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Cerimonia del tè giapponese

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Nella  foto,  in alto: la cerimonia del tè

È un vero proprio rito, molto antico che nel Giappone di oggi fa parte della cultura. Dentro la cerimonia troviamo vari aspetti della filosofia zen.  La cerimonia del Tè riunisce in sé tutti gli aspetti dello Zen. La fondazione del movimento zen in Giappone la si attribuisce a Myoan Eisai (1141-1215), Ma la “nuova dottrina” si scontra con l’opposizione dei potenti monaci tendai.  La leggenda racconta che fu il fondatore della scuola chàn, Bodhiharma, il creatore della pianta del tè: addormentatosi incautamente durante la meditazione, al risveglio si strappò le palpebre che, cadendo al suolo, diedero vita al germoglio della pianta di tè. È una bevanda aromatica utilizzata nei monasteri per combattere la sonnolenza nelle lunghe sedute di meditazione, apprezzata dai nobili e dai guerrieri, l’assunzione del tè finì con essere ritualizzata nella cultura Zen. La bevanda del tè, contenendo infatti una buona dose di caffeina, era un valido sostegno alle estenuanti pratiche meditative dello zuòchán, proprie delle scuole del Buddhismo chán (da cui ha origine lo Zen).

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Nella foto, in alto: ancora la cerimonia del tè

Cha-No-Yu, che significa,  acqua calda per il tè. In Giappone, la pianta del tè, nel suo utilizzo matcha, fu importata dal monaco tendai Eisai (1141-1215) che, nel 1191, riportò da un suo pellegrinaggio in Cina sia gli insegnamenti, sia alcune piante di tè. Così, nel 1282 si tenne nel tempio Saidai-ji di Nara il primo Ōchamori, in cui venivano evidenziati gli aspetti spirituali della Cerimonia del tè. Gli elementi essenziali della cerimonia sono: la casa del tè, una sala per il tè (chashitsu), che può essere anche di pochi tatami, le finestre sono schermate e la luce filtra sommessa conferendo un alone di particolare fascino ad ogni elemento; una stanza per la preparazione (mizuya), una sala d’attesa (yoritsuki) e un sentiero (roji) che, attraverso il giardino, porta fino all’ingresso della sukiya. Gli utensili utilizzati sono: la ciotola per il tè (chawan), il contenitore del tè (chaire), il frullino di bambù (chasen)

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Nella foto, in alto: chasen, frullino di bambù

e il mestolo di bambù (chashaku).

Stefania Monciardini

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