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Arti marziali. Al bando la timidezza!

 

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Nella  foto, in alto: Miyamoto Musashi, poeta e guerriero

Nell’addestramento alle arti marziali, si acquisisce la padronanza del proprio corpo, della propria gestualità, nonché equilibrio e sicurezza interiori che sono indici della misura della qualità tecnica raggiunta. Numerose paure ed incertezze vengono affrontate durante l’addestramento tecnico. L’esecuzione corretta di un kata, presuppone uno svuotamento emozionale che porta il praticante arti marziali, ad una completa immersione nell’azione, senza scollamenti spazio-temporali, tra pensiero ed azione. A questo si arriva attraverso la continua ripetizione degli esercizi.

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Nella foto, in alto: la timidezza negli animali
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Nella foto, in alto: la timidezza nei bambini
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Nella foto, in alto: la timidezza negli adulti

Quando il gesto è acquisito perché reiterato, la mente lavora all’unisono con il corpo senza esitazioni ed incertezze che sarebbero fatali in un combattimento reale. Lo spirito e l’energia di chi pratica arti marziali sono entrati nell’essere, nel tandem (centro dell’energia), indirizzati potentemente nell’azione, senza che i movimenti degli arti e del corpo permettano distrazioni. Tutto avviene in un armonico susseguirsi di azione e rilassamento. Nel combattimento, il confronto con l’altro è il confronto con se stessi, con la propria abilità, ma , prima ancora, con la propria energia. Si affrontano le proprie paure e incertezze che irrigidiscono lo spirito creando divario tra azioni del corpo e determinazioni della mente. Affrontata la propria limitazione si scoprono nuovi orizzonti precedentemente nascosti nella nebbia dell’incertezza e della paura…

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Nella foto, in Nella foto in alto: un Kata un po’ avanzato (karate, stile Shotoka

L’arte marziale, quindi, va intesa come strumento di evoluzione spirituale e, pertanto, ha come obiettivo il perfezionamento spirituale del praticante, così come è per tutte quelle arti tradizionali orientali. Esse vedono il perfezionamento della gestualità tecnica e, nella ripetizione del gesto, un mezzo per scavare nella propria anima al fine di trovarne la pura essenza. Durante la pratica delle arti marziali, l’attenzione viene posta sulla ripetizione , come mezzo di interiorizzazione del gesto , sino a renderlo parte del patrimonio senso motorio del praticante. Il prestare attenzione alla propria gestualità e alle norme di comportamento, ha come scopo il liberare la mente dalle influenze dell’ambiente esterno e addestrare il praticante a essere presente con tutto se stesso ad ogni gesto e in ogni momento. L’indivisibilità tra mente e corpo comporta, come molte teorie scientifiche moderne confermano, che importanti trasformazioni si possano determinare nella psiche dell’individuo, agendo su atteggiamenti corporei e viceversa. A conclusione citiamo dei versi del grande poeta, guerriero Miyamoto Musashi, per definirne il senso:
Sotto la spada levata alta
c’è l’inferno che ti fa tremare.
Ma vai avanti
e troverai
la terra delle beatitudini.

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Nella foto, in alto: un emoticon timido

Infatti l’incontro con l’avversario non diventa alltro che l’incontro con se stessi. Le paure, le debolezze e le incertezze, non vanno proiettate sull’avversario, ma riconosciute come proprie. Così ci si apre al mondo con forza e coraggio, camminando verso la consapevolezza di sé e la serenità.

Michele Bianchi
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