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Intervista a Valentina Taetti. Artista eclettica

indexFoto in alto : Villa Vertua Masolo di Nova Milanese

Valentina Taetti dopo il diploma in decorazione con 110 cum laude, presso l’Accademia di Brera di Milano, si specializza in Costume per lo spettacolo, Arti visive e dello spettacolo. Tenendo sempre fede alla stessa votazione riportata in precedenza, cioè 110 cum laude. Tra le sue diverse esperienze lavorative ha collaborato come realizzatrice e decoratrice costumi teatrali alla Sartoria Brancato e al Teatro alla Scala. Il giorno 3 dicembre 2016, presso Villa Vertua Masolo di Nova Milanese si è inaugurata la mostra collettiva del gruppo Labirinto patrocinata dall’Amministrazione Comunale della Città di Nova Milanese. Noi della redazione di Mondomarziale abbiamo intervistato l’artista Valentina Taetti.

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Nella foto, a sinistra: l’interno della villa Vertua Masolo al discorso di inaugurazione della sindaca Rosaria Longoni con il gruppo Labirinto
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Nella foto, in alto: una scena del racconto di Cenerentola

L’artista si è ispirata alla favola di Cenerentola. Dietro quella semplicità visiva, fatta da pochi oggetti in un locale quasi a prima vista vuoto, si celano delle vere opere d’arte. Vere opere di virtù di lavoro manuale dal cucire al taglio al modellato al disegno. Le opere vanno dalla bidimensionalità alla tridimensionalità in modo organico e pulito fino a raggiungere una performance concettuale che mentalmente ti fa animare il personaggio “Cenerentola”. Ogni elemento è carico di un significato. Se vogliamo entrare nel vivo dell’opera e capirla appieno bisogna conoscere la favola di Cenerentola, quella scritta dai fratelli Grimm.L’artista Valentina Taetti, con molta gentilezza e professionalità mi spiega la favola a grandi linee e contemporaneamente camminiamo intorno alla sua performance. Valentina spiega la sua performance: “Cenerentola è una delle fiabe più famose e diffuse al mondo: se ne contano oltre settecento versioni ed è presente nelle tradizioni orali di tutte le aree indoeuropee, in Estremo Oriente e nelle Americhe. E’ la metamorfosi da serva a regina che fa riflettere sulla natura costruita e stereotipata dell’identità femminile e della seduzione rappresentate dalla scarpetta di Cenerentola che ne rivela l’estrema femminilità nella minuscola dimensione. Cenerentola costretta in sepoltura davanti al fuoco ma riportata alla luce e rivestita di primavera è l’erede di Proserpina. Così come il passaggio dalla cenere alla veste dorata si ripete più volte nel racconto dei fratelli Grimm così Proserpina passa un terzo dell’anno agli inferi e due terzi sotto il cielo. Come Proserpina danza sui campi fioriti tra rose e crochi, violette, iris e giacinti quando è scelta in sposa dal re degli Inferi così Cenerentola, che parla con gli animali e le piante e vive accanto al fuoco che anima le cose e nello stesso tempo le divora e le riduce in cenere, viene scelta dal principe reale come sua ballerina.”…

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Nelle foto, in alto: Valentina Taetti, realizzazione del vestito del ballo di Cenerentola
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Nella foto, in alto: Valentina Taetti, realizzazione del vestito di Cenerentola sporco di cenere
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Nella foto, in alto: Valentina Taetti, particolare del vestito di Cenerentola sporco di cenere.
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Nella foto, in alto: Valentina Taetti, particolare del vestito di Cenerentola del ballo.

Proseguiamo l’intervista con alcune domande. Ti piace qualche artista in particolare?  Ricordo con affetto i primi anni da studente in Accademia a Brera quando scoprii i lavori di Vanessa Beecrof ( artista nata a Genova nel 1969).

Ti sei ispirata ad uno di loro? Quando si parla di balletto la maggior parte della gente pensa alle tele di Degas. Io, invece,  immediatamente penso all’opera Odile and Odette di Yinka Shonibare (Odile e Odette, è una storia che si ispira al balletto “Il lago dei cigni” di Pyotr Ilyich Tchaikovsky, in cui la principessa Odette è maledetta da un malvagio stregone, Rothbart, a vivere come un cigno di giorno e donna di notte. Il principe Siegfrid, andando a caccia, incontra, la bellissima Odette e se ne innamora e promette ad Odette di salvarla. Rothbart poi presenta al principe Siegfrid, la propria figlia Odile che ha preso le sembianze Odette, ingannato il principe la sposa, una rappresentazione che porta alla tragedia…).

