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Gold Rush, Pero, 12 ottobre 2019, Seconda parte

14Siete ancora lì? Siete belli caldi? Ci siete tutti? E allora ricominciamo, che la notte è ancora giovane!

Nella foto, in alto: Akira contro Matt Disaster
Nella foto, in alto: Akira contro Matt Disaster

Veniamo al primo match della seconda parte: Akira contro Matt Disaster . La faccenda si apre con Matt sul ring e gli altri due Rebel Souls di sotto che massacrano il povero Akira tra i “BOOO” del pubblico e le smorfie divertite di Disaster che pregusta una facile vittoria su un avversario tutto ammaccato. Di più! Il Piccolo Fulmine ne prende così tante che interviene The Entertrainer dicendo che il match non avrà luogo in quanto Akira è infortunato e necessita di cure mediche. Ma mentre viene sollevato di peso per essere portato nel backstage, il giovane rossochiomato si rianima: in un impeto battagliero si libera dei soccorritori e torna sul ring tra il giubilo del pubblico. Fa in tempo ad attuare un perfectplex ma è tutto qui: Disaster lo sorprende con una cutter e il match è già terminato in nemmeno un minuto.

Nella foto, in alto: Entertrainer espelle i Rebel Souls
Nella foto, in alto: Entertrainer espelle i Rebel Souls

Entertrainer annuncia che da ora, i Rebel Souls che non siano direttamente coinvolti in un mach dovranno rimanere nel backstage, buoni e zitti, e che non verrà più tollerata alcuna interferenza da parte loro.

Nella foto, in alto: Karim Brigante contro Steve McKee
Nella foto, in alto: Karim Brigante contro Steve McKee

Andiamo avanti: secondo match: Karim Brigante contro Steve McKee. Ancor prima del suono della campana se le danno di santa ragione. McKee inizia con un dropkick bello alto, Karim replica subito dopo con una potente running powerslam. Cerca ancora di sollevare Matt ma riceve in cambio una tornado DDT. Ora c’è McKee che gli si lancia contro dalla terza corda, ma l’altro lo acchiappa al volo e nonostante riesca a sfuggirgli da dietro la schiena, viene nuovamente sollevato a mezz’aria e colpito al volo con uno sganascione in stile tiro al piattello: Pull! E McKee crolla ingloriosamente al tappeto. One, two, three, din din din. Ciao, Steve. Salutaci la mamma.

Nella foto, in alto: Akira contro Matt Disaster

Oh, adesso arriva una roba cicciosa ma tanto ma tanto! Terzo match: Shane Sabre e Cody Lane contro AB Knight e Larry Demon. L’ingresso di Larry sarebbe stato un capolavoro se si fosse visto qualcosa. Tutte le luci sono puntate sul ring e quello che accade al di fuori di questo è immerso nell’oscurità più totale. Per fortuna l’abbiamo visto provare prima che iniziasse lo show, e allora ve lo possiamo raccontare! Tutti si aspettano che entri dalla solita porta, e invece, da lì esce solo una figura incappucciata con un lungo mantello nero. Cammina lentamente fino ad una porta laterale e bussa battendo tre volte col palmo della mano. La porta si apre e tra sinistri bagliori di fiamme scarlatte appare in controluce Larry Demon. Il viso truccato di bianco, il fisico possente, grosse catene che gli cingono il collo e le mani di cui si libera con un urlo demoniaco,  e i due si avviano insieme al ring. Solo una volta saliti, la figura incappucciata si leva il mantello e si rivela essere AB Knight, anche lui truccato per l’occasione. Ottima scelta – e ci complimentiamo – per la entry music: “Army of the Night” dei Powerwolf. Peccato che ai loro avversari non gliene freghi niente di questo bellissimo ingresso: gli piombano alle spalle e iniziano a suonarli come tamburi.

Parentesi. Prima che qualcuno dica che la Erika Corvo ha le preferenze, i suoi pupilli e parla bene solo e sempre dei soliti, facciamo una precisazione: questi ragazzi li abbiamo visti bambinotti alla prima lezione, con i brufoli dell’adolescenza a devastargli il viso, la macchinetta nei denti e i corpi mingherlini che se tirava vento dovevano mettersi i sassi in tasca. Li abbiamo visti crescere e aumentare di massa e di muscoli. Li abbiamo visti salire sul ring prima con i calzoncini corti, le scarpe “qualsiasi” e poi comprarsi il primo attire.  La prima volta che abbiamo notato che gli cresceva la barba ci è venuto un accidente e ci siamo sentite “vecchie”. Abbiamo loro disinfettato tagli e ferite, li abbiamo visti piangere e vomitare e li abbiamo scortati fino a casa quando non erano in grado di andarci da soli. E allora non rompeteci le scatole se quando aggiungono un altro pezzo al mosaico della loro professionalità in crescita ne siamo felici, perché è davvero un rapporto speciale che abbiamo con loro. Sono figli.

