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Arti marziali armate. Arti marziali non armate

 

Nella foto, in alto: praticanti di aikido, con spade di legno, o “bokken”

Le discipline marziali si distinguono in armate e disarmate. Quali sono le disarmate? Subito, ci balzano alla mente il judo, il ju jitsu e il karate. Per quanto riguarda le armate, invece, ricordiamo il kung fu, il kobudo e l’aikido. Questa disquisizione, però, vale, soltanto, per tutte le arti marziali moderne. Solo moderne? Certamente, perchè, di contro, all’origine, erano tutte armate. Troviamo la spada, infatti, come il simbolo della casta dei samurai. Anche le maggiori scuole, in epoca medievale, erano centri di scherma. Nella modernità si è preferito privilegiare la lotta a mani nude. Naturalmente, per ovviare all’intrinseca pericolosità delle tecniche con armi vere e prorpie. Inoltre, in tempi recenti, è uscito prepotente e prorompente lo spirito del “do”, inteso come via. Ai giorni d’oggi, dalle arti marziali ci si aspetta, soprattutto, un miglioramento sia fisico che spirituale, che conduce a preferire l’aspetto sportivo delle discipline. E, il combattimento disarmato? Può essere suddiviso in due grandi categorie: arti della lotta e arti della percussione. Il sumo fa la sua entrè come pratica di lotta a terra, non armata. Tra le armi che venivano impiegate nelle discipline marziali armate incontriamo il “bokken”, o per meglio dire la spada di legno. La tradizionale spada dei Samurai , la “katana”, la “naginata” , una sorta di alabarda con lama corta, il “kyu”, cioè l’arco. Poi, abbiamo la “yari” (lancia) e il bastone, detto “bo”, se lungo oppure detto “jo”, se corto. Infine, il celebrato e conosciutissimo “nunchaku”, (semplicemente, un battigrano, costituito da due bastoni corti, uniti da una corda) di origine cinese. La “tonfa” non è altro che un attrezzo utilizzato per piantare patate.

Nella foto, in alto: tonfa di legno, arma usata soprattutto nel kobudo

Poi, ci sono i “kama” (piccoli falcetti usati, generalmente, in coppia). Di origine marinare, altresì, abbiamo il“kai”, sostanzialmente un remo, ma nel maneggio molto similare al “bo”. Chiudiamo con il “sai”, anche questo usato, di regola, in coppia. Impiegato, pure, come arma di lancio. Ma il kobudo? Un insieme delle discipline da combattimento basate prettamente sull”uso degli attrezzi del mondo contadino, trasformate in armi. Si potrebbero, quasi, definire armi improprie, o “fai da te”.

Nella foto, in basso: una grande varietà di armi usate, principalmente, nel kobudo

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