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Dubai. La magia dell’ingegnere o il colpo d’occhio?”

Nella foto, in alto: la spettacolarità del Burj Khalifa

Dubai, conosciuta per la sua architettura futuristica e i suoi progetti urbani audaci, è spesso al centro di discussioni accese. Sebbene sia ammirata per il suo impressionante sviluppo e la capacità di attrarre turisti da tutto il mondo, una parte significativa dell’opinione pubblica è scettica riguardo alla sua autenticità, esprimendo spesso critiche con la frase: “Ma è tutto artificiale!”. Questo articolo esplora le radici di queste critiche e le implicazioni per la città.

Nella foto, in alto: il Museo del Futuro a Dubai

La concezione di Dubai come città “artificiale” nasce principalmente dalla sua rapida trasformazione dal deserto a una metropoli ultramoderna. Nel giro di pochi decenni, Dubai è passata da un piccolo insediamento di pescatori di perle a una delle città più avanzate del mondo, dominata da grattacieli mozzafiato e isole costruite dall’uomo. Questo sviluppo incredibilmente veloce è stato possibile grazie a ingenti investimenti derivanti dal commercio del petrolio e dalla volontà del governo di diversificare l’economia.

Nella foto, in alto: Una bellissima e naturale spiaggia di Dubai

Una delle critiche principali riguarda proprio l’origine e la natura di molti dei suoi progetti: dalle isole Palm Jumeirah e The World, create artificialmente, ai grandi centri commerciali con piste da sci indoor. Queste meraviglie ingegneristiche possono apparire come ostentazioni di ricchezza più che integrazioni armoniose con l’ambiente naturale e la cultura locale. L’utilizzo massiccio di risorse per mantenere tali strutture operative nel mezzo del deserto solleva preoccupazioni ecologiche significative.

Nella foto, in alto: ancora natura, con un’altra spiaggia

Un altro aspetto delle critiche riguarda il tessuto sociale della città. Dietro la facciata lussuosa, infatti, si celano disuguaglianze sociali evidenti. Molti dei lavoratori che contribuiscono a mantenere l’imponente macchina turistica e commerciale di Dubai sono immigrati, spesso provenienti da paesi asiatici, i cui diritti e condizioni lavorative sono stati oggetto di serie critiche da parte di organizzazioni internazionali per i diritti umani.

Nella foto, in alto: il deserto di Dubai

Tuttavia, è innegabile che Dubai rappresenti unicum nel panorama globale: una città che ha saputo reinventarsi per diventare un hub mondiale per il turismo, il commercio e l’innovazione. Sfida il concetto tradizionale di città e propone un modello di sviluppo che, seppur imperfetto, è capace di destare ammirazione e suscitare invidia.

La critica dell’artificialità non toglie meriti a Dubai per i suoi successi, ma invita a riflettere sulle sfide future: trovare un equilibrio tra crescita rapida e sostenibilità, tra innovazione e preservazione culturale. Forse ciò che molti percepiscono come “artificiale” è semplicemente il risultato di un coraggioso esperimento urbano, un esperimento ancora in evoluzione, che invita il mondo a studiare le sue leggi e i suoi limiti.

Nella foto, in alto: la bellezza dell’artificialità: Miracle Garden

Ma nonostante le critiche di qualcuno… ça va sans dire… Dubai é la regina della sicurezza, del lusso e della modernità del mondo! Già il vivere in una città senza delinquenza non ha pari. E poi… il verde non manca proprio!

Tiziana Giglioli

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