odileNella foto in alto: Balletto del racconto di Odile e Odette
img_20161203_172223898Foto in alto: Valentina Taetti, Vista d’insieme dell’installazione

img_20161203_172425836img_20161203_172411100img_20161203_171343852Entrando nella tua performance a cosa o chi ti sei ispirata?  Il lavoro esposto a Villa Vertua Masolo a Nelle foto, in alto: le scarpette

Nova Milanese (MB) è incentrato sul tema della Cenerentola intesa come archetipo della donna che per elevarsi di status sociale pensa di non aver altro mezzo che convolare a nozze con il principe. L’ispirazione è data dalla versione originale della favola dei fratelli Grimm pubblicata ai primi dell’800 dove i particolari più truci della storia non erano ancora stati edulcorati dalla penna di Perrault. Nella favola originale infatti le sorellastre arrivano addirittura a farsi amputare parte del piede dalla matrigna per poter infilare la scarpetta ma comunque senza successo. Cenerentola indossa così alla fine una scarpa sporca del sangue delle sorellastre.

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Nella foto, in alto: disegno della favola di Cenerentola dei fratelli Grimm

Mi puoi spiegare gli oggetti rappresentati?  La tecnica?  Le opere rappresentate sono tutti momenti della favola: L’opera Cenerentola balla da sola, 2011 rappresenta la figura di Cenerentola in povertà accanto al fuoco e Cenerentola nel giorno delle sue nozze. E’ composta da due abiti in misura reale in seta e cotone interamente tagliati e cuciti a mano da me su cartamodello storico. Anche i tessuti sono stati tinti e stampati a mano con i blocchi storici di una collezione di una famosa azienda tessile italiana.

 

cinderella-3-642x1024L’opera Who is Cinderella?, 2011/2016 rappresenta le tre serate in cui nel racconto dei fratelli Grimm Cenerentola partecipa alla festa reale e il vano tentativo delle sorellastre di infilare il piede nella scarpetta al posto di Cenerentola. Infatti le tre scarpette sinistre (in misura reale e interamente realizzate, cucite e ricamate a mano da me)  rappresentano i tre abiti che vengono donati dall’albero che cresce sulla tomba della madre morta di Cenerentola su cui lei va a pregare tutti i giorni (rappresentato dal blocco di legno); la gamba realizzata in cartapesta su calco di una gamba di una ballerina professionista e rivestita in carta di riso rappresenta il piede delle sorellastre che tenta di infilarsi nella scarpetta d’oro persa durante l’ultima serata della lunga festa reale; ma come potrà mai infilarsi un piede destro in una scarpa sinistra?! L’opera Un piedino da Cenerentola, 2011/2016 rappresenta la perdita della volontà a camminare sui propri piedi da parte di una donna che non vede altro modo di migliorare la propria vita se non quello di sposare un principe mettendo da parte i propri talenti e la possibilità di farsi strada da sola nel mondo.  Il piede è un simbolo sessuale sia in occidente che in oriente. Nell’antica Cina infatti era fasciato fin dalla più tenera età per impedirgli di crescere e raggiungere la misura di 10 cm, il famoso loto d’oro. Le donne così costrette a incedere appoggiate a lunghi bastoni venivano maritate a uomini ricchi. Nell’installazione vediamo sopra un ceppo di legno scorticato appoggiato un piede sinistro in cartapesta rivestita di carta di riso. L’opera Elevarsi, 2011 rappresenta il momento in cui il principe sceglie Cenerentola come propria ballerina, la sequenza divisa in quattro movimenti del piede di ballerina classica nell’atto di porsi in punta è disegnata a sanguigna su carta di riso su tavola. La fatica e il sacrificio per raggiungere l’ideale di bellezza e leggerezza della danzatrice classica non è dissimile al sacrificio delle giovani cinesi che si fasciavano i piedi nell’antica Cina. Si vede che c’è unione di arti come la scultura moda e pittura mi spieghi il concetto di questo insieme di arti?  Il mio eclettico percorso di formazione artistica mi ha permesso di acquisire diversi linguaggi che ho voluto far interagire in ogni installazione. Reputo ogni forma di comunicazione adatta al mezzo espressivo nella sperimentazione contemporanea per esprimere il significato dell’opera.

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Nella foto, in alto: Valentina Taetti, davanti ad uno dei suoi abiti della performance con la sindaca di Nova Milanese, Rosaria Longoni.

A conclusione dell’intervista l’artista Valentina Taetti mi presenta la sindaca di Nova Milanese, Rosaria Longoni. La sindaca a aperto al pubblico l’evento dimostrando entusiasmo e soddisfazione. In quell’occasione la sindaca mi esprime la sua particolare attenzione e sensibilità per l’arte e la cultura in generale.

La redazione di Mondomarziale ringrazia Valentina Taetti.

 Stefania Monciardini