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Conoscere Milano. Idee progettuali nella Milano del dopo guerra

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Nella foto, in alto: la torre Velasca

 

Architetti, ingegneri e urbanisti, vengono richiamati a un ritorno all’ordine.  L’urgenza di ricostruire le città distrutte dai bombardamenti era urgente. Si sà che con la fretta non si realizza nulla di buono. Si costruisce in modo selvaggio, senza regole non si pensa all’estetica alla tradizione. Una ristretta cerchia di architetti e ingegneri degli anni Cinquanta e Sessanta si prodigano a volersi riappropriare della materia. Scrivono libri, articoli, si formulano teorie. Nascono le riviste di settore come Casabella, Domus ecc. C’è maggior consapevolezza di dare delle regole. Si guarda ai pionieri dell’architettura moderna Mies Van der Rohe, Walter Gropius, ed altri. I nuovi materiali, il cemento armato permette di realizzare una nuova architettura. Due esempi a Milano sono la torre Velasca e il grattacielo Pirelli. La torre Velasca, insieme anche al Grattacielo Pirelli, sancisce una svolta nell’architettura italiana in direzione di un rinnovato impegno interpretativo dei valori storici della città, del territorio e di una nuova estetica compositiva.  I progettisti della torre Velasca sono il gruppo BBPR fondato nel 1932. Le loro idee sono chiare, rispetto della storia, la città ha una sua identità in continuità con il passato e memoria storica dell’architettura lombarda. Giò Ponti architetto design protagonista ricercatore dei nuovi materiali fonda la famosa rivista Domus. Fa parte della Triennale di Milano per la promozione all’estero degli architetti italiani.  Il grattacielo Pirelli realizzato nel 1955, rappresenta sulla scena milanese uno dei primi esempi di architettura internazionale, esce dallo schema rigido del parallelepipedo, sviluppandosi in altezza.

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