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Cartoomics sabato 10 marzo 2018 seconda e terza tranche

SABATO 10 MARZO
SECONDA TRANCHE

Non possiamo che scusarci con i lettori per il tremendo ritardo con cui pubblichiamo questo articolo, ma nel mese di marzo gli eventi si sono accavallati a tal punto che abbiamo dovuto compiere delle scelte di tempistica. Che volete farci, siamo tutti esseri umani e le giornate hanno sempre e soltanto ventiquattro ore. Concedeteci quindi una certa dose di comprensione se privilegeremo  alcuni match a discapito di altri che racconteremo solo per sommi capi. Ribadendo, come al solito, il concetto fondamentale: perché diavolo non eravate lì anche voi, se vi interessava?

Show delle ore 15
Presenta Emiliano Zotti, che sembra arrivato direttamente dal set di Jurassic Park, data la somiglianza con l’attore Wayne Knight. Cattura-horzDopo cinque minuti, Emiliano era già nella nostra lista dei personaggi adorabili, tant’è che era praticamente obbligatorio approfondirne la conoscenza. È un ragazzo di 21 anni nato in provincia di Bergamo, a Calcinate. Ora vive in provincia di Brescia e, pensate un po’, chi direbbe mai che un fisico goffo e traccagnotto nasconda quattro anni e mezzo di allenamento serio e duro? Quante volte diremo che il wrestling è per tutti, a condizione di volerlo fare davvero? Il wrestling non consiste soltanto in cento chili di carne sul ring, ma è anche tutto quello che c’è attorno, al ring. Presentatori, vallette, manager, sarti specializzati, staff (ma sì, dai, anche noialtri cronisti opinionisti)… tutti contribuiscono alla buona riuscita di uno spettacolo, e guai se non ci fossero! Emiliano, inoltre, ha un grandissimo pregio: sa essere autoironico, ed è una dote che in questo ambiente di permalosi e irascibili, pochissimi hanno. Si allena nel polo di Brescia della ICW con Nick Lenders. Consapevole che il suo fisico non sia esattamente da main eventer va avanti ugualmente, con tanta modestia e tanta energia, dividendosi come tutti quanti tra ring e vita “normale”, (infatti studia per diventare operatore socio sanitario) preferendo un appagante ruolo di bravo presentatore a quello di atleta poco appariscente. Finora, infatti, ha disputato soltanto tre match ma non gli importa molto. È consapevole di essere comunque parte integrante dello show, e questo gli basta. Rimanete sintonizzati perché contiamo di intervistarlo a breve con altri personaggi che rimangono in ombra anche se anche loro giocano ruoli importanti.
Ma torniamo al lottato!

Primo match: Taurus, la Montagna che Cammina, contro Stefanos, il Bronzo di Novara.

Nella foto, in alto: Taurus contro Stephanos
Nella foto, in alto: Taurus contro Stephanos

Una cosa un po’ senza storia… anche se sei grande grosso e cattivo come Stefanos, non è che puoi sfrittellare Taurus sul ring così come sgranocchiare noccioline. E c’è da precisare che quando Taurus viene giù dal ring, il pavimento trema. Quando scende Stefanos lo prendono per Lo Sbronzo di Novara da tanto che è suonato per quante ne ha prese. Vabbè, ci hanno fatto divertire e va benissimo così.

Secondo match, e qui si cambia musica in tutti i sensi. 1930664_566929396808697_1723382531260365363_nPrimo perché sono due pesi leggeri, secondo perché è il turno di Tenacious Dalla, il rocker del ring. Questi si trova ad affrontare Terry Isit, che abbiamo avuto occasione di vedere in mezzo a corde di altri colori. Isit è bravo, ma il nostro cuore è tutto per Tenacious: ci ricorda troppo Sid Vicious per non averlo amato dal primo istante in cui ci è comparso davanti, qualche anno fa. Il match inizia a tutta velocità con Dalla che organizza un “frittella party”: dropkick, monkey flip, rockpower legdrop, suicide dive… Terry si ripiglia e cerca di reagire, ci prova e ci riprova, ma non c’è verso: il suo avversario è un osso troppo duro. Dalla gli rifila una bella RKO, Isit replica con una zuccata in pieno sterno, poi Tenacious lo finisce con… boh, qualcosa. Cosa, non lo sapremo mai in quanto c’era sempre Max Peach davanti a noi che scattava fotografie andando avanti e indietro attorno al ring e il più delle volte non ci permetteva di vedere niente. In effetti, uno così, a Milano, lo chiamano proprio “Picc” che si pronuncia allo stesso modo di Peach ma vuol dire un’altra cosa… Hehehehhe!

