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Campari is fantasy! Un allegro beone sul ring

Eccoci con un altro eccezionale personaggio che vi verrà svelato a poco a poco: Angelo Arata, ringname Claudio Campari. Sul ring si presenta come wrestler da intrattenimento. Goliardico, irriverente, spiritoso. Un bevitore spavaldo e divertente. Ma, umile e modesto nella vita reale… Un personaggio dalle mille sfaccettature. Scopriamolo insieme!

Ciao, Claudio! Dacci una breve presentazione di te.

Uuuuuuuuopppaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!! Ciao Erika e ciao agli amici di Mondomarziale! Che bello, incontrarvi qui.                                                             Per chi non lo sapesse, sono Claudio l’anima della festa Campari, presentato anche come l’eterno Peter Pan e l’Imperatore della Vida Loca. Sono nato 28 anni fa (1988) da padre emiliano e madre partenopea in un paesino del Piacentino, Castel San Giovanni, in cui vivo tuttora. Sono stato un bimbo come tutti gli altri, con la mia brava passione per i supereroi, soprattutto Wolverine e gli X-men, ma anche il Joker di Jack Nicholson e il Corvo di Brandon Lee. Ho amato molto la saga di Star Wars, di cui possiedo i primi tre episodi in videocassetta originali, non restaurati. Sono stato negli scout, poi in Acr (Azione Cattolica Ragazzi). Un ragazzino normale, insomma. Più avanti, per socializzare e per imparare un po’di disciplina iniziai a frequentare una scuola di Judo, solo che mi annoiavo molto. Passai al Karate, che è più movimentato, e per i primi tre anni mi ci dedicai completamente. Stupendo. Ma iniziò presto a non bastarmi più: la mia passione per il wrestling si faceva sempre più decisa. Nemmeno una moto da enduro e una Aprilia Classic bastarono a tenermi buono e reprimere le voglie latenti! Sei anni fa, Fabio, amico mio  da sempre, mi disse che c’era la possibilità di fare Jujitsu tradizionale… non me lo feci dire due volte! Evvai anche con quello! Prima o poi, al wrestling ci sarei arrivato per forza.

Nella foto, in alto: Il piccolo Claudio mostra subito la sua indole aggressiva
Nella foto, in alto: Il piccolo Claudio mostra subito la sua indole aggressiva

E dunque, hai praticato un sacco di sport marziali. Come mai, queste scelte, quando tutti i bambini italiani sognano il calcio?

Sì, in effetti sono cintura arancione di Judo, gialla di karate e verde di Ju-Jitsu tradizionale. La totale assenza di passione per il calcio, in famiglia, mi ha consentito di scegliere senza i paraocchi. A mia mamma piace la pallavolo (e ai tempi ero anch’io un fan accanito delle Pink Wolf Volley Piacenza). Mio papà, invece, stravedeva per il ciclismo negli anni 70 e 80 e faceva parte del direttivo cittadino di un’associazione ciclistica. Mi ricordo che una volta mi portò alla “Sei Giorni delle Rose” a Fiorenzuola d’Arda (PC). Ma piaceva a lui! Questo sport non faceva per me. Mi stavo annoiando così tanto, quella volta, che alla fine mi allontanai a giocare per fatti miei, e massacrai un albero che faceva la parte di Darth Fener con un bastone che fungeva da spada laser di Luke Skywalker. Papà avrebbe voluto che seguissi le sue orme: prima ciclista, e poi magari direttore sportivo per qualche squadra professionista. Nella pallavolo, almeno, mi piaceva il fondoschiena delle giocatrici! Avevano un culo epico! Ma il ciclismo, che aveva, di interessante? Il Rugby è l’unico mio rimpianto: mi sarebbe davvero piaciuto praticarlo a livello serio, strillando in mezzo al campo “kamate kamate, ka’ora ka’ora” in mezzo ai giocatori Maori!

Questi sport, cosa ti hanno lasciato e cosa ti hanno insegnato?

Ho imparato ad essere umile e a rimettermi sempre in gioco; c’è sempre chi è più bravo di te e c’è sempre chi ha bisogno di te. Sì, devi avere, ma devi anche saper dare.

Il wrestling è sempre stato una tua passione, quindi. Come e quando hai deciso di fare sul serio e iscriverti ad un corso specifico?

Per me, il wrestling è lo sport più bello del mondo. Mi ci sono avvicinato nei fantastici anni 90, con la WCW in chiaro su italia1 alla domenica mattina: ero un bambino insolitamente “solo”, non convenzionale per via degli sport che praticavo o comunque per le esperienze che stavo facendo con gli scout ed altro, e vidi STING… il Corvo, un supereroe impavido, altissimo. È stato amore a prima vista!!! Non solo me ne innamorai ma mi ci immedesimai: in quarta e in quinta elementare ero il più alto della classe e il più nerboruto. Mi prendevano in giro, mi chiamavano Bastürnôn. Letteralmente significa caldarrosta, in dialetto, ma si usa anche per indicare una persona grande e grossa. Sting… Lui era me, io ero lui, dovevo fare wrestling anch’io! Un giorno vidi su internet che c’era una scuola di wrestling a Pavia: la JKS Gym. Devo spiegarvi che mi ci fiondai subito?

