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Die Brüche. Un ponte verso il futuro


Die Brüche in tedesco significa «Il Ponte». Un ponte verso il futuro. Sorge a Dresda nel 1905, poi si trasferisce a Berlino tra il 1910 e il 1911. Si sciolse nel 1913.  Ma di cosa stiamo parlando?  Stiamo parlando dell’Espressionismo movimento artistico sviluppatosi in tutta Europa, inizi Novecento nella pittura, letteratura, cinema, musica e teatro divenendo un fenomeno culturale.  Nell’ area germanica si chiamerà appunto, Die Brüche. In Germania , i principi espressionisti trovarono realizzazione nel movimento «Die Brüche». 

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Nella foto, in alto: Manifesto del Die Brüche.

L’Espressionismo, assieme alla pittura elesse l’incisione in particolare la xilografia, come mezzo privilegiato per tradurre certi stati d’animo violenti. Della tecnica incisoria amano il segno robusto e forzato. La costruzione di forme complesse semplificate. Il contrasto del bianco e nero. Cercano gli artisti la volontà comune di raggiungere la più assoluta spontaneità d’ispirazione. Quindi il rifiuto di ogni regola, canone che potesse essere d’intralcio all’ispirazione caratterizzandosi nell’uso di colori molto violenti, combinati in forti contrasti. Linguaggio crudo che tende a deformare l’immagine. L’artista espressionista dipingeva l’emozione il proprio stato d’animo. Gli artisti e fondatori sono Ernst Ludwig Kirchner, Erich Heckel, Karl Schmidt-Rottluff e Fritz Bleyl. I quattro sono studenti di architettura, della Technische Hochschule di Dresda, che hanno tra i venti e venticinque anni. Nel corso della loro amicizia sviluppano una passione comune per il disegno e la pittura. Il gruppo si propone all’inizio attraverso le riviste, le arti applicate e la grafica.  Uno degli scopi del Die  Brüche è di attirare a sé tutti gli elementi rivoluzionari e in fermento. Un ponte che doveva collegare tutte le Avanguardie che operavano per abbattere le regole dell’arte accademica. Nel Manifesto del 1906 « vogliamo conquistarci libertà di azione e di vita, dinnanzi alle vecchie forze cosi difficili da estirpare».

Stefania Monciardini

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