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Qatar… carrefour d’incantevoli musei

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Un emirato che guarda in là. A breve, sarà una delle mete più ambite di tutto il mondo arabo. Sia per il turismo leisure che per quello legato al mondo dei congressi e degli eventi. E, naturalmente, per gli ammalianti musei già esistenti e per quelli, ancor più grandiosi, in costruzione di cui il Paese è tenutario. Et voilà! Il sipario si sposta e, finalmente, i riflettori sono puntati sul riguardo e riservato Qatar. Emirato del Medio Oriente, sorto nel XX Secolo, adagiato su un minuscolo lembo di terra facente parte della ben più vasta penisola Arabica. Una terra ancora da esplorare… d’incredibile suggestione con distese infinite che fanno “vagare”  la nostra mente e emozionare. Cullata dai brontolio del mare e dalle folate di vento del deserto. Il Qatar dona scorci irresistibili. Quasi surreali. Dove le dune del deserto si lasciano avvolgere dalle acque cristalline del Golfo Persico. La popolazione, invece? Si distingue per la sua generosità e ospitalità. Il governo? Monarchia assoluta ereditaria. La famiglia che regna questo piccolissimo  lembo di terra, grande poco meno dell’Abruzzo, oggi è il clan Al Thani. La religione di Stato è l’Islam. Ma molti aderiscono alls rigidissima setta Wahabbi. Presente anche in Arabia Saudita. Il Qatar sposa una delle economie più esuberanti del mondo. Ha un ricco back-ground culturale. Facendone un luogo piacevolissimo da perlustrare. Cambio di scena. Le luci si spostano in un’altra direzione, mettendo in risalto, questa volta,  Doha. Non solo grattacieli e hotel super lusso. Il lungomare di Doha, capitale d’un Qatar in continuo boom edilizio, riserva una piccola sorpresa se paragonata alle dimensioni super-size degli edifici che l’abbracciano. È il Museo d’Arte Islamica. Un progetto da mille e una notte. I suoi natali vanno al 22 novembre 2008. Questo illustre museo, che ospita la collezione di importanti reperti, è stato progettato dal celebre e stravagante architetto cino-americano Leoh Ming Pei. Il medesimo che ideò la nuova sede della Regione Lombardia a Milano e la piramide del Louvre a Parigi. Quarantacinque mila metri quadrati,  realizzato a ridosso del mare. Cinque piani tra negozi, caffetteria, auditorium, biblioteca e sale espositive. Ming Pei fece grande scalpore quando osò mettere a fianco del Louvre di Parigi, uno dei templi della cultura mondiale, una piramide hi-tech. Forse, proprio, questo accostamento antico/moderno è stato un input per i governanti del Qatar che lo hanno ingaggiato per plasmare quello che è diventato uno uno dei più ragguardevoli musei d’arte islamica. Doha, a cavallo, tra rinnovamento e tradizione. Tra i tanti souk, i grattacieli già esistenti e quelli in costruzione e il vecchio Forte Arabo, sulla cornice, la passeggiata a mare, spicca il monumento alla perla. La scultura è stata scelta come simbolo della città per ricordare che, fino a pochi anni or sono, Doha era un villaggio di pescatori, tout court. Dediti, appunto, alla raccolta delle perle del Mar arabico. Oggi, invece, punta su un turismo d’alta qualità legato a conferenze, seminari, viaggi per affari, eventi sportivi e culturali. Il Qatar è candidato a diventare meglio di Dubai. Attualmente, l’intero territorio abitato appare come un enorme cantiere. Gli investimenti in Qatar non si contano più. Sono state stanziate cifre da capogiro per portare questa piccolissima penisola al top. Anzi, al tip top nel mondo! Altre attrazioni? Certo. Gli altri musei… il Paese si sta improvvisamente evolvendo in  tutti gli aspetti della vita di tutti i giorni ed è perciò fondamentale che non si perda di vista il senso del passato. In poche parole, i musei sono importanti per costruire l’identità del piccolo ma grande Qatar. Il luogo che più ci può narrare la storia di questa minuscola terra è il Museo Nazionale. Originariamente, era l’abitazione della famiglia governante Al-Thani. La costruzione è un capolavoro di architettura qatarina. Contiene diverse collezioni di manufatti tipici. Una curiosità. Il museo include un acquario su due livelli. Il piano superiore pullula di pesce imbalsamati. Mentre esemplari viventi, tra cui le tartarughe, si trovano al piano inferiore. Altre collection assorbono un intrigante spazio sui viaggi per mare e sui metodi di navigazione tradizionale attraverso gli astri. Oltre, a  esposizioni sull’Islam, l’esistenza nel deserto, gastronomia, industria del petrolio e l’abituale stile di vita della popolazione autoctona. Di grande seduzione, anche il museo etnografico. A ospitarlo è una classica casa a qatarina del XX Secolo, è stata ristrutturata e dà un’idea della vita che si svolgeva in Qatar prima della scoperta del petrolio.

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Nella foto, in alto: monumento alla perla

Il Museo delle Armi, dove lo lasciamo? Vale, senz’altro, la pena di visitarlo. Situato alla periferia di Doha. Vanta un’ampia esibizione di spade in oro della regione e le tipiche spade curve denominate Khunja, altre antiche armi e armature risalenti il XXVI Secolo. Poi, sono in bella mostra cannoni, lunghi fucili e spade di ogni genere. Il Forte di Doha, inoltre, è veramente un altro museo. Ci sono delle buone esposizioni sui mestieri folkloristici. Sfizioso è anche il museo postale ma dovreste essere proprio accaniti filatelici per affrontare il viaggio.  Per un break di svago? Non perdetevi il regno di Aladino. Unico parco dei divertimenti, con montagne russe, di tutto il Golfo. Ancora, la città dello sport che annovera molteplici complessi dove poter praticare sport a ogni livello è la Sport City tower. Una bella struttura sportiva, ideata dallo statunitense Hadits Man e dal francese Étienne Tricaud, che non ha tardato trasformarsi in una delle forti icone urbane. I suoi trecento metri d’altezza ne fanno l’edificio più alto del Qatar. Qui, alberga un grande hotel di lusso ma persino al Museo delle Discipline sportive e un ristorante, all’ultimo piano, con una larga veduta panoramica sulla città sporta sul mare. Infine, gas naturale e petrolio fanno del Qatar uno stato opulento così come i musei fanno di questo Paese uno Stato colto e desiderato. Un tesoro, insomma, di gran rispetto!

                                                                                                                                                   Giuliano Regiroli

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