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Fela Anikulapo Kuti, un nome sinomino di ribellione e innovazione, ha scolpito un’era nella storia della musica africana. Nato il 15 ottobre 1938 ad Abeokuta, Nigeria, Fela è cresciuto in un ambiente che mescolava cultura tradizionale e influenze occidentali. Questo mix unico ha gettato le basi per quello che sarebbe diventato il suo contributo più duraturo: l’Afrobeat.
Gli inizi e la formazione musicale
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Nella foto, in alto: Fela Kuti
Figlio di un insegnante di scuola e di una madre attivista per i diritti delle donne, Fela fu esposto fin da giovane alle questioni sociali e politiche del suo tempo. Trasferitosi a Londra negli anni ’50 per studiare medicina, presto cambiò il suo percorso verso la musica, iscrivendosi al Trinity College of Music. È qui che iniziò a sviluppare la sua visione unica che combinava jazz, funk, highlife e il ritmo tradizionale africano.
La nascita dell’Afrobeat
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Il ritorno di Fela in Nigeria negli anni ’60 fu il catalizzatore per la creazione dell’Afrobeat, un genere musicale fino ad allora sconosciuto. Mescolando ritmi africani con influenze jazz e funk, Fela riuscì a creare qualcosa di straordinario. Ma l’Afrobeat era più di semplice musica; era un veicolo per la denuncia sociale. Attraverso brani epici di 10-20 minuti, Fela parlava direttamente al popolo nigeriano delle ingiustizie, della corruzione e dell’oppressione.
L’attivismo e la risonanza politica
La musica di Fela non era solo rivolta a far ballare la gente; era un grido di battaglia. Fondò la Repubblica di Kalakuta, una comune che fungeva anche da studio di registrazione, clinica e quartier generale politico. Qui, circondato da una comunità affiatata di musicisti e attivisti, Fela scrisse alcune delle sue canzoni più celebri e controverse. “Zombie” e “Sorrow, Tears, and Blood” sono solo due esempi di come utilizzava la musica come mezzo di resistenza.
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Nella foto, in alto: Fela Kuti col suo strumento
Il prezzo della ribellione
La sua schiettezza e il ribellarsi contro le autorità portarono Fela a frequenti scontri con il governo nigeriano, culminati in raid, arresti e torture. Nonostante queste difficoltà, Fela rimase indomito, continuando a usare la sua piattaforma per promuovere il cambiamento sociale e politico.
L’eredità di Fela Kuti
Fela Kuti morì nel 1997, ma il suo impatto perdura. La sua influenza si estende ben oltre i confini della Nigeria, ispirando musicisti e attivisti in tutto il mondo. L’Afrobeat è più vivo che mai, portato avanti da artisti contemporanei e dai suoi stessi figli, Femi e Seun Kuti, che continuano il lavoro del loro padre.
Fela Kuti ha trasformato la musica in un’arma di protesta e ha dato una voce potente al popolo nigeriano. In un’era di cambiamenti e lotte, la sua eredità serve come promemoria del potere della musica nel promuovere il cambiamento sociale.
Michel Thiam