Print

Posted in:

Il Conclave. Tradizioni, segreti e curiosità dietro la scelta del Papa

Nel cuore della Città del Vaticano, quando la Chiesa cattolica si trova senza un pontefice, i riflettori di tutto il mondo si accendono sul Conclave, una tradizione avvolta da un’aura di solennità e mistero. Questo antico processo, che riunisce cardinali di tutto il mondo, non è solamente un evento di grande rilevanza religiosa, ma anche un momento ricco di curiosità e rituali che affondano le radici nel medioevo.

Il termine “conclave” deriva dal latino “cum clave”, che significa “con la chiave”, un riferimento alfatto che i cardinali vengono chiusi a chiave nella Cappella Sistina fino a quando non eleggono un nuovo papa.

Questa pratica di isolamento risale al 1274, quando il Concilio di Lione II decretò che i cardinali dovessero essere isolati per velocizzare il processo di elezione, all’epoca spesso prolungato per mesi se non anni.

La Cappella Sistina non è solo la location elegante dove si svolge il conclave, ma anche un luogo carico di significato spirituale. Con i suoi celebri affreschi di Michelangelo, i cardinali sono circondati da rappresentazioni dell’Ultimo Giudizio, un memento mori che li ispira a fare una scelta ponderata e divina.

Uno degli elementi più noti del conclave è l’uso del fumo bianco e nero per comunicare il risultato delle votazioni. Dopo ogni votazione, le schede vengono bruciate in una stufa con sostanze chimiche che producono fumo nero se non c’è unanimità, e bianco quando un nuovo papa è stato eletto. Questo semplice, ma efficace segnale, tiene il mondo intero in trepidante attesa.

Mentre il conclave mantiene forti legami con la tradizione, non è immune ai cambiamenti. Negli ultimi secoli, le modalità di comunicazione e l’organizzazione logistica sono state modernizzate, pur mantenendo l’essenza di isolamento e segretezza. Ad esempio, l’uso di dispositivi elettronici è severamente vietato per evitare qualsiasi fuga di informazioni.

Storie affascinanti emergono dal passato dei conclavi. Nel 1846, ad esempio, i fedeli furono ingannati da un errore nel fumo, credendo che un nuovo papa fosse stato eletto quando non era così. O ancora, la tradizione del “Comò delle Lacrime”, dove un neoeletto papa trova la sua veste, simbolo del servizio che sta per intraprendere. Il conclave, dunque, non è solo un evento liturgico di risonanza globale, ma un ponte tra passato e presente, tra rito e rinnovamento. Mentre il mondo osserva, queste antiche tradizioni ci ricordano il potere duraturo del simbolismo e della fede.

Tiziana Giglioli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *