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Prendere il sole? Sì, ma con una serie di accorgimenti… ascoltiamo i consigli di chi se ne intende

Nella foto, in alto: il sole caldo dell’estate

In vista del tanto agognato periodo vacanziero un gran numero di italiani, amanti per antonomasia dell’estate, hanno da tempo cominciato la ricerca dell’abbronzatura a trecentosessanta gradi. Prendere il sole porta la nostra pelle a essere sempre più luminosa e aiuta l’organismo nella produzione di vitamina D. Portando avanti lo sviluppo delle difese immunitarie.

Ma, è d’uopo ricordare che esporsi ai raggi solari  troppo a lungo, o nelle ore più calde, specialmente in questo momento dell’anno in cui la loro azione è più intensa, può risultare molto pericoloso per la salute della pelle. È sempre bene,  perciò, adottare una serie di comportamenti che aiutino ad evitare scottature e irritazioni, fra cui l’assunzione di una maggiore quantità di acqua.

Nella foto, in alto: una donna che si idrata per migliorare la sua abbronzatura

Quando la pelle è a contatto con la luce solare, al suo interno si attiva la melanina, che ne pigmenta lo strato più esterno e forma una barriera naturale contro i raggi del sole per proteggerla. Ma per una difesa più efficace, l’azione della melanina non basta. Per favorire questo meccanismo, è fondamentale utilizzare creme protettive antiscottature e consumare più acqua del normale in modo da idratare la pelle aumentando la formazione di una barriera protettiva.  Secondo il prof. Alessandro Zanasi, esperto dell’Osservatorio Sanpellegrino e membro della International Stockholm Water Foundation: “Assumere una maggiore quantità di liquidi durante i mesi estivi è basilare se si vuole prevenire la disidratazione dei tessuti. In questo modo, la pelle si rigenera con più facilità, stimolando il sistema di protezione dell’organismo contro i raggi solari”. 

Nella foto, in alto: un’abbronzatura uniforme

L’esposizione al sole provoca, infatti, un maggiore consumo di liquidi, causando, talvolta, fastidiose scottature, soprattutto se il tempo di esposizione è prolungato. “Lo strato più esterno della cute, che ha il compito di proteggerla, perde lentamente la capacità di trattenere l’acqua all’interno del corpo. Questo comporta una maggiore secchezza e minore elasticità della pelle a causa della disidratazione dei tessuti, che mette a rischio di ustioni e scottature. Anche in questo caso l’idratazione può essere un alleato nel processo di guarigione dalla bruciatura. Una maggiore assunzione di acqua aiuta a ridurre significativamente i sintomi, ripristinando l’elasticità e i livelli di idratazione originari”. Conclude deciso il professor Zanasi. Ascoltiamo, perciò, le sue parole.

Salvatore La Verde

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