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Il giovane criminale Genet/Sasa’

Teste Matte
Nella foto, in alto: un suo libro

Salvatore Striano, alias  Sasa’, si trovava a Sondrio su invito degli Amici del Teatro Sociale, la sera avrebbe tenuto il suo spettacolo, mi è stata data la possibilità e per me è stato un privilegio, di conoscerlo e di intervistarlo. Mi ero preparata le domande, mi sono informata, ho spulciato qua e là nel web, l’ho finalmente incontrato e ho capito dalla sua stretta di mano e dal calore della sua presentazione che non avrei fatto quasi nessuna di quelle domande e così è stato. Salvatore non può essere messo nello stereotipo di una comune intervista, non bastano poche righe o un tempo limitato, scriveresti di lui per ore e per ore lo staresti ad ascoltare. Mentre parla vedi scorrere la sua vita come fosse un filmato, sei con lui per la strada, sei con lui mentre è giovane criminale che entra ed esce dal carcere, puoi sentire il suo dolore perché te lo comunica, si, è un grande comunicatore di emozioni, non le ferma, la gioia come le lacrime scorrono dentro e fuori Sasa’. E’ una persona positiva e propositiva, non si può parlare solo del male, dice, ma, bisogna dare anche la possibilità di curarlo.

La tempesta di Sasa
Nella foto, in alto: ancora un suo libro

Racconta la vita vera, non ha bisogno di menzogna per emergere, ti racconta la vita, la sofferenza del carcere, è severo con se stesso perché non ha saputo essere il figlio che voleva essere  e con chi ha commesso un qualsivoglia crimine ma, nello stesso tempo ti fa capire che può esistere un carcere che dia la possibilità di uscirne vivo e cambiato. Il messaggio che lancia è soprattutto ai giovani, in cui crede molto e infatti, è nelle scuole che lui entra, perché i ragazzi sappiano che “senza gli strumenti dell’istruzione non vai da nessuna parte, la scuola non è bella e non deve esserlo ma deve essere importante, non è vero che bisogna provare di tutto per poter scegliere il bene” e si illumina parlando di Shakespeare, dicendo che gli ha insegnato che per stare bene deve stare fuori dalle tragedie, non mettersi nei panni dei personaggi, cultura come educazione al bene non al male.  Salvatore sa cosa vuol dire rispetto, lo percepisci quando parla di bambini, di anziani e di animali, il suo life motive è l’amore, “le persone vuoi metterle in difficoltà? Amale” questo è il suo messaggio. Potrei scrivere ancora pagine e pagine, ma, io non voglio scrivere voglio dipingere Salvatore, vorrei che voi lo vedeste attraverso le mie parole con i mei occhi, lui parla prima che con le parole con gli occhi, le mani e il cuore, i suoi non sono gestri teatrali ma rafforzativi di quello che dice e pensa, i suoi occhi, che come dice lui hanno ancora lo sguardo del mariuolo fanno parlare il suo cuore. Si, è stato un privilegio conoscerlo e auguro a molti di poterlo incontrare.

                                                                                                                                        Tiziana Gatti

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