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Francesco Moricca. “La mia vita nella gabbia: tra sacrificio, passione e rispetto”

Nella foto in alto: due fighter di MMA in lotta
Nel mondo delle MMA (Arti Marziali Miste) c’è chi combatte per vincere e chi combatte per migliorare.
Francesco Moricca, 35 anni, fighter di arti marziali miste, appartiene a questa seconda categoria: quella dei combattenti dell’anima.
Dietro i colpi, le cicatrici e le vittorie c’è un uomo che ha trasformato la disciplina in un modo di vivere, e la fatica in un linguaggio silenzioso fatto di rispetto, autocontrollo e sacrificio.
In questa intervista esclusiva, Moricca racconta la sua storia, le sue sfide e la filosofia che lo accompagna dentro e fuori dalla gabbia.
Chi è Francesco Moricca? Professionista nella categoria pesi leggeri, Francesco è oggi al numero 1.987 della classifica europea MMA, con presenze anche nelle sottoregioni dell’Europa orientale e della Polonia.
Ha disputato 7 incontri di boxe, 22 di MMA e 17 di K1, portando il suo nome sui ring e nelle gabbie italiane, tra Roma e Firenze.
Sposato e padre di un figlio, divide la sua giornata tra il lavoro al bar, la famiglia e due sessioni di allenamento quotidiane.
La sua vita è la prova concreta che la passione non si misura in ore, ma in sacrifici.
Per conoscerlo meglio, ho deciso di fargli una serie di domande sulle sue esperienze, la sua filosofia e il percorso che lo ha portato ad essere il fighter che è oggi.

Nella foto, in alto: Francesco Moricca, in versione fighter

La boxe e le MMA sono spesso viste come sport “duri”. Quanto è impegnativo davvero prepararsi per un incontro?
“Durissimo. A livello mentale e fisico richiede tutto di te. Devi avere passione, amore per la disciplina. Non lo fai solo per vincere, ma perché lo senti dentro.”
Cosa si nasconde dietro la forza di un combattente?
“Coraggio e paura. Non esiste coraggio senza paura. È contro natura affrontare qualcuno che vuole batterti, ma è proprio lì che trovi la tua forza.”
In un mondo che confonde la violenza con lo sport, come spiegheresti la differenza tra boxe e aggressività?
“Sono due cose opposte. L’aggressività è cieca, la boxe è comunicazione. Ti aiuta a esprimerti, a liberarti in modo sano.” Dietro ogni vittoria e ogni colpo ci sono ore di lavoro, fatica e rinunce. Per Francesco Moricca, il sacrificio non è solo parte dello sport: è uno stile di vita. Tra lavoro, famiglia e allenamenti intensi, ogni giornata è una sfida contro il tempo e contro sé stesso. In questa sezione, Francesco ci racconta com’è davvero la vita di un fighter professionista, i momenti in cui la voglia di mollare si fa sentire e le lezioni che il ring gli ha insegnato, applicabili anche fuori dalla gabbia.
Com’è una tua giornata tipo di allenamento?
“Lavoro la mattina al bar, poi tra un turno e l’altro mi alleno. Due sessioni al giorno, tra palestra e casa. La mia famiglia mi sostiene, ma il tempo non basta mai. È sacrificio puro: la boxe è la mia vita.”

Nella foto, in alto: ancora il campione, Francesco Moricca

Hai mai pensato di mollare?
“È uno sport duro e faticoso, e a volte penso a quando dovrò ritirarmi e a come affrontare la vita dopo il ring. Ho visto molti colleghi affrontare il ritiro e cadere in depressione, e questo è un pensiero doloroso. Ma la passione non mi abbandona mai. Ho partecipato ai primi eventi italiani di boxe a mani nude, tra Roma e Firenze: esperienze intense che mi hanno dato nuovi stimoli e mi hanno insegnato a non mollare. Ho iniziato a vent’anni, quindi non sono troppo giovane per pensare al futuro, ma ogni allenamento e ogni incontro mi ricordano quanto valga restare in gioco.”
Qual è la lezione più importante che hai imparato sul ring?
“Che nulla si ottiene senza impegno e sacrificio. Voglio insegnarlo a mio figlio: ogni cosa ha un valore, e il successo arriva solo se sei disposto a dare tutto.”
La disciplina nelle MMA e nella boxe a mani nude non si limita alla tecnica: insegna rispetto, autocontrollo e umiltà. Francesco ci racconta come questi valori siano diventati parte integrante della sua vita, dentro e fuori dalla gabbia.
Molti vedono la boxe come uno sport che insegna rispetto e autocontrollo. È davvero così?
“Credo di sì, ma solo se capisci davvero cosa stai facendo. L’autocontrollo nasce dalla consapevolezza: sai che puoi far male, e proprio per questo impari a non farlo. Quando prendi un pugno, impari a capire il dolore e a rispettare il tuo avversario. Il rispetto nasce da lì.”
Quanto conta l’umiltà in uno sport dove si “vince col pugno”?
“È fondamentale. L’umiltà nasce dal dolore e dalla sofferenza: solo chi cade davvero può capire il valore di rialzarsi.”
Ti è mai capitato di usare la disciplina della boxe per affrontare situazioni difficili fuori dalla palestra?

