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La Peña de Pocho a Milano. Cucina tipica peruviana con sapori nuovi

Nella foto, in alto: il titolare Manuel alias Pocho

La Peña de Pocho, uno dei più importanti ristoranti peruviani di Milano, ci apre le sue porte. Varcata la soglia, restiamo stupiti dall’atmosfera elegante e tradizionale al tempo stesso. Quadri alle pareti ci mostrano i luoghi più belli del Perù. Tovaglie bianche di stoffa danno un tocco di stile. Divanetti bordeaux, fiori ai tavoli. Tutto parla di uno stile raffinato e della cura per i dettagli di chi ama la propria professione. Il proprietario, Manuel, ci accoglie con calore e ci offre una chicha morada (bevanda tradizionale a base di mais rosso). Dalla cucina, ci raggiunge Sara, sua moglie, nonché cuoca d’eccellenza.

Nella foto, in alto : una rivisitazione del piatto Ceviche de Cangrejo ( Ceviche di granchio )

A Porta Venezia da quasi un ventennio, la Peña de Pocho offre ai clienti piatti tipici della tradizione peruviana, con un tocco in più. Scorrendo il menù, infatti, si possono incontrare anche proposte fuori dall’ordinario o vere e proprie novità. I titolari, ci spiegano, amano aggiornarsi sulle più recenti tendenze in Perù per portarle in Italia. Una specialità unica è sicuramente il tonno croccante, ricoperto da una deliziosa crosticina e accompagnato da avocado fresco. Oppure la causa acevichada, davvero difficile da trovare: una rivisitazione della causa (antipasto di origine precolombiana, a base di patate, tonno e avocado), accompagnata da fresco ceviche (pesce crudo marinato nel lime). Non a caso, la Peña de Pocho è nota anche come “Casa del ceviche” a Milano.

Nella foto, in alto : un piatto peruviano, Causa acevichada, rivisto e corretto

Tra gli antipasti, sono presenti all’appello anche la causa rellena più tradizionale, a base di carne di pollo, maionese e avocado con uova sode, il tamal (involtino di farina di mais, ripieno di carne di maiale e spezie, avvolto in foglia di banano) e la papa a la huancaína (patata gialla accompagnata da una crema a base di ají amarillo). Come primo, la chef Sara consiglia arroz con pollo (delizioso riso con pollo, spezie e verdure), mentre il piatto preferito del titolare è la frejolada (piatto della gastronomia classica a base di fagioli, insaporiti dal maiale e accompagnati da riso bianco). Passando ai secondi, è irrinunciabile il lomo saltado ovvero tenera carne di manzo o agnello in umido, cucinata con coriandolo e accompagnata da riso. Consigliati anche gli spiedini di cuore di mucca cotti alla brace, chiamati anticuchos. Voglia di un dolce? Non si può rinunciare ai picarones, ciambelline fritte a base di zucca e camote (patata dolce). L’impasto viene bollito con anice, poi lasciato lievitare per un giorno intero, quindi le ciambelline vengono fritte e cosparse con un miele denso di zucchero, fico, cannella e buccia d’arancia. Irresistibili! Ma potete anche ordinare un dolce combinado di mazamorra morada (a base di mais viola, chiodi di garofano, cannella, limone e frutta) e arroz con leche (risolatte dolce). Non si può rinunciare!

Nella foto, in alto : la chicha morada

Inoltre, durante la settimana la Peña de Pocho propone un ricco menù fisso che comprende zuppa, primo, secondo e bevanda. Dal lunedì al giovedì la casa offre il menù di carne a soli 12 euro, mentre al venerdì potrete gustare il menù di pesce a soli 13 euro. Abbiamo lasciato per ultima la domanda che ci incuriosisce di più: cosa significa “Peña de Pocho”? I titolari sorridono complici. La peña è una musica criolla a base di chitarra e Pocho è il diminutivo di Manuel. A indicare la sua seconda passione, dopo la cucina: la musica.

Nella foto, in alto : Sara, la chef e moglie del titolare

Il titolare, infatti, ogni domenica offre anche intrattenimenti musicali, allietando il pranzo dei suoi clienti con musica tradizionale, oltre che con buon cibo. Nelle occasioni importanti, inoltre, organizza spettacoli con cantanti internazionali dell’America latina. La Peña de pocho è stato il primo ristorante a fare musica dal vivo. Come ci racconta il titolare, si tratta di una passione portata in Italia dal Perù, fin dai tempi in cui gestiva un ristorante nella zona di Rogoredo. Perché questa idea ha avuto successo? Le persone cercavano un posto per trovare le proprie radici, per sentirsi in famiglia. Un gesto d’amore per tutti coloro che sentono nostalgia delle proprie tradizioni. E un’occasione, per chi non le conosce, di immergersi in un’altra cultura.

Nella foto, in alto: la bella figlia dei titolari

La qualità della Peña de Pocho è indiscussa e ha ottenuto diversi riconoscimenti prestigiosi. Pensiamo all’invito presso Expo Gate, in collaborazione con Identità Golose, quali ambasciatori della cucina peruviana, in occasione dell’Expo 2015. O alla partecipazione a Unti e bisunti, il programma dell’irriverente Chef Rubio, che vede sfidarsi i migliori ristoranti della cucina italiana e internazionale. I profumi e i colori dei piatti ci hanno fatto venire l’acquolina in bocca e ora tocca a noi gustare un ricco pranzo! Buen provecho!!

Peter Paul Huayta Robles

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