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Il Museo Civico di Bormio. Il passato che si fa presente

armi

Nella foto, in alto: il Museo Civico di Bormio 

Ci siamo imbattuti per caso nel Museo Civico di Bormio, visto che era aperto perché non fare una visita? Abbiamo passato più di un’ora passeggiando nel tempo tra arte e mestieri e dobbiamo  dire che ne siamo rimasti piacevolmente sorpresi. Il costo del biglietto è minimo in confronto a quanto offre. Circa quattromila oggetti disposti in diverse sale che ricreano, attraverso una perfetta disposizione la vita del passato con uno sguardo al presente.  Il Palazzo De Simoni (XVII secolo), che era la dimora dell’omonima famiglia è sede del Museo dal 1962, ampliato negli anni fino alla morte dell’ultima occupante della casa. Un viaggio attraverso la storia delle guerre che hanno lasciato un’impronta nel territorio bormino con documenti, oggetti e armi. Gli antichi strumenti musicali tra i quali un pianoforte a coda e un fortepiano Wopatemi. I dipinti tra cui il San Ranieri Orante di Hayez, la pala d’altare con la Madonna del Buon Consiglio fra i Santi, di Telser e la bellissima Madonna del Sottotetto, esempio di statua da vestire. A testimonianza della religiosità bormiese numerosi ex voto e alcune icone lignee. Il museo è particolare anche per la raccolta di attrezzi esposti in modo da ricostruire le botteghe artigiane come, quella del ciabattino, del falegname, uno sguardo anche all’attività tessile con filatoi, arcolai e un grande telaio. Dagli attrezzi per lavorare i campi si passa a quelli per la lavorazione del latte. Non possono mancare anche le stanze di vita quotidiana come la camera da letto, la cucina, la sala da pranzo con le pareti foderate di legno, meritano attenzione anche il corredo per bebè con tanto di girello, culla, carrozzina e seggiolone. Ultime ma non sicuramente meno interessanti le sale dedicate allo sci di un tempo. Con i vecchi sci che ancora oggi vengono utilizzati durante una ricorrenza sulla neve e, quella dove si si trovano le slitte da neve, il carro dei pompieri, le carrozze i calessi e il postale che faceva servizio attraverso il Passo dello Stelvio. Un Museo sicuramente da non perdere e che ospita anche delle interessanti mostre temporanee come quella dei presepi durante le feste natalizie. La curatrice del Museo è davvero un’ottima guida e il materiale cartaceo che si trova all’entrata è davvero esaustivo.

Tiziana Gatti

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