Terzo match: Queen Maya vs Alyx,

Nella foto, in alto: la piccola Alyx con Erika Corvo
Nella foto, in alto: la piccola Alyx con Erika Corvo

Una quasi esordiente i cui match pregressi si contano ancora sulle dita di una mano sola. Una bella biondina che, a vederla in altro ambiente, mai e poi mai penseresti sia in grado di salire su di un ring e tenere testa alla Regina. L’incontro è piacevole e “ciccioso”, le mosse non mancano e sono eseguite a dovere. Ha la meglio Queen Maya anche se la piccola Alyx è in grado di darle filo da torcere. Piccolina davvero in tutti i sensi, pensate che ha solo sedici anni! Più che sul lottato, qui ci va di approfondire la conoscenza con questa simpatica e coraggiosa ragazza, dato che abbiamo avuto la possibilità di una chiacchierata tra donne. Come dicevamo, nonostante abbia solo sedici anni ha già le idee molto chiare e le arti marziali fanno per lei: se non avesse fatto wrestling le sarebbe piaciuto fare boxe. Voleva farsi valere, una sorta di rivincita personale contro quelli che vedono le ragazze come lei soltanto in tutù rosa a fare le ballerine o a sognare di diventare veline. Ha scelto l’accademia della ICW giudicandola la scuola più seria tra quelle disponibili e si è allenata seriamente, con tanta grinta e passione per un anno e mezzo. Il suo primo match è stato il 21 gennaio di quest’anno a San Martino in Strada, in provincia di Lodi: un tag team match dove lei e la sua maestra, Adele Bernocchi (e ci inchiniamo nel nominarla) erano in coppia contro Irene e Valery. Ricorda ancora l’ansia e la tensione prima di salire sul ring, svanite come nebbia al sole al suono della campana. Appena hanno iniziato a combattere è stata di nuovo lei, lucida e grintosa. Nella vita privata, frequenta il terzo anno in un istituto tecnico per il turismo. Le piace molto leggere e la troviamo preparatissima in letteratura e scienze comportamentali. Ve lo sareste mai aspettato?

Quarto match: Lenders contro Ritmo.

Nella foto, in alto: Ritmo, la rivelazione del 2018
Nella foto, in alto: Ritmo, la rivelazione del 2018

Lenders lo conosciamo già. Ritmo è arrivato fresco fresco dall’Inghilterra, più precisamente da Nottingham. Secondo noi è la rivelazione dell’anno 2018. Sbalorditivo! È perfetto! Piccolino e bruttarello, ma appena sale sul ring ti bodyslamma il cuore. E il wrestling dovrebbe essere questo: strabiliarti, lasciarti di gesso, senza parole! Hai voglia a dire che dev’essere “credibile”… Guarda un po’, a noi piace incredibile! Ritmo è scattante, agile, acrobatico, scherza col pubblico, fa il buffone con l’arbitro, sbeffeggia l’avversario, mosse da paura, e quando scende è l’umiltà fatta carne. Sono bastati i primi due minuti di match per farci esclamare: “porca zozza, questo sa volare!” Lenders gliene combina di ogni: dal morderlo come fosse cannibale alle bodyslam, fallaway slam, 450 splash, e di tutto e di più, ma Ritmo si rialza sempre e vola via di nuovo. Solo un pedigree riesce a fermarlo fino al pin di tre, ma non ce ne frega niente. Per noi ha vinto lui lo stesso: troppo bravo! La sua agilità ha catalizzato a tal punto la nostra attenzione che perfino le tremende mutande rosse a pallini neri che gli escono dall’attire riescono a distoglierci da tutto quello che è capace di combinare sul ring!

Nella foto, in alto: Gabriel Bach e Coach Lillo
Nella foto, in alto: Gabriel Bach e Coach Lillo

Quinto match: Un bel tag team! Gabriel Bach e Coach Lillo vs Cj Connors e Joe Black. Anche in questo match gli stranieri si sono rivelati ossi duri e hanno fatto un po’ il bello e il cattivo tempo. Un bello scontro veloce e dinamico di quelli che ci piacciono tanto condito con dropkick, backbraker, suicide dive, bellissime combo e “frittella move” a piacere. Alla fine un bellissimo lionsault su Bach risolve la questione.

Nella foto, in alto: Il Mezzo Demone Nemesi
Nella foto, in alto: Il Mezzo Demone Nemesi

Il sesto match è valido per la cintura Rising Sun Champion e vede contrapposti Nemesi e Paxxo. Nemesi parte in quarta e per due volte di fila infila un bel dropkick nel mezzo di una international, seguiti da un pescado e una head scissor. Paxxo sembra abbia le batterie scariche e non brilla. Nonostante faccia parecchie cose, come un gomito sulla zucca di Nemesi, un calcione in un orecchio e una mezza broncobuster, le fa tutte senza ingranare la marcia giusta. Nemesi invece dà lezioni di attitude e di selling tra una mossa e l’altra. Diving crossbody, RKO e superkick, l’incontro è suo e se l’è mertato. Yeah!

