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Quello di Elon Musk non è stato un saluto romano ma… un malinteso legato all’autismo?

Durante la cerimonia di insediamento del presidente Donald Trump a Washington, Elon Musk si è trovato al centro di una controversia mediatica a causa di un gesto interpretato da molti come un saluto fascista o nazista. Tuttavia, una spiegazione alternativa suggerisce che si sia trattato di un malinteso legato al suo modo unico di esprimere le emozioni. Durante il suo discorso alla Capital One Arena, Musk ha ringraziato la folla e, in un apparente gesto di gratitudine, ha sollevato il braccio. Il movimento ha suscitato scalpore, attirando l’attenzione dei media internazionali. Tuttavia, Andrea Stroppa, referente di Musk in Italia, ha chiarito che ciò che molti avevano interpretato come un saluto controverso era invece un gesto d’affetto.

Nella foto, in alto: da sx, Trump e Musk

Stroppa ha evidenziato che Musk, essendo autistico, ha modi particolari di esprimere le proprie emozioni. Il gesto, accompagnato dalle parole di Musk “Voglio darti il mio cuore”, mirava a mostrare gratitudine e non aveva alcuna connotazione politica o estremista. Questa spiegazione sposta il focus dal dibattito politico a una comprensione più empatica delle modalità di comunicazione diverse che persone come Musk possono utilizzare. In risposta alle interpretazioni errate, Musk ha ribattuto che tali accuse erano infondate e obsolete, ricordando che la sua intenzione era semplicemente di esprimere un sentimento sincero. La vicenda invita quindi a riflettere più profondamente su come le diverse abilità e sensibilità possono influenzare la comunicazione pubblica e la percezione di chi vive con l’autismo.

Giuliano Regiroli

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