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Akira Kurosawa, l’imperatore del cinema giapponese

Akira Kurosawa è un regista, produttore cinematografico e scrittore giapponese. Nato il 23 marzo 1910 a Tokyo, discendete da una nobile famiglia di samurai inizia ad interessarsi di cinema grazie al fratello Heigo. Nel 1936 inizia a lavorare con in qualità di assistente alla regia collaborando con Kajirō Yamamoto (regista con il quale realizza 17 film). Nel 1943 realizza il suo primo film da regista, Sugata Sanshiro. Storia tratta dal omonimo romanzo di Tsuneo Tomita che narra la storia di Saigo Shiro, un judoka vissuto tra la fine dell’Ottocento e il Novecento. Figlio di un samurai Saigo rimasto orfani in tenera età viene adottato dal maestro di aikijujutsu, Saigo Tanomo. Soprannominato il gatto per la sua agilità passa alla storia in quanto sia l’unico ad eseguire perfettamente la tecnica dello Yama Arashi. Nel 1944 dirige Spirito più elevato, storia di una giovane operaia impiegata in una fabbrica bellica.

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Nella foto in alto: locandina de Sugata Sanshiro

Nel 1945 dirige Sugata Sanshiro e Quelli che camminavano sulla coda della tigre, storia ambientata nel 1186 e che a per protagonista Benkei Musashibō. Egli durante una ribellione, con l’aiuto di sei samurai, cerca di condurre in salvo il principe Yoshitsune Minamoto. Nel 1946 è la volta de I costruttori di domani, la storia di due sorelle sindacaliste impegnate in uno sciopero e de Non rimpiango la mia giovinezza. Tra il 1947 e il 1952 dirige: Una meravigliosa domenica, L’angelo ubriaco, Il duello silenzioso, Cane randagio, Scandalo, Rashōmon (vincitore dell’Oscar come miglior film straniero e del Leone d’oro a Venezia), L’idiota e Vivere.

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Nella foto in alto: la locandina de La sfida del Samurai

Nel 1954 dirige uno dei suoi film più famosi I sette samurai (Leone d’argento a Venezia), opera alla quale dedicheremo uno dei prossimi articoli. Nella seconda metà degli anni ’50 dirige Testimonianza di un essere vivente, Il trono di sangue, I bassifondi e La fortezza nascosta (Miglior regia al Festival di Berlino). Nel 1960 dirige il film drammatico I cattivi dormono in pace, nel 1961 La sfida del Samurai, nel 1962 Sanjuro, nel 1963 Anatomia di un rapimento, e nel 1965 Barbarossa. Negli anni ’70 realizza Dodes’ka-den e Dersu Uzala – Il piccolo uomo delle grandi pianure (vincitore dell’Oscar come miglior film straniero, del David di Donatello come miglior film straniero e del Nastro d’argento come miglior film straniero). Negli anni ’80 dirige un film ambientato nel Giappone del ‘500, Kagemusha – L’ombra del guerriero (Palma d’oro al Festival di Cannes, del David di Donatello come miglior film straniero e Nastro d’argento come miglior film straniero) e Ran (David di Donatello come miglior film straniero), film ispirato al Re Lear di William Shakespeare. Nel 1990 viene insignito del premio Oscar alla carriera. Nello stesso anno dirige il film ad episodi Sogni. Nel 1991 Rapsodia in agosto e nel 1993 Madadayo – Il compleanno. In qualità di autore ha scritto: nel 1992 Volare, nel 1995 L’ultimo samurai. Quasi un’autobiografia. Muore il 6 settembre 1998 a Tokyo.

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Nella foto in alto: copertina de L’ultimo samurai. Quasi un’autobiografia

Erika Fumagalli

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