TERZA TRANCHE, ore 17

Troviamo molto coreografico il continuo cambio di nomi degli arbitri, che ad ogni incontro che dirigono si chiamano in modo diverso e con appellativi improbabili come “Marco Spiritelli” che dopo si chiama “Marco Marchi” e che poi diventa “Marcovaldo”. Prima o poi diventerà anche Marco Da Bollo e bisognerà pagarlo 20 euro ogni volta che dirigerà un incontro.

Nella foto, in alto: la Regina del Ring, Queen Maya
Nella foto, in alto: la Regina del Ring, Queen Maya

Primo match: Mary Cooper vs Queen Maya. Mary è una pallina di fuoco e pepe. Maya fa il suo ingresso sulle note dell’Inno alla Gioia di Beethoven, altezzosa e regale. Fa strano vedere contrapposte queste due donne così diverse l’una dall’altra, ma è anche interessante osservare le diverse strategie che adottano cercando di prevalere. Mary viaggia sulla dinamica e si sbizzarrisce in mosse e stramosse, Maya sulla potenza, e le bastano dei sonori ceffoni bene assestati per strapazzare la minuscola Mary. Ma infine è quest’ultima a prevalere: dopo una bella sunset flip e una head scissor, schiena la Regina con una fisherman neckbreaker.

Nella foto, in alto: la dinastia Oscura, Ombra e Gargoyle
Nella foto, in alto: la dinastia Oscura, Ombra e Gargoyle

Secondo match: Ombra e Gargoyle vs Max Peach e Gravity. Gravity inizia alla grande con una delle sue spaccate, e approfitta di stare in basso per atterrare Gargoyle con uno small package. Appena questi si rialza lo fulmina con un dropkick altissimo. Una combo back kick sancisce il cambio tra gli atleti, e Peach organizza una trenino drop con ginocchiata finale su Gargoyle caricandosi sulla schiena prima Ombra e poi il compagno Gravity.

Nella foto, in alto: Peach e Gravity
Nella foto, in alto: Gravity e Max Peach

A sottolineare la drammaticità della faccenda arrivano dallo stand accanto le note della Morte Nera di Guerre Stellari. Che bella cosa, il Cartoomics. Niente accade per caso. C’è da dire che la Dinastia Oscura in questo match non ha brillato, La sola cosa degna di nota è un lionsault di Gargoyle su Peach dopo che è stato malmenato a dovere, soprattutto durante una distrazione dell’arbitro Luca Cattaneo. Peach si disfa degli avversari con una spinning su Gargoyle. Nuovo cambio, entrano Gravity e Ombra. Anche stavolta Gravity dà spettacolo: due superkick una serie di handsprings seguite da un dropkick altissimo. Peach gli dà il cambio ed esegue una Gory special. Gravity tenta una diving double foot stomp ma Gargoyle lo distrae. Concentrando l’azione su di loro due, l’arbitro non vede Ombra tirare una low blow su Peach e si gira solo in tempo per sancire lo schienamento di quest’ultimo.

Nella foto, in alto: il Maestro Manuel Majoli
Nella foto, in alto: il Maestro Manuel Majoli

Terzo Match: Psycho Mike contro Manuel Majoli, valido per il titolo Cartoomics 24/7. Belli, questi due! Non avete idea di quanto ci piacciano! Mike, la quintessenza della pazzia. Manuel, un pezzetto di Japanese Attitude sul suolo italico. Psycho vuole combattere con le stesse armi dell’avversario, a quanto pare, dato che lo atterra con una mossa presa di peso dalle arti marziali. Manuel si vendica con una arm drag, un hiptoss, una overhead german suplex e una front facelock suplex. Guai a fare arrabbiare Manuel!

Nella foto, in alto: Psycho Mike
Nella foto, in alto: Psycho Mike

Psycho ribatte con una crucifix pin e una scissor legsweep a cui Manuel risponde con una variante dell’inside craddle pin. Passa nuovamente all’attacco con una dragon’s whip e un bellissimo dropkick eseguito in handstand. Quando sul ring ci sono i maestri, si vede la differenza! E ancora una sling blade e una butterfly suplex in avalanche… madonna, questo non è un match, è un caploavoro! Non c’è un attimo di pausa, ma quanto fiato hanno, questi due? Come resistono a tutto questo? Il pubblico è in delirio, urlano e applaudono. Non si può restare indifferenti ad esibizioni di questo calibro! Non basta ancora? E allora beccatevi una 450 splash a vuoto, e pensate che fa un male della madonna anche quando la si fa in piscina… e qui non c’è l’acqua! Mike si incavola e gli tira una Space Tornado Ogawa seguita immediatamente da una Vader splash con cui chiude l’incontro. Madonna, ci si sente stanchi anche solo a guardarlo. Onore al merito, questi due sono magici!

