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D-day Festival Normandy 2025. L’81° anniversario

Sono trascorsi 81 anni dal D-day. Quel 6 giugno del 1944, in cui gli Alleati sbarcarono sulle coste della Normandia. Quello fu il giorno più lungo della WWII. Il giorno che decise i destini dell’Occidente. Il giorno in cui il sacrificio di tanti uomini difese la nostra libertà. Eppure, l’emozione è ancora oggi la stessa. 

Le strade della Normandia palpitano, in questi giorni, di eventi e commemorazioni. Nell’aria si respira ancora quella trepidazione. L’onore, l’eroismo, i valori dei soldati che non hanno esitato, nemmeno di fronte alla morte. Il coraggio di percorrere la strada giusta.

Il festival, che si sta svolgendo lungo tutta la costa dello sbarco, ha preso avvio il 31 maggio e terminerà il 15 giugno. Coinvolte nelle celebrazioni, le cinque spiagge storiche: Utah Beach, Omaha Beach, Gold Beach, Juno Beach e Sword Beach. Ma anche altri luoghi simbolo, come Pegasus Bridge, la Pointe du Hoc e Sainte-Mère-Eglise, la chiesa in cui rimase impigliato il celebre paracadutista, simbolo indiscusso degli eroi del cielo.

Nella foto, in alto: una riproduzione museale.

Il D-day Festival Normandy 2025 rappresenta un momento di profonda riflessione e commozione, con eventi che hanno unito veterani, famiglie, leader mondiali e cittadini in un tributo collettivo al sacrificio e all’eroismo di chi ha combattuto per la libertà.

Tra i luoghi simbolo, il cimitero americano a Colleville-sur-Mer. Nel silenzio, di fronte alle innumerevoli tombe degli eroi, si percepisce tutta la portata distruttiva della guerra. Si riflette sull’orrore e la sofferenza delle tante famiglie. Indimenticabile, la cerimonia ufficiale alla presenza del segretario alla Difesa degli Stati Uniti Pete Hegseth e del ministro della Difesa francese Sébastien Lecornu. Così come il concerto all’alba del suonatore di cornamusa Yves Holbecq, che ha reso omaggio ai soldati scozzesi.

Nella foto, in alto: la vastità del cimitero militare americano.

Oltre alle celebrazioni ufficiali, non sono mancate conferenze, concerti, rievocazioni storiche, ricostruzioni d’epoca, spettacoli e approfondimenti nei tanti musei militari. Notevole, il Normandy Victory Museum, che ha coinvolto numerosi visitatori. Tra le sue sale, oltre ai preziosi oggetti d’epoca, l’esposizione “Intoxiquée! La jeunesse sous la botte nazie”, focalizzata sull’indottrinamento giovanile durante il regime nazista, che offre un’opportunità educativa per comprendere i meccanismi di manipolazione.

Il festival non ha rappresentato solo un’occasione per ripercorrere il passato, ma anche per volgere il proprio sguardo al futuro. Veterani come Harold Terens, 101 anni, hanno condiviso il loro messaggio di speranza. Ricordandoci che, perché il sacrificio non sia vano, siamo chiamati ogni giorno a difendere la pace e la libertà.

Peter Paul Huayta Robles

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