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Il Sumo e la temibile Yakuza

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Nella foto, in alto: un sumotori, o lottatore di Sumo

Per il Giappone il Sumo è uno stile di vita. Una  sorta di forma religiosa. I lottatori (detti anche sumotori, ndr.), sono paragonabili a degli idoli. Vi potete immaginare, dunque, se degli scandali interferiscano in questo mondo, soprattutto, per la cultura giapponese che fa del rigore la propria bandiera. Si parla di droga, scommesse e risse che coinvolgono atleti e allenatori ed anche l’intromissione delle Yakuza, la temibile mafia giapponese. Da Tokyo a Narashino la corruzione dei costumi tradizionali dilaga, lottatori e maestri radiati, fino a sospendere da parte dell’emittente pubblica nazionale, la messa in onda degli incontri a tre ore. Un altro punto a sfavore del Sumo è il fatto che ai giovani interessi sempre meno, l’interesse si è spostato verso altri sport anche più occidentali,  il rigore poi a  cui si sottopone un adolescente che si vuole avvicinare al Sumo ha allontanato la gioventù Giapponese dalla disciplina che ha perso il suo alone spirituale e tradizionale a discapito dell’entrata di atleti stranieri;  aggiungiamo anche che un lottatore non percepisce lauti guadagni e quindi si è creato un rapporto simbiotico con la Yakuza che accostandosi al Sumo guadagna visibilità e potere mentre i lottatori, con questa alleanza acquisiscono soldi e vita sociale intensa.

Giuliano Regiroli

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