Nella foto, in alto: ogni momento è buono per un bodyslam (never try this at home!)
Nella foto, in alto: ogni momento è buono per un bodyslam (never try this at home!)

Che rapporto hai con i tuoi familiari? Come hanno vissuto il tuo entusiasmo verso questo tipo di attività sportive? Ti hanno incoraggiato, ostacolato o avrebbero preferito cose più tranquille?

I miei non l’hanno mai presa molto bene, e da sempre non sono i fan che mi aspettavo. Come dicevo prima, probabilmente speravano in un ciclista o in un pallavolista, ma ormai si sono rassegnati. Hanno capito che questo lo sport che amo è questo e che voglio praticarlo a livello professionistico.

Come è nato il tuo ringname?

Nella foto, in alto: Uno spunto per il ringname!
Nella foto, in alto: Uno spunto per il ringname!

Sinceramente non è stata una scelta dettata da qualcosa in particolare. Mi avevano proposto diverse gimmick, ma nessuna di queste mi interessava particolarmente. Il nome Claudio Campari, buttato lì per caso, suonava bene. Aveva qualcosa che mi ispirava, e l’idea di interpretare il ruolo di un bevitore allegro, irriverente e giocoso era intrigante, e io l’ho interpretato nella maniera più spensierata possibile, come se fossi stato Peter Pan sull’isola che non c’è. Il risultato è quello che conoscete.

Hai interpretato altre gimmick, oltre a quella di Campari?

Sì, facevo Tritolo Arata per la ICW, un personaggio esplosivo che si evolse in una rockstar un po’ simile ad Edge. L’esatto contrario del giocoso Claudione Nazionale.

A un certo punto sei passato dalla ICW alla Wiva. Sono stati loro a cercarti o sei stato tu a trovarli?

Nella foto, in alto: il rapporto passionale per il cibo di Claudio
Nella foto, in alto: il rapporto passionale per il cibo di Claudio

No, non è che sia passato in due minuti dalla ICW alla WIVA: è che ho dovuto smettere di praticare per un bel pezzo! Per colpa di un  tizio che mi fece spostare da solo una damigiana da 54 litri a mano, mi procurai un’ernia al disco che ve la raccomando. Ho sofferto molto per questa mia uscita dal Ring. Ho dovuto vendere la mia moto (la mia moto, capite?), ho dovuto smettere ogni cosa. È stato un periodo veramente buio, e nel 2011 ho dovuto affrontare un’operazione per perdere peso. Avevo iniziato ad ingrassare nel 2006 per una delusione d’amore, arrivando a 150 chili, e con una vertebra spostata, in base agli esami e a quello che dicevano i medici, non avevo una grande aspettativa di vita. Ho dovuto cambiare ogni cosa, ma dovevo assolutamente salvarmi, vivere ancora! Volevo una vita normale! Ho pianto spesso. Mi sono ritrovato veramente solo. Oltre a questo, ho dovuto fronteggiare le peggiori malelingue del paese, che spettegolavano a riguardo di una mia presunta tossicodipendenza e di aver condotto vita frivola frequentando alcune ragazze. Ma quanto può essere cattiva, certa gente! Lentamente sono riuscito a recuperare salute, vitalità e sicurezza. Poi ho conosciuto la Wiva e… BAM! Rieccomi!

Quali sono, nel wrestling italiano, i personaggi che ammiri maggiormente e perché?

Ammiro soprattutto i pionieri,quelli che tra mille difficoltà hanno portato in Italia il Wrestling. Tra tutti, posso citare Fabio Ferrari e Bulldozer per la loro genialità e la loro bravura, poi la Roman Dinasty, e colgo l’occasione per fare i complimenti a Dave che si è ripreso a velocità stratosferica dall’infortunio alla spalla. Filippo Malvezzi, grande allievo italiano di Rikishi: ho partecipato ad un suo allenamento e mi ha colpito molto! Per me è una persona da ascoltare, e mi piacerebbe moltissimo averlo sempre al mio fianco come mentore. Mi sentirei al sicuro. Lo cito continuamente, mi è davvero rimasto impresso.

Nella foto, in alto: Claudio con la cintura di campione d'Italia WIVA 2016
Nella foto, in alto: Claudio con la cintura di campione d’Italia WIVA 2016

Cosa rappresenta, per te, il wrestling?

