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Allarme matrimoni in Italia. Ci si sposa sempre più tardi

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Nella foto, in alto: gli sposi

Matrimoni in calo, secondo i più recenti dati Istat: nell’anno 2019 sono stati celebrati 184.088 matrimoni, ovvero 11.690 in meno rispetto all’anno precedente. Tra questi, 96.789 si sono svolti con rito civile e 87.299 con rito religioso. Questo significa che i matrimoni con rito civile hanno registrato una notevole crescita rispetto a quelli celebrati in Chiesa, passando dal 36,7% del 2008 al 52,6% del 2019, con una forte disparità tra Nord (circa due su tre) e Sud (circa uno su tre). Inoltre, gli italiani dicono il fatidico “sì” sempre più tardi. In media, gli sposi al primo matrimonio hanno tra i 30 e i 34 anni, anche se le spose mantengono un profilo di età leggermente più basso (tra i 25 e i 29 anni). Ma non è tutto: sono in crescita i matrimoni in cui almeno uno sposo ha 65 anni o più (si è passati dall’1,4% del 2008 al 3,6% del 2019 per gli sposi e dallo 0,4% allo 1,0% per le spose).  Un altro dato interessante riguarda i matrimoni misti, in cui uno sposo è straniero e l’altro italiano. Nel 2019 ne sono stati celebrati ben più di 24.000. Ciò significa che quasi due matrimoni su dieci sono di questo tipo. Il caso più frequente è quello in cui lo sposo è italiano e la sposa è straniera, che copre il 9,7% del totale delle celebrazioni a livello nazionale (17.924 matrimoni nel 2019).   

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In aumento i matrimoni in cui entrambi gli sposi sono stranieri, che nel 2019 raggiungono quota 5,4% dei matrimoni totali, per un totale di 10.018 celebrazioni (contro il 5,2% dell’anno precedente). Tuttavia, si riducono molto se si prendono in considerazione solo quelli in cui almeno uno dei due sposi è residente in Italia (5.924 nozze in totale).  La quota dei matrimoni in cui almeno uno sposo è straniero è notevolmente più elevata nel Centro-Nord (quasi un matrimonio su quattro), mentre le regioni del Sud si trovano sotto la media nazionale. 

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Nella foto, in alto: le fedi nuziali

Sono aumentate considerevolmente anche le libere unioni. Queste, dal 1998-1999 al 2018-2019, sono più che quadruplicate, passando da circa 340.000 a 1.370.000. Questa modalità di costituire una famiglia è in continuo aumento anche nel caso di famiglie con figli: un bambino su tre venuto alla luce nel 2019 ha genitori non sposati. Inoltre, presso gli Uffici di Stato civile dei comuni italiani, nel 2019 sono state costituite 2.297 unioni civili tra coppie dello stesso sesso, contro le 2.808 del 2018. Il calo indica che il fenomeno, dopo il picco registrato all’entrata in vigore della legge che ha introdotto in Italia questo tipo di uinioni (2016), si sta progressivamente stabilizzando.

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La prevalenza di coppie è al maschile: 1.428 unioni, il 62,2% del totale. Il 37,9% delle unioni civili è stato costituito nel Nord-ovest. Prima fra le regioni si posiziona la Lombardia con il 24,5%.  Il calo dei matrimoni risulta ancora più drastico se si considera l’analisi del primo semestre del 2020. Seppur basata su dati ancora provvisori, l’analisi evidenzia il crollo sia dei matrimoni, che delle unioni civili, dovuto alla pandemia da Covid-19. In particolare, nel secondo trimestre, in corrispondenza del lockdown e delle misure volte a scongiurare qualsiasi forma di assembramento, nonché della radicalizzazione della crisi economica, si è registrao un calo dell’80% per i matrimoni e del 60% per le unioni civili rispetto al secondo trimestre dell’anno precedente.

           Peter Paul Huayta Robles

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