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Nella foto, in alto: Erika Corvo con Ritmo e Terry Isit

Quarto match: Ritmo e Travis contro Jesse Jones e Terry Isit. Eh, beh, e qui inseriamo il turbo e ci prepariamo a qualcosa di mitico! Il match inizia con una contemporanea di due dropkick di Ritmo e Travis contro gli avversari. Questi fanno per saltargli addosso, ma loro si spostano e Jones e Isit cozzano tra loro come due fessi. Ritmo, Ritmo è meravglioso! Come scherza col pubblico, come sbeffeggia gli avversari, la presenza scenica che altri si sognano… senza ombra di dubbio è la rivelazione di quest’anno e siamo davvero felici di poter dire: “Noi c’eravamo”. Riparte con una head scissor degna di un gatto su Isit e con scambi velocissimi con il compagno di tag lo lavorano al braccio. Isit sembra frastornato e non riesce a reagire sulla stessa loro lunghezza d’onda. Dopo due dropkick altissimi, Travis viene messo fuori ring in modo scorretto da Jones e quando torna su le prende di santa ragione, specialmente ogni volta che l’arbitro guarda altrove. Ma quante, ma quante, ma quante che ne prende! Il massacro di Forte Apache. Poi riprende il controllo della situazione e trasforma un doppio suplex che stava per subire in stereofonia da entrambi gli avversari in un doppio neckbreaker. Torna in scena Ritmo e dopo il touch tira a Isit un tremendo calcione sul muso (no, non è una mossa, è proprio un tremendo calcione sul muso!) e un flying forearm (quello che abbiamo amato con AJ Styles) fulmineo. E poi calci calci calci e un enziguiri da fenomeno. Incastra gli avversari uno dentro l’altro e va via di neckbreaker in modo che vengano giù tutti e due. La velocità di questo ragazzo è impressionante. Riuscirebbe a mordere un cobra prima che il cobra morda lui. Ora è il suo turno di venire malmenato e subisce un front suplex toss. Rientra Travis e va giù pesante di sweet chin music e un pescado da urlo. Ritmo torna su in tempo giusto per chiudere con una 450 splash. Ma in scioltezza, come se la pucciasse nel latte a colazione tutte le mattine. Tutti e quattro sono stati bravissimi, ma Ritmo ci ha incantato dal primo all’ultimo minuto, e quante cose ci fa stare, in un minuto! Ai tempi del cinema muto le macchine da presa registravano le immagini un filino più lentamente di quanto poi girassero nei proiettori, cosicché al momento di guardare, sullo schermo risultava tutto velocizzato. Ogni suo movimento è velocissimo, come se viaggiasse in universo parallelo più rapido del nostro. Mai visto nessuno, dal vivo, con una grinta simile. Ricorda parecchio quello che combinavano i Motorcity Machine Gun, che sono sempre stati il nostro tag team preferito. Altro che la WWE, mezz’ora al microfono, due mosse e tutti a casa! Questo ti stende, ti fa saltar su dalla sedia, ti fa urlare tutto il tifo che hai dentro! Vogliamo rivederlo di sicuro, sperando che ce lo bookino ancora, e magari spesso!%

Sesto ed ultimo match, più che un incontro, c’è uno scontro. Tremate, è l’ora dell’Apocalisse: pentitevi dei vostri peccati! Royal Rumble! Qua il macello è regnato sovrano e c’erano talmente tanti partecipanti che più che un reportage servirebbe un censimento della Doxa. Praticamente c’erano tutti quelli che si sono esibiti finora, e magari hanno chiamato anche gli amici e i parenti. Dite un nome a caso… ecco, c’era anche lui! Ci limiteremo a dire che c’erano una ventina di atleti sul ring e che, cosa bella, partecipava anche Mary Cooper. Eccheccavolo, mai capito perché non debbano esserci incontri misti. Anche le donne sanno combattere! Chi ha vinto? Ha vinto Taurus la Montagna che cammina che per l’occasione era vestito da Chef Cannavacciuolo, così non si potrà dire che la Rumble sia sempre la solita minestra. Qualcuno dice che c’è troppa confusione. Certo, non si riesce a star dietro a tutto quello che succede, ma in fondo è bello proprio perché è così. A noi, piace.
Che ne dite, ci vediamo tra qualche giorno per raccontarvi quello che è successo domenica? Stay tuned!

Grazie a Birrachiara per il supporto tecnico

                                                                                                                                                                    Erika Corvo

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