Per me è il più grande sogno che si possa sognare!  Io amo questo Sport! Quando la mia ragazza mi chiama, mi domanda sempre: stai guardando un match vero? E io rispondo: “Ma no, amore. Sto guardando un porno”. Lei ribatte al volo: “Non guardi i porno, lo so bene! Tu stai guardando qualche incontro di wrestling!” Lei è il mio vero rammarico: le tolgo un casino di tempo e mi pesa. È la mia vittima innocente. Però, dai… Se fossimo personaggi di un film, direi che siamo Rocky e Adriana. Mi immedesimo molto anche in Rocky: lui aveva la boxe come sogno e Apollo come amico. Io ho il wrestling e salire sul ring mi eccita e mi emoziona, ma solo se a casa ho lei, la mia “Adriana” che “mi toglie i guantoni e mi cuce le ferite”(Frase da “A pugni con il mondo”, Articolo 31).

Ti è mai capitato di infortunarti, sul ring?

Si a giugno scorso. Distorsione alla caviglia destra. Non siamo proprio supereroi invulnerabili come pensa spesso chi non capisce molto di wrestling. Sono stato fermo sette settimane.

Tutto sommato, questo è uno sport che possono fare un po’ tutti, siano alti, bassi, grassi, magri, grossi o minuti. Secondo te ha senso prendere steroidi o altri farmaci per pomparsi i muscoli o è meglio allenarsi seriamente e senza aiuti artificiali?

Se sei veramente bravo non hai bisogno di nulla. Se vuoi solo apparire più bello, quelli sono affari tuoi. Non critico chi li usa, ma giudico male chi ne abusa. Samoa Joe non ne ha mai fatto uso, Cm Punk (quanto mi piaceva CM Punk in TNA). Loro non usano porcherie, eppure son tra i migliori al mondo… Qualcosa vorrà pur dire!

E ora passiamo a quello che è il tuo alter ego fuori dal ring. Che lavoro fai? Cosa pensano i tuoi colleghi della tua carriera sportiva?

Faccio il lavagista, ma in realtà ho studiato agraria e ho fatto l’apprendistato sulla linea di estrusione chimica. Mi sono reinventato tre o quattro volte, a causa della crisi. I miei colleghi sono più gasati di me nell’essere i colleghi di Campari, che io ad essere Campari! Dicono: “non fatelo arrabbiare che vi schiaccia”. Lo hanno scoperto solo quando un amico di mia cognata, che lavorava con me, ha detto: “state parlando con il due volte campione d’Italia WIVA e il campione di coppia TCW”. L’idillio dell’anonimato è saltato, io non mi ero mai vantato di niente! Beh, domande come se grandinasse, video guardati in pausa pranzo, richieste di spiegazioni a go go… Però non sono mai venuti a vedere un mio match live. Mah?!

Sappiamo che hai molti hobby, nella vita privata. Quali sono? 

LA MOTO!!! Ho ripreso solo da 3 anni, ho un Burgman 400 e una Africa Twin 750, ma sogno una Harley Davidson Dyna Super Glide sport o una BMW R nineT Scrambler. Mica poco, eh? Poi sono tifoso dei Lyons Piacenza, una delle squadre di rugby piacentine. Suono il basso elettrico, la chitarra e, goliardicamente, canto in gruppo: i “Los Cojones”! La musica è una passione iniziata con i Litfiba nel ’99 e con gli Articolo 31 in adolescenza; ho imparato a suonare la chitarra – come tutti, a quell’epoca – e suonavo i Beatles a ripetizione. È stato nel periodo in cui ho dovuto stare lontano dal wrestling che ho iniziato a suonare il basso e a cantare, ma a livello amatoriale. Non mi ritengo così bravo da poterlo fare a livello professionale.

Nella foto, in alto: Claudio al basso
Nella foto, in alto: Claudio al basso

Ma non è tutto qui, no?, Perché sappiamo di altre tue attività sociali. Vuoi parlarcene?

Siiiiii!!! L’oratorio del mio paese, Castel San Giovanni, prima del periodo buio, per me era già la mia seconda famiglia. Ho avuto veramente tanto, da loro, e vorrei restituire qualcosina, se possibile! Con l’oratorio San Filippo Neri organizziamo ogni anno uno spettacolo in teatro, e il ricavato va tutto in beneficienza. Quest’anno, lo spettacolo era intitolato “Voglio Vivere Così”, e si è svolto al cinema teatro Moderno. Chi non è venuto non sa cosa si è perso!

Stila una classifica con la top ten delle tue passioni

1:Amore. 2: Wrestling. 3:Oratorio. 4: Moto. 5:Musica. 6: Lavoro. 7: celebrazioni del sabato sera. 8: Il mio cane Pippo (meticcio spinone di dieci anni) 9: Mitologia greca e, 10: il cinema. (ride piano.)