Nella foto, in alto: ancora un suo combattimento sul ring
“Sì, sempre. Sul ring impari a combattere e a farti rispettare. Fuori dalla palestra, le persone non ti affrontano quando sanno che sei un fighter. Ti rispettano non per paura, ma perché percepiscono che hai controllo, equilibrio e consapevolezza di te stesso. Se insistono, io non reagisco, perché so qual è la mia forza.”
La boxe e le arti marziali miste non sono solo sport di forza e tecnica: per molti giovani possono diventare strumenti di crescita personale. In un mondo dove insicurezza, paura e bullismo minacciano quotidianamente la serenità, imparare a controllare il proprio corpo e le proprie emozioni diventa fondamentale. Ho chiesto a Francesco Moricca come la disciplina del combattimento possa aiutare chi si sente fragile o intimorito, trasformando rabbia e frustrazione in energia positiva.
Come può la boxe aiutare i giovani a superare l’insicurezza o il bullismo?
“Lo sport ti fa conoscere te stesso. Aumenta la consapevolezza e l’autostima. È meglio sfogarsi sul ring che contro qualcuno. Ti rende lucido e consapevole.”
Hai visto ragazzi trasformare la rabbia in forza?
“Sì, tanti. In palestra trovano un luogo dove incanalare le energie. Vedi ragazzi cambiare, ritrovarsi, scoprire di valere.”
Cosa diresti a chi pensa che la boxe o le MMA insegnino solo a picchiare?
“È il contrario. Impari dal tuo avversario. Lo sport da combattimento ti insegna rispetto, controllo e umiltà.
In sintesi, per Francesco Moricca, la boxe a mani nude e le MMA non sono semplici discipline, ma metafore della vita.
Ogni volta che entra nella gabbia, chiude la porta dietro di sé e affronta non solo un avversario, ma se stesso: le paure, la fatica, la voglia di mollare. “Ogni incontro è una lezione. Non sempre vinci, ma ogni volta impari. È lì che scopri chi sei davvero.” Francesco non vuole mollare e lo dice con la determinazione di chi ha visto tanti, per età o per altri motivi, dover lasciare questo mondo fatto di sacrifici e disciplina.
Lui spera che quel momento non arrivi mai — perché il combattimento, per lui, è una forma di vita, un modo per sentirsi vivo, per crescere e per restare fedele a sé stesso.
La boxe a mani nude rappresenta la verità nuda, dove non ci sono protezioni né scuse: ogni colpo è una scelta, ogni ferita una lezione.
Le MMA, invece, incarnano l’arte dell’adattamento, la capacità di cambiare strategia, di reagire, di non farsi mai travolgere — dentro e fuori dal ring.
“La gabbia è come la vita: o impari a gestire la paura, o la paura gestisce te.”
Per Moricca, lo sport non è violenza ma educazione al limite: imparare fin dove puoi spingerti senza perdere equilibrio, rispetto e umiltà.

Nella foto, in alto: un suo incontro
Per concludere nelle parole di Francesco Moricca c’è la sintesi di un percorso umano prima ancora che sportivo.
Ogni cicatrice racconta una lezione di resilienza, ogni vittoria una prova di disciplina.
Il combattimento, per lui, non è distruzione: è consapevolezza, equilibrio e crescita personale.
“Combattere non è picchiare. È mettersi a nudo e trovare la forza di essere migliori di ieri”.
Stefania Monciardini

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