Cody Lane pare un vikingo: alto, magro, di pelle chiarissima e lunghi capelli chiari sul genere del nostro Rick Barbabionda. Shane Sabre… ma non è Jake Gyllenhaal, quello?

Nella foto, in alto: per la serie I CLONI SUL RING, qual'è Shane Sabre e quale Jake Gyllenhall?
Nella foto, in alto: per la serie I CLONI SUL RING, qual’è Shane Sabre e quale Jake Gyllenhaal?

Vabbé, chiunque sia, mena come un fabbro. Lasciamo per un attimo perdere la gimmik e la storyline. Quello che è doveroso sapere è che i nostri ragazzi sicuramente non hanno l’esperienza dei due canadesi, ma nonostante gli tremassero le ginocchia ad affrontare un match di coppia con due avversari sgamati e cazzuti, ci hanno messo l’anima e si sono dimostrati all’altezza. Mosse, sincronia, dinamicità, resistenza (quattordici minuti di match senza respiro)… Sono cresciuti. Hanno avuto un buon maestro e hanno saputo fare tesoro di tutto quello che hanno imparato finora. Bravi davvero, ragazzi: siamo orgogliosi di voi! E adesso torniamo al lottato. Larry è inarrestabile e massacra Sabre in tutti i modi possibili. Passa la palla ad AB che stasera sembra davvero cattivissimo e la head scissor che affibbia al canadese è proprio bella. Si becca un double vertical suplex con delay e restituisce una neckbreaker a Cody mentre questi, di conseguenza, suo malgrado fa una DDT a Sabre giusto perché gli si era appoggiato addosso. Due vichinghi con una fava. Appena l’arbitro Fabian viene distratto, Lane ne approfitta per acchiappare il povero AB e farne macedonia con una sequenza tremenda: Samoan Rolling Slam, penalty kick di Sabre e ancora back senton di Lane. Un’altra caterva di sventole di ogni tipo e Lane gli zompa addosso con un lionsault.

Nella foto, in alto: Larry Demon e AB Knight vincitori del match
Nella foto, in alto: Larry Demon e AB Knight vincitori del match

Finalmente riesce a dare il tag a Demon che arriva come una furia e piazza una backbreaker su Shane. Butta di sotto gli avversari e lancia AB per il suo mitico pescado. Appena risalgono, AB tira una cannonball a Shane. Dopo una serie di reciproci calcioni in stereofonia, Larry si becca una  somersault senton dal vikingo pallido. Le carte si rimescolano ancora e c’è un’alternanza di dare e subire, poi AB si cucca una double underhook piledriver e una tiger bomb immediatamente dopo. Altra serie di ceffoni e sganascioni vari in modalità fighting spirit. Lane stende entrambi gli avversari con un superkick a testa di cui uno in autogoal di AB su Larry, si becca un enziguiri da AB ed esce di scena andando di sotto a farsi una passeggiata. I nostri due italiani, a questo punto acchiappano Sabre in tripla azione: bigboot e f5 combinata con una implant ddte la faccenda si chiude. Oh, yeah! E come direbbe la Bibbia, “è cosa buona e giusta”.

Nella foto, in alto: Karim Brigante contro Matt Disaster
Nella foto, in alto: Karim Brigante contro Matt Disaster

Quarto ed ultimo match: Karim Brigante contro Matt Disaster. Matt è già sul ring quando arriva Karim con la sua entry music intensa e drammatica. È la finale, c’è la cintura in palio, non ce lo dimentichiamo! Durante la perquisizione iniziale, l’arbitro Malvezzi trova una bella catena in tasca a Disaster, e gliela sequestra. Il pubblico, naturalmente, è tutto per Brigante in quanto Matt Disaster è talmente heel che sta sulle scatole a tutti, anche alle scatole. Mentre tergiversa, scappa intorno al ring e il pubblico lo chiama “coniglio”, Karim lo acchiappa e lo scaraventa sulle sedie. Solo che appena al di fuori del ring non si vede niente, e qualsiasi cosa sia successa, non lo sapremo mai. Ok, lo riporta su e gli tira una rolling cutter che se fosse in un cartone animato ci sarebbero stelline e passerotti a girare in cerchio sulla zucca di Matt. Si rialza e vola dalla terza corda con un flying forearm, ma poco dopo subisce una death valley driver. Karim parte per una spear, Disaster si sposta per tempo e finisce che è Malvezzi a crollare a terra, stecchito. Ora naturalmente succede di tutto: Brigante lancia Disaster in un pop up con sganascione finale da tiro al piattello, “pull e spara”. Ma non succede niente perché l’arbitro è ancora nel mondo della luna e potrebbe contare anche fino a settemiladuecento  senza aprire niente di quello che accade. Niente pin. Arrivano di corsa gli altri due Rebel Souls e infieriscono contro il Brigante romano, prima con una poetry in motion, poi con una spear tremenda. Mentre il romano dorme e sogna la cintura, fanno irruzione Brutus e Pasquale armati di sedie e i ribelli nell’anima se la filano a gambe levate. Disaster tenta lo schienamento, ma il pin è solo di due e Malvezzi è ancora troppo rimbambito per fare il suo dovere. Matt si impadronisce della cintura immaginando di tirarla in testa a Karim, ma arriva The Entertrainer che gliela sequestra. Pensano tutti che abbia buone intenzioni, ma hanno fatto i conti senza l’oste: all’improvviso la perfidia di Entertrainer esce allo scoperto: un calcione nelle parti dove il sole non batte mai. Si leva la giacca e rivela al disotto una maglietta dei Rebel Souls. Sveglia l’arbitro per quel tanto che basta a fargli contare il pin di tre e dichiara vincitore del torneo e della cintura Matt Disaster. Mentre i Rebel si gasano e si atteggiano a supereroi, fanno irruzione all’improvviso i face, Diamond, Pasquale, Brutus e Akira e li cacciano via, dicendo che è domenica notte che ritirano la spazzatura. Appuntamento al prossimo show, che la cintura la vuole Diamond!

Nella foto, in alto: la nostra Erika Corvo con Andres Diamond
Nella foto, in alto: la nostra Erika Corvo con Andres Diamond

A parte il report, che ne pensiamo, di tutto lo show? Che i ragazzi MWF hanno giocato molto, molto bene le loro carte. Non sono ancora pronti per tenere in piedi da soli uno show lungo e articolato, anche con la presenza e l’aiuto dei vari ospiti stranieri. Allora, invece di fare un “solito show” venuto male, hanno deciso di fare qualcosa di completamente diverso. Mach brevissimi, da uno a cinque minuti al massimo a parte i main event delle due tranche dello spettacolo, raccontando una storia. Se fosse un romanzo, diremmo che è stato autoconclusivo: senza riassunto delle puntate precedenti e senza proiezioni future, in quanto la cintura è stata messa in palio e vinta nella stessa sera. Un racconto con i cattivi sempre all’opera con le loro trame losche, forti e sprezzanti, e i buoni che non sempre riescono a prevalere, proprio perché non giocano sporco. Poco, ma buono, anzi, ottimo! Ognuno ha mostrato solo quello che gli viene meglio, piccole perle messe in fila a dovere. Ognuno si è reso conto del peso che comporta reggere uno spettacolo con la sala piena di spettatori paganti. Ne sono usciti bene, a testa alta, mettendoci il centodieci per cento. Stingendo i denti, soffocando la tremarella, credendoci fino in fondo. Cuore, passione, anima! Grazie ad Andres Diamond e ai suoi preziosissimi consigli elargiti durante lo stage. Grazie a ciascuna persona del pubblico, che ha dato fiducia ai ragazzi pagando il biglietto e riempiendo la sala. Grazie a Nemesi che sta sbozzando una squadra di diamanti grezzi e grazie a Giacomo Giglio che ha tirato fuori i diamanti dalla terra, scavando a mani nude in miniera. Se non si perdono per la strada, questi ragazzi daranno un bel contributo al wrestling italiano. Noi, ne siamo convinti.

Come ormai solito, grazie al Dottor Birrahiara per la preziosa consulenza e grazie a tutti voi che ci avete seguito fon qui. Prossimo appuntamento: 9 novembre per lo spettacolo della Mayhem, sempre a Pero. Venite anche voi? Stay tuned!

                                                                                                                                                     Erika Corvo

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