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Cartoomics 2018 domenica 11 marzo, prima e seconda tranche.

Rho Fiera, domenica 11 marzo 2018

Ullallà, che bella scorpacciata di wrestling che ci stiamo facendo in questi giorni! Bene, si ricomincia! Dopo il solito calvario sui mezzi per raggiungere Milano Rho Fiera arriviamo giusto in tempo per ingoiare qualcosa e accoccolarci in terra per l’inizio della kermesse. A questo punto andremo di corsa davvero perché c’è una quindicina di match da raccontarvi, e non vogliamo farvi invecchiare prima di finire di leggere.

Nella foto, in alto: Gabriel Bach, un giovane atleta dal viso pulito
Nella foto, in alto: Gabriel Bach, un giovane atleta dal viso pulito.

PRIMA TRANCHE, ORE 12

Primo match: Gabriel Bach vs Paxxo, valido per il titolo Cartoomics. Sì, sì, convince davvero, Gabriel Bach, dalla entry alla campanella finale. Agile, scattante e veloce. Una bella presenza scenica, una bella gimmick. Parte bene con una serie di tre dropkick ma Paxxo lo massacra fuori dal ring, e poi ancora con un suplex, una abdominal stretch e un piedone sul muso. Bach lo chiude in un angolo e cerca di farne frittatina. Esegue un backstab e un’enziguiri, ma Paxxo replica con una bulldog che il naso di Bach potrebbe rientrare e uscire dall’altro lato della testa, e si aggiudica il match.

Nella foto, in alto: Ombra e Gargoyle, la Dinastia Oscura
Nella foto, in alto: Ombra e Gargoyle, la Dinastia Oscura

Secondo match: Tenacious Dalla e Dagon contro la Dinastia Oscura (Ombra e Gargoyle). Noi tifiamo per i primi due. Dalla, lo sapete già che lo adoriamo. Dagon, beh, uno che si presenta come l’Angelo Caduto, nome che ci riporta alla mente Chris Daniels, come pensate che non ci conquisti all’istante? Inizia Dalla con una shiranui e un monkey flip su Ombra. Entra Gargoyle e ci pensa lui a strapazzare il rocker del ring, prima con un suplex, poi, illegalmente, mentre l’arbitro non guarda cerca di strozzarlo assieme al compagno e, visto che qua al Cartoomics i panini costano troppo, cercano di mangiarselo a morsi. Costa meno. Siccome Tenacious è comunque più ossa che carne se ne sbarazzano e se la pigliano con Dagon rifilandogli un suplex eseguito in coppia. Beeello, ci commuove sempre, il gioco di squadra! Torna Dalla con un doppio dropkick, nel senso di un piede per ciascun avversario, una doppia zuccata al suolo e un suicide dive su Gargoyle. Interviene il compagno di team ed ecco una jaw breaker di Ombra su Dagon. Non l’avesse mai fatto: Dagon lo chiude con un roll up e fa suonare la campana.

Nella foto, in alto: la bellissima Mary Cooper
Nella foto, in alto: la bellissima Mary Cooper

Terzo match: Queen Maya contro Mary Cooper. Mary parte al massimo e cerca di avere il sopravvento sulla sua regale avversaria. Il bello del suo stile è che alterna mosse di wrestling a vari ceffoni sacrosanti e calcioni nel didietro come se fossero una naturale evoluzione dello sport. Credo sia insito nel DNA in quanto l’abbiamo notato varie volte: un uomo incazzato si esibisce in mosse e contromosse. Una donna incazzata, mena e basta. Senza pietà. Nella maniera più tradizionale possibile. O hai un autocontrollo ferreo e ti imponi di limitarti alle mosse canoniche, o vorresti portarti sul ring le mitiche armi di distruzione di massa tanto care alle nostre mamme, quando ancora si usava menare i ragazzini in caso di bisogno: mattarello, battipanni in vimini, cucchiaio di legno, zoccoli del dottor Sholl in legno di faggio e varie altre, con contorno di ceffoni, tirate di capelli, calci nel didietro e orecchie tirate.

