Print

Posted in:

Incidenti stradali con feriti. Manovre di primo soccorso.


Screenshot_20210308-000318_Gmail

Nella foto, in alto: un incidente con i soccorritori 

In caso di incidente stradale, l’assistenza e il soccorso ai feriti è un obbligo di legge. Secondo l’articolo 189 del Codice della Strada, tale obbligo grava sui conducenti a cui è riconducibile la responsabilità dell’incidente (art. 189 cds). Secondo l’articolo 593 del Codice Penale grava anche su qualunque persona si trovi nel luogo dell’incidente. L’omissione del soccorso costituisce reato

Il soccorritore deve, in primo luogo, chiamare i soccorsi speciali e sanitari competenti, e prestare il primo soccorso alle persone infortunate solo nei casi estremamente necessari ai fini della sopravvivenza. In particolare, deve effettuare manovre salvavita ed eventualmente, solo in un secondo momento, altre manovre utili e non rischiose, evitando che la vittima subisca ulteriori lesioni o interventi sbagliati. Nel primo soccorso deve distinguere le situazioni nelle quali risulta infortunata una sola persona da quelle in cui le persone infortunate sono più di una.  

Per proteggersi dal rischio da parte di agenti infettivi, dovrà usare guanti monouso. Solo in caso di assoluta necessità, il soccorritore potrà estrarre dal veicolo la persona infortunata, afferrandolo sotto le ascelle e facendosi aiutare da un secondo soccorritore per tenere il collo e la testa dell’infortunato in asse con il tronco, evitando i movimenti della colonna cervicale. Anche l’eventuale allontanamento dell’infortunato del veicolo dovrà essere effettuato mantenendo il più possibile in asse la colonna vertebrale e, in particolare, la posizione cervicale. 

Se l’infortunato è un motociclista, per rimuovere il casco occorre compiere la manovra delicatamente, tenendo ferma la testa dell’infortunato e liberandola con piccoli movimenti basculatori. Detta manovra sarà più sicura se effettata da due soccorritori. 

In caso di emorragia, bisogna considerare che questa può essere interna, esterna o esteriorizzata. Nelle emorragie interne, il sangue fuoriuscito si raccoglie in una cavità interna del corpo. Solitamente, queste emorragie si manifestano con progressivo stato di shock. In caso di emorragia esteriorizzata, il sangue, riversatosi in un primo tempo internamente (nelle vie respiratorie o nelle vie digerenti), fuoriesce in un secondo tempo all’esterno (dalla bocca). In questi casi, il soccorritore deve mettere l’infortunato in posizione anti shock o in posizione di sicurezza, provvedere all’immediato ricovero all’ospedale, non dargli da bere e non tamponare il flusso di sangue dal naso o dalle orecchie dovuto a trauma cranico. 

Se l’emorragia è esterna, c’è una fuoriuscita del sangue da una ferita. Talle emorragia può essere arteriosa (se il sangue, di colore rosso vivo, fuoriesce con forza a getto), venosa (se il sangue è di colore rosso scuro), o mista (quando il flusso sanguino è continuo e abbondante). Il soccorritore dovrà lavare con acqua abbondante la ferita sporca di terra e coprirla con una garza, per evitare che vi affondino corpi estranei. Inoltre, dovrà comprimere con le dita l’arteria interessata, se si trova in un punto fra il cuore e la ferita, e applicare un laccio emostatico al di sopra della ferita, se il flusso non cessa e se l’emorragia interessa un arto. Se il ricovero non avviene entro 30 minuti, dopo tale tempo sciogliere il laccio per almeno 5 – 10 minuti, tamponare, comprimere leggermente la ferita e rimettere il laccio. 

Infine, lo stato di shock consiste nella caduta della pressione arteriosa, con conseguente riduzione dell’afflusso di sangue ossigenato alle cellule. Le cellule dei tessuti nobili (cervello) possono riportare gravissimi danni già dopo tre minuti, pertanto occorre intervenire immediatamente.

Screenshot_20210309-091653_WhatsApp

Nella foto, in alto: un incidente motociclistico

Lo stato di shock è determinato da perdita di liquidi organici, ovvero sangue e plasma, emozioni violente, traumi, insufficienza cardiaca o dolore intenso. I sintomi dello shock sono: aumento delle pulsazioni (60 o 80 al minuto), respirazione affannosa (fino a 30 al minuto), colorito pallido delle labbra e della cute, ma anche mani, piedi e fronte freddi e sudati e uno stato di agitazione e confusione mentale.

In questi casi, se l’infortunato è cosciente, il soccorritore deve metterlo in posizione antishock, supino con le gambe sollevate. Se, invece, è incosciente, deve metterlo in posizione di sicurezza, sdraiato su fianco con la bocca rivolta verso il basso. Sarà, inoltre, necessario rimuovere, se possibile, le cause che hanno determinato lo shock, tamponare la fronte dell’infortunato con bendaggi di acqua fredda, liberarlo da costrizioni come cinture, cravatte e colletti, coprirlo bene con coperte o capotti (a meno che non sia ustionato), non metterlo in piedi e non avvicinare sorgenti di calore alla sua pelle.

          Peter Paul Huayta Robles

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *