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Africa: una geografia di contrasti

La geografia dell’Africa è un enigma. Sicuramente, una delle più singolari combinazioni al mondo di abbondanza di risorse e, contemporaneamente, di svantaggi presenti in natura. Un unicum, in cui ricchezza mineraria e aridità del suolo hanno segnato la storia del Paese e il suo sviluppo.

  • Le dimensioni. L’Africa è molto più vasta di quanto si possa immaginare. Su una carta geografica standard sembra avere le stesse dimensioni degli Stati Uniti, eppure è tre volte più grande. Il solo deserto del Sahara ha dimensioni simili a quelle degli USA. L’intero continente potrebbe addirittura contenere, oltre agli stessi USA, anche India, Cina, Giappone, Italia, Francia, Spagna, Belgio, Regno Unito e gran parte dell’Europa dell’Est! Con un’estensione così ampia, la maggior parte dei Paesi sono privi di sbocco sul mare: questo ha reso il commercio internazionale difficoltoso, mentre le fonti di cibo sono limitate, e ha isolato buona parte del continente.
  • La conformazione. Prima che nel 1869 venisse aperto il canale di Suez, le navi Europee dovevano percorrere 7000 Km introrno all’Africa Meridionale per raggiungere la zona orientale del Paese. Questa particolare conformazione ha contribuito a isolare parte del continente dai traffici e dalle innovazioni dell’Europa.
Nella foto, in alto: dune del deserto del Sahara
  • Il deserto. Il Sahara, con la sua estensione di 900.000 km2, è il più vasto deserto caldo della Terra. È caratterizzato da fortissime escursioni termiche: di giorno la temperatura può superare i 50°C, mentre di notte, specialmente in inverno, scende sotto gli 0°C. Il suo clima e la sua vastità hanno ostacolato qualsiasi attività umana e per centinaia di anni hanno tagliato fuori dalle comunicazioni con il resto del mondo l’Africa Meridionale. A sud del Sahara, poi, si trova il Sahel, una striscia di terreno arido e roccioso, che si estende per circa 5000 Km attraverso il continente, dall’Oceano Atlantico fino al Corno d’Africa. Proprio questa regione dell’Africa Orientale, che comprende Eritrea, Etiopia, Somalia e Gibuti, è piagata dalla scarsità d’acqua: nel 2017 quasi 21 milioni di persone hanno sofferto per la sete, la mancanza di cibo e le malattie connesse alla scarsa igiene.
  • Le coste. Molte coste africane sono lisce e regolari, con poche insenature e porti naturali. Questo ha influito negativamente sul commercio. Infatti le navi, in passato, facevano fatica a gettare l’ancora e attraccare. Oggi, grazie alla tecnologia, si possono costruire porti moderni per ovviare a questo problema. In ogni caso, i paesi costieri tendono ad essere più ricchi di quelli dell’entroterra, per cui il commercio è ancora più difficile e costoso.
  • I fiumi. Nonostante l’Africa abbia molti fiumi, è difficile avvalersene per il trasporto di merci e di persone, perché sono molto impetuosi e di frequente terminano con delle cascate. La maggior parte sgorga su terreni ad alta quota e scende con bruschi salti. L’esempio più eclatante è quello del fiume Zambesi, che attraversa sei Paesi, ma è bordato da numerose rapide, oltre che dalla cascate Vittoria. In passato questa conformazione geografica ha reso complessi i viaggi e i commerci interni. Per questo motivo diverse comunità sono rimaste isolate. Tuttavia, le moderne tecnologie hanno consentito di avvalersi dei fiumi per produrre energia, grazie alle dighe idroelettriche.
  • L’agricoltura. In molte aree dell’Africa l’agricoltura è particolarmente difficoltosa, a causa dell’aridità del suolo e delle frequenti inondazioni. Il terreno non è adatto per la crescita di raccolti abbondanti, in particolare nel deserto, nella giungla e nelle paludi. Nemmeno il clima è favorevole: periodi di piogge violente si alternano a forti siccità. Poche sono le regioni fortunate, come la valle del Nilo, che ha alcune delle terre più fertili al mondo.
Nella foto, in alto: due leonesse
  • Gli animali. Migliaia di anni fa l’uomo ha iniziato a impiegare animali, quali cavalli e asini, come forza lavoro per l’agricoltura, per il trasporto di merci e per l’allevamento. Gli animali dell’Africa, però, non sono adatti per questo scopo. Nemmeno quelli con gli zoccoli, come zebre e giraffe. Inoltre, vi sono molti animali pericolosi per l’uomo: ogni anno ippopotami, elefanti e leoni mietono vittime tra la popolazione. Più delle belve feroci, tuttavia, può la zanzara, che diffonde la malaria e la febbre gialla. Nel 2019 nell’Africa subsahariana si è registrato il 94% dei casi di malaria a livello mondiale.
  • Le risorse naturali. La natura non è stata solo matrigna con il continente africano. Ha regalato a questa terra anche preziose e abbondanti risorse naturali, come diamanti, oro, argento e materiali nobili per la costruzione di dispositivi digitali. Questo, purtroppo, non ha portato ricchezza e sviluppo alla popolazione autoctona, ma sfruttamento da parte degli Europei, guerre interne e criminalità. Anche il petrolio abbonda nel sottosuolo. La Nigeria è il maggior produttore: ogni giorno ne estrae circa due milioni di barili. L’Angola, invece, è il secondo esportatore di petrolio della Cina, dopo l’Arabia Saudita.
Nella foto, in alto: uno scorcio della spiaggia di Zanzibar
  • Le bellezze naturali. La bellezza della natura africana ha un valore inestimabile. Le spiagge incantevoli, le cascate, la fauna selvatica, i parchi in cui praticare i safari attraggono ogni anno milioni di turisti. Si stima che nel 2019 ben 64 milioni di persone abbiano visitato un Paese africano per turismo. Tra le mete più ambite vi sono Marocco, Egitto, Sudafrica, ma anche Kenya, Namibia e Tanzania.

Luana Vizzini

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