Nella foto, in alto: armi "mammesche" di distruzione di massa
Nella foto, in alto: armi “mammesche” di distruzione di massa

Maya, questo autocontrollo ce l’ha. Evidentemente la bella Mary, nonostante meni come un fabbro ferraio, non l’ha ancora acquisito e cade spesso e volentieri nella tentazione dell’uso della tradizionale lotta “mammesca”. Ma non lo vediamo come un difetto: per i tifosi dell’hardcore, non si potrebbe organizzare un “Angry Mom Match” che preveda l’uso indiscriminato di tutte le armi citate ora? Dai, torniamo al match con una parvenza di serietà. School boy, shiranui, bulldog e sunset flip da parte della bella bergamasca a cui la Regina replica facendola volare giù dal ring e tentando lo strangolamento. Mary torna alla carica con una bella head scissor, una fisherman neckbreaker e chiude il match con un roll up dopo una sunset flip.

Nella foto, in alto: il gigantesco Taurus
Nella foto, in alto: il gigantesco Taurus

Il quarto è un handicap match: Taurus, la Montagna che Cammina, contro El Gringo e El Tecnico. Handicap? Handicap? Se handicap c’era, erano El Gringo e El Tecnico ad essere svantaggiati! Infatti non c’è storia. I due in tag team attaccano assieme, ma Taurus li stende con una bodyslam m m. No, non abbiamo sbagliato a scrivere: la sua bodyslam m m ha almeno tre emme, se non cinque o sei. Un suplex su El Tecnico, una “frittella splash” e abbiamo già finito. Anche il pavimento sembra in handicap, perché quando Taurus salta giù dal ring, sembra il terremoto!

Nella foto, in alto: Erika corvo con il bellissimo Charlie Kid
Nella foto, in alto: Erika corvo con l’affascinante Charlie Kid

Quinto match. Fatal Four Way: Jack Zoso (Riot), Jacob Luca (Charlie Kid), David Wolf (Max Peach) e Il Monaco (Nick Lenders). Tutti mascherati e con abiti ispirati ai personaggi dei manga. Di questo incontro possiamo ricordare un gran casino coreografico, piuttosto che belle mosse eclatanti e acrobatiche. Ma dato che siamo al Cartoomics, va bene così. Non vale la pena di sforzarsi di più! È l’ora di pranzo e pensano tutti a riempirsi la pancia. L’attenzione del pubblico è scemata. Dopo ore e ore che si cammina in questi enormi stand, lo stomaco è diventato molto più ampio di un ring e più importante di quello che ci succede sopra. Siamo tutti esseri umani, che ci volete fare?

SECONDA TRANCHE, ORE 14.30

Uh, adesso sì che si torna a fare sul serio. Pancia piena, caffè, sigaretta (per chi fuma), foto e selfie a gogò, e adesso sì che l’attenzione si focalizza di nuovo su quello che accade tra le tre corde!

Nella foto, in alto: il pirata Rick Barbabionda
Nella foto, in alto: il pirata Rick Barbabionda

 

Primo match. Si riapre alla grande: Rick Barbabionda contro Ritmo. Questo ragazzo è qua da ieri e ha già tutto il pubblico dalla sua a tifare per lui. E dire che Barbabionda è uno benvoluto, eh? Ma Ritmo è un fenomeno, e come già l’abbiamo visto fare ieri, inizia sbeffeggiando l’avversario, prendendo in giro l’arbitro, scherzando col pubblico, mosse acrobatiche già nella entry… bellissima la sua gag con l’arbitro, giusto all’inizio! Torce il braccio del povero Rick e invece di tenere stretta la presa e proseguire con la chain, dice all’arbitro: “Tieni qua”, e se ne va a fare qualcos’altro, lasciandoli lì come due fessi. Un attimo dopo è di nuovo in volo con una meravigliosa head scissor. Un drop kick altissimo durante una international, e poi se ne viene furi dal nulla con una handspring back elbow.

Nella foto, in alto: Ritmo passa all'arbitro il braccio di Barbabionda e se ne va.
Nella foto, in alto: Ritmo passa all’arbitro il braccio di Barbabionda e se ne va.

