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Mario. Il supereroe del Centro

È successo a chi scrive. Oh, povero chi debba districarsi tra le mille leggi e mille clausole della burocrazia italiana! Che ne penso del Centro Servizi Per l’Occupazione Falvo Soderini? Che in mezzo ad una marea di incompetenza c’è almeno una stella che brilla e illumina tutta la struttura. Ma iniziamo dal principio.

Nelle foto, in alto: la pista a spirale
Nella foto, in alto: la pista a spirale

L’ingresso: la pista a spirale che si percorre all’entrata riassume in modo perfetto l’italica burocazia, in cui l’utente non fa che girare in tondo senza alcun costrutto, sprofondando sempre più negli inferi. L’interno: immenso. Totalmente sproporzionato rispetto al numero degli impiegati attivi. Non che non sia bello, eh? Solo che è stato costruito coi soldi dei contribuenti, i quali avrebbero preferito più impiegati agli sportelli che un’area desertica grande quanto lo stadio di San Siro in cui non ci sono nemmeno sedie a sufficienza per gli utenti. I tempi di attesa: esasperanti. La giornata ce la perdi sempre e magari non basta, qualunque cosa si debba fare. Come se uno che già guadagna quattro soldi possa permettersi il lusso di perdere giornate e giornate di lavoro per qualsiasi pratica. La competenza: tutta italiana, ovvero nessuno sa niente, devono sempre chiedere a qualcun altro e ognuno ti dice una cosa diversa, in contrasto netto con quello che ti hanno detto un minuto fa.

Nella foto, in alto: un chilometro di nulla
Nella foto, in alto: un chilometro di nulla

Torni a casa, chiami il call center ed è ancora peggio. Dopo attese, richieste di dati e informazioni varie, alla fine ti dicono A: che non sanno risponderti. B: che quello con cui hai parlato prima non capisce una cippa. C: che è meglio che torni lì e ci parli faccia a faccia. Non sto scherzando, sul serio: io e mia figlia abbiamo rivolto le stesse domande a cinque operatori diversi e abbiamo ottenuto cinque risposte diverse, ognuna in antitesi con le altre. E allora chi è che brilla, in questa struttura? Un uomo. Mario. Uno che in teoria, lì dentro dovrebbe servire soltanto a dire alla gente da che parte andare. Ma che invece, quando ci ha visto in difficoltà, si è reso disponibile di sua iniziativa a fornirci TUTTE le informazioni di cui avevamo bisogno. In modo chiaro, semplice e preciso. Ci ha dato il suo numero privato e abbiamo potuto chiamarlo fuori orario. “Mario, ma com’è possibile che lei faccia questo?” gli chiediamo. “Mi rattristo”, risponde “nel vedere tante persone, tanti poveri cristi abbandonare il centro, lasciar perdere e tornarsene a casa sconfitti perché è tutto troppo complicato. “Date una medaglia al valor civile a quest’uomo, che da solo rivaluta l’intera struttura.

                                                                                                                                                     Erika Corvo

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