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“Intelligenza” vegetale: la capacità percettiva e comunicativa delle piante

Il mondo delle piante, forse ancora troppo poco noto, nasconde dei segreti affascinanti, che la scienza poco alla volta ci sta rivelando. Siamo portati a pensare che i vegetali siano creature passive, inanimate, poco più che inerti, e non abbiano capacità di percezione e comunicazione. Ma non è così.

Innanzitutto, le piante avvertono alcune vibrazioni. Lo ha dimostrato uno studio condotto dall’Università del Missouri nel 2014. In base ai risultati ottenuti, gli studiosi hanno evidenziato che le piante di arabetta comune riescono a distinguere tra le vibrazioni del vento e quelle prodotte da un bruco mangia-foglie. In presenza di queste, infatti, incrementano la produzione di una sostanza velenosa protettiva. Sulla base dello stesso meccanismo, alcune piante producono una maggior quantità di polline dinnanzi al ronzio di api e bombi.

Ma non è tutto. Le piante, oltre a percepire il pericolo, lo comunicano tra di loro. Infatti, quando vengono attaccate da un insetto, lanciano un messaggio d’allarme, rilasciando nell’aria composti organici volatili che vengono recepiti dalle vicine e trasformati in composti insetticidi. Questo meccanismo di difesa comunitario è stato messo in luce da un gruppo di biologi delle Università di Yamaguchi, di Kyopti e di Okayama.

Un metodo alternativo di comunicazione è quello sotterraneo. Creando una rete di radici, le piante si passano informazioni sotto forma di segnali chimici. In particolare, puo essere oggetto di segnalazione la presenza di un predatore. È quanto scoperto dalla Swedish University of Agricultural Sciences e pubblicato sulla rivista “Plos One”. Inoltre, le piante riescono anche ad aiutare e nutrire i propri simili in difficoltà, trasmettendo loro le proprie sostanze nutritive anche per anni.

Tornando alle vibrazioni, secondo un’altra interessante ricerca, condotta dall’Università dell’Australia occidentale nel 2017,  le piante percepiscono anche le vibrazioni prodotte dalle fonti idriche, riconosco quelle autentiche e si dirigono verso di esse durante la crescita. Protagoniste dell’esperimento sono state alcune piante di pisello,  sottoposte a un test di discriminazione tra il suono dell’acqua corrente autentico e quello registrato. Le piante hanno superato il test a pieni voti, riuscendo a riconoscere il suono autentico e preferendo quello dell’acqua nel suolo a quello dell’acqua di un lavandino.

Si può quindi parlare di una vera e propria intelligenza vegetale? La scienza ha ancora molto da rilevare su questo mondo intrigante. Certo è che, se le piante hanno un forte spirito di collaborazione, finalizzato alla conservazione della specie, vale la pena prendere esempio dal loro comportamento virtuoso.

Luana Vizzini

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