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La Venaria Reale. Una delizia tutta italiana

Passeggiare lungo gallerie regali. Lasciarsi incantare da affreschi d’artista in sale settecentesche. Inebriarsi con il profumo dei fiori di giardini storici e moderni. Non sono privilegi nobiliari. Sono solo alcune delle esperienze che si possono gustare alla Venaria Reale di Torino, vero gioiello dell’architettura italiana.

Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1997, la Reggia offre le sue bellezze ai visitatori di tutto il mondo. L’intero complesso, che comprende Reggia, Giardini e pertinenze del Parco della Mandria, vanta ben 950.000 metri quadrati. Fu costruita nel XVII secolo come residenza di caccia dei Savoia. E il suo progetto fu ripreso per la costruzione della fastosa Reggia di Versailles. Scopriamone insieme i segreti.

La Reggia

La Reggia di Venaria. Edificio monumentale alle porte di Torino, che incanta e rapisce tra saloni affrescati e delizie architettoniche.

Basti pensare alla Sala di Diana, splendido esempio del Barocco italiano. Accessibile solo dopo aver percorso il Cortile d’ingresso e il Cortile d’onore, era destinata ad ospitare sontuosi banchetti. Il tema venatorio è dominante. Un triplice registro di decorazioni la impreziosisce. Nella volta possiamo ammirare la scena mitologica di Giove che conferisce a Diana il dominio sulla caccia, opera di Jan Miel. Nella parte mediana, campeggiano imponenti ritratti equestri di duchi che abitarono la Reggia. Nella sezione inferiore, dieci tele dello stesso Jan Miel che rappresentano varie scene di caccia.

Nella foto, in alto: la Sala di Diana. https://lavenaria.it/sites/default/files/styles/original/public/sala_diana_2_4106_.jpg?itok=rsdh1DMF

Impossibile, poi, non citare la Galleria Grande realizzata da Filippo Juvarra, forse simbolo della Reggia più di ogni altra opera. Decorata con stucchi, cornici e lesene, è un autentico capolavoro di eleganza e solennità. Con la sua altezza di circa 15 m, una larghezza di circa 80 m e una lunghezza di ben 90 m, la Galleria collegava l’appartamento del re a quello dell’erede al trono, in un ideale di magnificenza e continuità. Contribuiscono alla resa di un ambiente spettacolare le 44 finestre e i 22 grandi oculi (aperture di forma circolare, NdR), che permettono alla luce di entrare in ampi fasci, creando suggestivi giochi di penombre.

Nella foto, in alto: la Galleria Grande. https://lavenaria.it/sites/default/files/styles/original/public/galleria_grande_01.jpg?itok=L0aLP_7v

Altro capolavoro juvarriano è la Capella di Sant’Umberto, dedicata al santo protettore dei cacciatori. La struttura, maestosa e imponente, si sviluppa su una pianta a croce greca, corredata da quattro cappelle circolari. Due sono gli altari laterali, mentre l’altare centrale domina la scena, incorniciato da colonne e statue marmoree. La luce che penetra dalle vetrate conferisce alla Cappella un’atmosfera solenne e ne esalta le ricche decorazioni. Completano l’ambiente quattro imponenti statue di Dottori della Chiesa: sant’Agostino, sant’Ambrogio, sant’Atanasio e san Giovanni Crisostomo.

Nella foto, in alto: la Cappella di sant’Umberto.
https://lavenaria.it/sites/default/files/gallerie/DE%20BEi-Gianni-08.jpg

In piena armonia con lo stile della Reggia, si inserisce il magnificente Teatro d’Acqua della Fontana del Cervo. Originariamente, nell’antico Gran Cortile sorgeva la Fontana del Cervo, con il suo ricco apparato di statue: dodici cani e quattro cacciatori in marmo nell’atto di inseguire un cervo bronzeo. Oggi la Fontana è dotata di ben 100 ugelli che consentono un getto d’acqua alto fino a 12 metri, nonché di proiettori e nebulizzatori che contribuiscono a suggestivi effetti scenici. La Fontana richiama tutta la spettacolarità della corte sabauda di un tempo e, inserita in una nuova ellisse, incanta i visitatori di oggi.

