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Gli sport d’acqua viva

Il Rafting, la Canoa e l’Hydrospeed sono sport d’acqua che consentono un contatto emozionante con la natura; è possibile praticarli lungo il corso del fiume Adda da Villa di Tirano (Stazzona) a Castione Andevenno. Vediamo nel dettaglio. Il termine Rafting deriva dall’inglese “To raft” che vuol dire navigare su zattera, o meglio su un canotto, infatti si tratta di una discesa lungo il fiume a bordo di un gommone, appunto il raft, inaffondabile e autosvuotante. Il grado di difficoltà del rafting è stabilito da una scala chiamata WW e suddivisa in 6 categorie di navigabilità. L’equipaggio è composto solitamente da 6 o 7 persone, chiamate vogatori, che dirigono il gommone attraverso le rapide tramite le pagaie e dotati di un equipaggiamento adeguato, casco, corda da recupero, tuta in neoprene e giubbotto salvagente. E’ una disciplina sportiva riconosciuta dal Coni e associata alla Federazione Italiana Canoa Kayak, la Federazione Italiana Rafting organizza annualmente il campionato italiano per i molti club nelle varie discipline (fondo, velocità, testa a testa e slalom). Lo sport del rafting è adatto a persone dai 3 agli 80 anni, a seconda della attività scelta, è a forte impatto emozionale per il percorso in se stesso e per i paesaggi di montagna. Il termine Canoa deriva dal caraibico canaoa, ossia “tronco di albero scavato”, una piccola imbarcazione di forma allungata sospinta lungo il corso del fiume, del torrente o sul lago da uno o più remi detti pagaia. E’ uno sport silenzioso, lento e completo, adatto anche ai bambini sopra i dieci anni, e anche ai diversamente abili e, si integra anche con lo yoga per l’uso di alcune sue posizioni, può arrivare a trasportare fino a quattro persone. Oggi, questo sport è regolato in campo internazionale dalle norme  predisposte dalla ICF (International Canoe Federation) e si suddivide in quattro gruppi: canoa da turismo, fluviale, su acque ferme o piatte, a vela. Lo sport utilizza prevalentemente il kayak e la canoa canadese, modificati in senso estetico e strutturale in diverse varianti per dimensioni  e numero di componenti l’equipaggio, la sigla per il kayak è la K e per la canadese è la C, a seconda del numero dei pagaiatori la cifra è seguita dal numero. Al giorno d’oggi la  dimensione dello scafo, pur rispettando il peso regolamentare, viene adattata in funzione della struttura del canoista. Contrariamente a quello che si può pensare la preparazione non è solo in funzione delle braccia ma anche delle gambe che devono assumere certe posizioni all’interno dell’imbarcazione, il canoista deve inoltre avere un’ottima preparazione per quanto riguarda il nuoto e soprattutto saper destreggiarsi in acqua in caso di rovesciamento della canoa. L’Hydrospeed è una scoperta recente, Francia fine anni 50, Italia fine anni 90, anche se nell’antichità veniva usato qualcosa di simile, probabilmente delle vesciche di animali gonfie di aria per attraversare i fiumi. Il galleggiante che viene utilizzato e che ha il nome dello stesso sporto è simile ad un piccolo bob, serve per proteggere l’atleta dagli urti contro le rocce e da punto di appoggio. L’atleta utilizza una muta in neoprene spessa mezzo centimetro e con imbottiture protettive, perché le acque sono solitamente fredde, provenienti dal disgelo estivo di nevai e ghiacciai; il giubbotto salvagente, il casco e le pinne per la spinta ad affrontare i giusti passaggi. Sicuramente si tratta di uno sport emozionante e avventuroso.

www.raftinglombardia.com www.valtellinariver.it  www.valtellinarafting.it                                                          Tiziana Gatti

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Nella foto in alto: G. Dell’Agostino campione Italiano di canoa

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