Nella foto, in alto: le due passioni di Claudio, il basso e le moto
Nella foto, in alto: la grande passione di Claudio, in moto con la fidanzata!

E la tua ragazza, come vede la tua attività sul ring? Viene a vederti? Condivide con te questa passione o la “sopporta” in quanto tempo tolto a lei?

Eh… diciamo che le tolgo molto tempo, ma è intelligente da capire che non la trascuro per mancanza di interesse ma solo per mancanza di tempo. Al contrario, per lei farei il doppio, e quando suona – è una musicista anche lei – sono sempre a sua disposizione! Due anni fa siamo andati un po’ fuori di testa, e abbiamo deciso di separarci per qualche mese, ma io continuavo a pensare a lei ogni giorno. Non volevo e non potevo perderla! Alla fine di gennaio 2015 abbiamo ricominciato ad essere noi e ci siamo riavvicinati, anche se per tornare insieme, sereni come prima ci abbiamo messo quasi sei o sette mesi. E ne è valsa la pena!!!

Come vedi il wrestling in Italia? Secondo te, prima o poi diventerà uno spettacolo popolare o rimarrà sempre uno sport di nicchia?

Gli italiani sono un popolo di ipocriti. Se devono picchiare il vicino o uno allo stadio, allora va tutto bene, è normale, è legittimo. Due persone che lo fanno per sport sono due stupidi: non solo noi Wrestler, anche i pugili e gli artisti marziali. Il problema del wrestling in italia è l’egocentrismo di chi lo pratica. Ognuno è convinto di essere il re del proprio pollaio e tutti gli altri dovrebbero rendergli omaggio. Se si continua così, non si andrà mai da nessuna parte. Io direi ai miei colleghi di scopare di più e di sparare meno cazzate (il mio spettacolo è meglio del tuo, i miei atleti sono meglio dei tuoi, etc…) Perché bisogna cercare competizione a tutti i costi in uno sport che, per definizione, non è competitivo? Si dovrebbe fare lavoro di squadra, unire le federazioni e offrire un prodotto variegato, che di volta in volta sia rivolto ad un pubblico differente: uno show per bambini, uno per adulti, uno estremo… la vita non può essere tutta una gara e tutta un dispetto! Per “sfondare” bisogna avere la mentalità da lottatori, ma anche da imprenditori, manager, organizzatori e tenere conto di cosa vogliono vedere gli spettatori. Per i re del pollaio, non c’è posto!

nella foto, in alto: i fans riconoscono Claudio e gli dimostrano grande affetto
Nella foto, in alto: i fans riconoscono Claudio e gli dimostrano grande affetto

E allora, come vedi l’eterna rivalità tra le federazioni italiane? Secondo te sarà mai possibile vedere tutti uniti e collaborativi per uno scopo comune?

Se i loro membri iniziassero a diventare adulti, sì… Un pochino di collaborazione tra la WIVA ed altre sigle, c’è. Peccato che i nerd da tastiera e chi non  sia un addetto ai lavori ci considerino la serie B del wrestling italiano, ma i bambini e i loro genitori non la pensano così. Cari secchioni e cari leoni da tastiera, sempre nascosti da schermi e pseudonimi, piantatela di stilare classifiche inutili e svilire tutti gli atleti in Italia!

Che progetti hai per il futuro, come atleta e come uomo?

Vorrei davvero metter su famiglia: mi ero ripromesso che se fossi sopravvissuto al club del 27 avrei iniziato a pensarci più che seriamente, quindi vediamo un po’… Come atleta, spero di proseguire la carriera di wrestler, continuare ad imparare e fare esperienza anche fuori confine.

Tre persone che butteresti giù dalla torre:

Bertinotti, Benigni e Renzi.

Tre persone che salveresti dalla fine del mondo:

La mia ragazza, il mio migliore amico e Johnny Depp.

Tre persone che riporteresti in vita:

Kurt Cobain, Berlinguer e Heat Ledger.

Rispondi con solo una o due parole a queste domande:

Amore? Eterno.

Soldi? Tanti.

Amicizia? Vera.

Successo? Molto.

Emozione? Forti.

Viaggi? Lunghi, ai caraibi.

Relax? Spiaggia.

Tempo libero? Moto.

Casa? Mia.

Famiglia? Presto.

Religione? Fede.

Gioia? Serenità.

Dolore? Lacrime.

Emozioni negative? Presenti.

Valori della vita? Sempre.

Concludi con qualcosa che vorresti dirci, una frase o un aforisma che senti particolarmente.

Sono convinto che una partita di calcio sia molto più diseducativa del wrestling. C’è un mondo sportivo fantastico e variegato al di fuori della recinzione lager del fare calcio a tutti i costi. Apriamo gli occhi, cazzo!

                                                                                                                                                              Erika Corvo

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