Nella foto, in alto: il Teatro d’Acqua della Fontana del Cervo. https://lavenaria.it/sites/default/files/styles/original/public/teatro_d_acqua_Cap_4_23.jpg?itok=Hy0-QGu2

Completano il percorso le Scuderie Juvarriane, uno degli spazi più imponenti del Barocco a livello europeo. Il complesso è formato da due ambienti: la Scuderia Grande, pensata per ospitare fino a 200 cavalli con la sua lunghezza di 148 m, e la Citroniera, adibita come sede invernale di circa 400 casse di agrumi, nonché gelsomini, melograni e oleandri. Illuminata da grandi aperture per raccogliere quanta più luce e calore possibile durante i mesi freddi, la Citroniera affascina chi vi si inoltra per l’imponenza dei suoi spazi.

Nella foto, in alto: la Citroniera. https://lavenaria.it/sites/default/files/styles/original/public/citroniera_Miola-Grazia-Architettura-e-Paesaggio-05.jpg?itok=IVtXvfi1

I Giardini

Sottoposti ad una straordinaria opera di rifacimento negli anni 2000, i Giardini della Reggia di Venaria hanno ritrovato tutto il loro antico splendore. Sposando la modernità.

Nella parte bassa del Parco, sulla struttura originale riportata a nuova vita, sono state installate le 14 Sculture Fluide dello scultore Giuseppe Penone: opere d’arte che, con un uso sapiente di diversi materiali, si propongono di rappresentare la continuità tra il mondo vegetale, animale e umano, in un continuo dialogo con la natura.

Nella foto, in alto: particolare del Giardino delle Sculture Fluide. https://lavenaria.it/sites/default/files/styles/original/public/istituzionali/muro_castellamontiano_penone_disegno_acqua_6147_dario_fusaro_5.jpg?itok=p9pxvorN

Al centro del Gran Parterre (Parco Alto, NdR) realizzato da Filippo Juvarra nel XVIII secolo, si inserisce invece l’installazione in granito dell’artista contemporaneo Giovanni Anselmo.

Il connubio con la modernità non ha certo cancellato le tracce del passato. Al contrario, vi si è inserito armonicamente. Valorizzandolo.

Lasciandosi cullare dalle acque del bacino della Peschiera e curiosando tra le grotte seicentesche o i resti della Fontana dell’Ercole e del Tempio di Diana è possibile immergersi nel passato, ripercorrere la storia. Passeggiando tra gli orti e i frutteti del Potager Royal (orto reale, NdR) più grande d’Italia, si respira un’atmosfera magica.

Il complesso della Mandria

Prati e boschi che si estendono per 3.600 ettari. E ospitano cervi, volpi, cavalli, cinghiali e diverse specie animali selvatiche. Questo è il Parco della Mandria, uno degli ambienti naturali con boschi recintati e tutelati più grandi d’Europa. Nonché uno degli esempi più significativi di foresta planiziale del Nord Italia. Inoltrarsi in un’oasi in cui gli animali vivono liberamente o allo stato semibrado è un’esperienza unica. Un’occasione per immergersi nella bellezza, ascoltare il silenzio e rigenerare lo spirito. Sia facendo trekking per le brughiere, sia riposando sotto la fresca ombra dei boschi.

Il Parco ospita anche edifici di grande pregio. Tra questi, primo fra tutti vi è il Palazzo della Mandria, splendida residenza di caccia voluta da Vittorio Emanuele II di Savoia nel 1859. Qui, il sovrano amava trascorrere il tempo libero e dedicarsi alla sua attività prediletta, la caccia, insieme alla moglie Rosa Vercellana. Nota anche come “Bella Rosina”, data la sua avvenenza. La bellezza degli Appartamenti Reali incanta il visitatore, con le sue venti sale splendidamente decorate. Un vero salto a ritroso nel tempo, per ritrovarsi all’improvviso in pieno Risorgimento.

Nella foto, in alto: il Palazzo della Mandria. https://lavenaria.it/sites/default/files/styles/original/public/istituzionali/mandria_castello_8993_2.jpg?itok=CDh_wkef

Oltre al lussuoso Palazzo, all’interno del Parco si incontrano anche la Bizzarria, casino di caccia in stile eclettico, e la splendida Villa dei Laghi. Quest’ultima è immersa in un paesaggio così romantico e fiabesco, da essersi prestata per la scenografia della Cenerentola di Rossini prodotta dalla RAI. Un autentico luogo da sogno, in cui perdere per un attimo il senso del tempo e della realtà.

Luana Vizzini

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