agli americani. Nemmeno Magic Mike: Nick Lenders è meglio!

Nella foto, in alto: non abbiamo niente da invidiare agli americani. Anche Channiing Tatum (Magic Mike) ci fa un baffo. Lenders è meglio.
Nella foto, in alto: non abbiamo niente da invidiare agli americani. Anche Channiing Tatum (Magic Mike) ci fa un baffo. Lenders è meglio.

Stay tuned!

Grazie al dottor Birrachiara, come sempre, per il suo insostituibile aiuto nella parte tecnica.

                                                                                                                           Erika Corvo

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