Il popolo osanna il suo nuovo idolo e chiede a gran voce una 619… è evidente che ne sia all’altezza e che sarebbe una delizia starlo a vedere! Ma Barbabionda si leva dalle corde e l’occasione sfuma, così gli rifila uno spinning Kick da 110 e lode. Questo ragazzino è incredibile! Possiamo impacchettarlo, mettergli un fiocco in testa e portarcelo a casa? Barbabionda tiene alto il livello del match con una ropehung jawbreaker, spatascia Ritmo al tappeto e cerca di strozzarlo. Uè, và che se lo rompi ce lo ricompri, eh? Macchè, vuole proprio romperlo e lo sbatacchia in giro per il ring con una super whip. Ma questo piccolino è un poltergeist, e mentre Barbabionda carica una powerbomb, quello gli ribalta la mossa e la trasforma in una hurricanrana a suo vantaggio. I poltergeist hanno mille risorse, impossibile acchiapparli, tenerli fermi, averli sotto controllo… ed ecco una springboard twisting crossbody… Olè, serve altro? Per la seconda volta il pubblico invoca una 619, ma stavolta il pirata biondochiomato rifila al suo avversario una powerslam e poi una chinlock. Il bello di questo sport è che la storyline permette le trovate più assurde e simpatiche: Rick Barbabionda sta commettendo delle scorrettezze e quindi, l’arbitro… estrae il cartellino giallo.

Nella foto, in alto: il Piccolo Poltergeist, Ritmo.
Nella foto, in alto: il Piccolo Poltergeist, Ritmo.

Rick glielo strappa di mano, lo butta e lo calpesta con rabbia. Beello, adoriamo queste amenità… pensate che ridere se viceversa, nel calcio, un attaccante bodyslammasse il portiere, prima di segnare. O, meglio ancora, ve lo vedete Buffon che bodyslamma l’arbitro?! Barbabionda riprende con una Gory special submission a cui Rtimo risponde con una slingshot springboard dropkick. Sono a terra entrambi, ma se Rick fatica a rialzarsi, il minuto atleta di Nottingham si rialza con una rotazione da ballerino hip hop e poi… spettacolare: tope con hilo e blue thunder bomb. Ma questi due respirano ancora? Ma quanto fiato hanno? Come fanno? Dove la trovano, tutta questa energia? Rick tenta lo schienamento con una sitout wheel barrow facebuster, ma non solo non gli riesce: mentre il pubblico urla “Buyaka!”, la 619 finalmente arriva. Solo che non serve ai fini dello schienamento, Barbabionda si rialza, e con una sitout powerbomb schiena fino al conto di tre il povero Ritmo. Ha perso? E chissenfrega? Abbiamo visto un match di quelli da ricordare ed è tutto quello che conta.

Nella foto, in alto: la nostra inviata con Joe Black e CJ Connors
Nella foto, in alto: la nostra inviata con Joe Black e CJ Connors

Andiamo avanti che la strada è ancora lunga! Secondo match: CJ Connors e Joe Black contro Tony Callaghan e Aloha Baz. Una volta si diceva: “difficile essere presidente, dopo Pertini”, nel senso che dopo un presidente della Repubblica come lui, chiunque altro non sarebbe sembrato all’altezza. Qui potremmo dire “difficile fare un bel match dopo Barbabionda e Ritmo”. I nostri bollenti spiriti si raffreddano alquanto per non risvegliarsi che a un paio di minuti dalla fine, quando così, da una performance piuttosto anonima, CJ Callaghan si sveglia all’improvviso e se ne viene fuori, non si sa come, prima con un pazzesco filotto di avalanche condite con dropkick, poi un lionsault dall’apron a terra, un wheel barrow lift into DDT eseguito col compagno Joe Black e subito dopo un bellissimo wheel barrow suplex. Ma che è successo? Ha bevuto benzina? Anche quando manchi il bersaglio, una bella swanton è sempre un piacere da guardare, e infine, ma và che roba bella, una magic killer. Direi che alla fine è stato un gran bel match!

