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Giordano Bruno e l’uomo nuovo

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Filippo Bruno, noto con il nome di Giordano Bruno (Nola, 1548 – Roma 17 febbraio 1600), è stato un frate domenicano ed un filosofo. Messo al rogo dalla chiesa per le sue rivelazioni. Il vecchio doveva essere rimosso a favore del nuovo. Mettere in pratica l’insegnamento del Cristo. La contraddizione della chiesa incrostata da ricchezza e potere. Così come i ricchi  tengono e tenevano il popolo in una schiavitù celata. L’egoismo e la superbia dell’uomo trasformate in altruismo e umiltà. La felicità intesa come distribuzione equa delle risorse, farebbe sì che l’uomo non debba fare la guerra, finirebbe la fame nel mondo e regnerebbe la giustizia la pace e la fraternità. Osserviamo che innestare il cambiamento sia molto difficile perché l’uomo ancora oggi è regredito a livello sociale e politico. Immaginate ora di dover vivere in modo assolutamente nuovo. Questo vuol dire vivere in una comunità, appena avreste un diverbio con un altra persona dovreste perdonare anziché infierire, porgere l’altra guancia anziché colpire, amare i tuoi nemici e non odiarli, dare invece di ricevere. Questo uomo nuovo è ancora “lontanissimo” da ciò che ora siamo. Esisterebbero i vecchi saggi alla guida del mondo e non il potere ladrone e oppressore. Ora il dilemma… Chi voterò alle prossime elezioni? O meglio chi sara’ il mio prossimoimo carnefice? Non sto dicendo fantasie. L’uomo ancora oggi è di natura animale, la Maga Circe (simbolicamente la materia) trasformava gli uomini in porci. Attendiamo tempi migliori. Un nuovo regno fatto di uomini nuovi.

Claudio Barattucci

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