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La differenziazione didattica: un metodo indispensabile per una scuola innovativa

Ogni alunno è un individuo unico e irrepetibile. Per questo, è impensabile applicare a tutti gli alunni di una classe lo stesso metodo, assegnare gli stessi esercizi e comunicare con lo stesso stile.

La chiave per un intervento efficace è la differenziazione didattica: una prospettiva metodologica in grado di promuovere processi di apprendimento veramente significativi per tutti gli alunni. Attraverso la proposta di attività didattiche ed educative mirate a soddisfare i bisogni dei singoli, ogni alunno viene raggiunto e accompagnato nel suo processo di crescita.

Applicando questo metodo, affrontare il lavoro didattico con modalità differenti diviene la norma. Così, viene promosso un clima di classe più sereno, inclusivo, in cui ognuno possa esprimersi attraverso i canali che preferisce. Nessuno rimane escluso. E la visione dell’insegnamento cambia radicalmente da quella tradizionale.

Infatti, con il metodo didattico classico, basato sulla lezione frontale, il canale verbale e la logica del “programma” da seguire e completare a tutti i costi, solo un numero estremamente ridotto di alunni riesce a tenere il passo e trovare un senso nelle proposte. La maggioranza rimane escluso. E questo avviene perché non vengono prese in considerazione le “persone” nella loro unicità. Con conseguenze anche gravissime: il disamore per la scuola, la perdita di senso, fino alla dispersione scolastica.

Compito del bravo educatore, invece, è quello di offrire stimoli e opportunità “a tutti e a ciascuno”. Ogni singolo alunno ha diritto non solo all’istruzione, ma anche, e soprattutto, alla piena realizzazione del suo percorso di crescita.

La differenziazione didattica promuove tutto questo. Le proposte in classe tengono conto dei diversi stili di apprendimento (verbale, visivo, uditivo, cinestetico), delle diverse esigenze, dei punti di forza e delle difficoltà. Il panorama di una classe è sempre variegato ed è giusto raggiungere tutti. Uno stesso tema di qualunque, infatti, può essere affrontato sotto diversi punti di vista e con diversi stili: video, podcast, esperienze pratiche, canzoni, rappresentazioni teatrali, letture, contenuti multimediali e molto altro ancora.

Allo stesso modo, gli alunni devono avere il diritto di esprimersi nella modalità che risulta loro più congeniale. Assegnare a tutti gli stessi esercizi scritti tratti dal libro, sterili e, per i più, privi di un aggancio con la realtà, può essere comodo per l’insegnante, ma di certo non è funzionale per gli alunni.

Anzi, realizzare prodotti creativi, fantasiosi e alternativi, magari lavorando in gruppo, permette loro di incrementare la creatività, migliorare le abilità di team working e potenziare quegli stili di apprendimento che di solito non vengono sollecitati. Tutte competenze estremamente utili per il loro futuro ingresso nel mondo del lavoro.

Luana Vizzini

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