Nella foto, in alto: Terry Isit
Nella foto, in alto: Terry Isit

Ora è la volta del terzo match: Nick Lenders contro Terry Isit. Lenders ci dà dentro con un dropkick, Isit risponde con un  legdrop. Il goleador  prosegue con un dropkick nientemeno che dal paletto, un suplex e un german suplex. Isit tenta di rifarsi con una sitting powerbomb ma Lenders lo schiena dopo una stunner. Tutta roba bella, ma i due sembrano un po’ stanchi e non convincono. Ma chi non sarebbe stanco, dopo tre giorni senza prendere fiato, come succede qui al Cartoomics? Concediamoglielo, che siamo tutti esseri umani!

Nella foto, in alto: Mr Excellent
Nella foto, in alto: Mr Excellent

Quarto match: una bella novità! Un Six Mixed Tag Team Match, in cui in ogni team ci sono due donne e un uomo: Mary Cooper, Max Peach e Trixie contro Queen Maya, Mr. Excellent e Alyx. E ringraziamo sentitamente chiunque abbia finalmente deciso che maschi e femmine possano tranquillamente combattere gli uni contro gli altri senza problemi e senza i soliti luoghi comuni del “sesso debole”. Bene, Peach inizia con una delle sue caratteristiche pantomime coi fumetti, in cui lui legge sul ring, pacifico e beato, mentre gli altri cercano di coinvolgerlo nella lotta. Mary apre le danze eseguendo una head scissor su Queen Maya. Se la prendono tutti con il povero Peach: Alyx lo prende a ceffoni, Excellent lo fa volare e lo massacra alle corde, Queen Maya gli tira una powerbomb. Ma il povero Max si allea con Mary e cercano insieme di avere la meglio sulla Regina. Ci divertiamo un sacco assistendo ad un trenino di stunner, tutti in fila, finché Peach non si incazza, li mena tutti senza escludere nessuno e Mary non mette a segno il pin finale. Bene, bello, bravi!

Nella foto, in alto: Andy Manero
Nella foto, in alto: Andy Manero

Proseguiamo con il quinto match, valido per il titolo italiano. Valide, le sedie? Ma sì, dai: Sedie Senza Frontiere! Chi sono gli atleti? Andy Manero e Paxxo. Ovviamente la faccenda è parecchio movimentata. Manero parte con la massima calma. Visto che le sedie le fornisce la casa, allora, da seduto. Poi lo vediamo esibirsi in un Pelé kick a vuoto, e Paxxo prende il sopravvento. Lo schianta sulla sedia incastrata tra le corde, al paletto, e poco dopo esegue una bella bronco buster e una sitting powerbomb. Manero replica con una stunner e poi, giù sediate su sediate come se fosse la Fiera del Mobile. Staying alive, e vince l’incontro e il titolo! Evvai, Manero! Ma se lui ha vinto il titolo, noi abbiamo vinto una sedia: ci capita a tiro, ce ne impadroniamo, ci piazziamo sopra e guai a chi ci sposta da lì… Permettete che sono due giorni che stiamo in piedi o stiamo sedute in terra e le nostre ginocchia non sono più quelle dei vent’anni? E invece alla fine ci spostiamo perché viene fuori che Akira ha una caviglia gonfia come un pallone e ci vuole il ghiaccio. Almeno ci siamo spostate per un motivo valido. Ma purtroppo anche il ghiaccio che ci portiamo sempre appresso non basta, ci vuole l’ambulanza e Akira passerà del buon tempo al pronto soccorso, in ospedale. Dovranno mettergli le stecche e ovviamente i suoi prossimi impegni sportivi se li può scordare…

Ultima pausa prima del gran finale, e a questo punto la stanchezza inizia a farsi sentire davvero. Siamo stanche noi che guardiamo e basta, figurarsi lo sfinimento di questi ragazzi! Stay tuned che a brevissimo pubblicheremo anche la terza tranche!

Grazie a Birrachiara per la consulenza tecnica.

                                                                                                                                                                        Erika Corvo

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