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Lo Scandalo! del Wrestling

Dario

Nella foto, in alto: Scandalo!

Dario Ferraro, in arte “Scandalo!”, una punta di diamante della TCW. Parlaci un po’di te, partendo dal principio: da dove arriva la tua grande passione per il wrestling?

Sono nato a Monza l’8 gennaio 1988. La mia passione per il Wrestling nacque quando ero un ragazzino delle scuole medie, cresciuto a pane e “Sega Mega Drive”. Quando arrivò a casa la prima Playstation trovai un gioco sul Wrestling, senza nemmeno sapere che quegli omini digitali, fatti in modo grossolano, si riferissero a persone realmente esistenti e che quelle persone andassero in onda la domenica mattina: erano i tempi di WCW Nitro.

Come e quando ti è passato per la testa che il Sogno potesse diventare realtà?

Avevo circa 17 anni, e bazzicavo su un programma di p2p, nel quale c’erano migliaia di utenti con i più disparati nicknames. Il mio era UltimateWarrior 88. Non so come e non so perché, ma una persona mi contattò e mi chiese di dove fossi, e successivamente se fossi interessato a provare un corso di Wrestling non lontano da casa mia. Nella vita, tante volte, basta sporgere il naso per rendersi conto che niente è impossibile; dipende semplicemente da quanto lo si vuole. “Perché non provare?”, mi dissi. “Cosa c’è di diverso rispetto a tutti i miei amici che si iscrivono alla squadra di calcetto dell’oratorio?” Non mi è mai piaciuto giocare a calcio. A me piaceva il Wrestling, e mi piaceva da impazzire: dovevo farlo. Presi su scodella e scarabeo, mi caricai sul motorino un mio compagno di classe e andammo a dare un’occhiata alla palestra dove si svolgeva questo corso. La settimana dopo ero lì con la borsa, i soldi per l’iscrizione e un foglio firmato dai miei genitori che acconsentivano a quella che sapevano già sarebbe stata la loro più grande fonte di preoccupazioni. Del mio compagno di classe neanche l’ombra… ma io volevo davvero farlo.

Anche per te c’è stata una prima volta sul ring. Chi è stato il tuo maestro? Cosa hai provato durante i primi allenamenti? Ti aspettavi qualcosa di più, di meno o di diverso?

Il mio primo maestro è stato Giacomo Giglio e ho esordito in FCW nel 2006.
I primi allenamenti furono fantastici, avevo oltrepassato timidamente la linea tra spettatore e performer (ovviamente con scarsi risultati), ma già mi sentivo completo per aver trovato lo sport che mi si addiceva. I miei tentativi con il basket erano stati pessimi.
Con molta tenacia mi impegnai ad imparare, step by step, il minimo sindacale per poter sostenere un match. Il percorso era molto frustrante, e molti rookie abbandonavano dopo pochi mesi. Io tenni duro.
Il mio primo match fu dunque il 28 Maggio 2006. Affrontai Bulldozer: una leggenda del Wrestling italiano. Inutile dire come andò a finire il match, ma lo stesso Bull, Giacomo Giglio e gli altri della FCW furono tutti piacevolmente soddisfatti dalla mia (breve) prestazione.

Lo scontro epico

Nella foto, in alto: scontro epico di Scandalo!

Sei stato membro di altre federazioni? Come e quando sei arrivato alla TCW? Qual è il tuo ruolo in TCW, dentro e fuori dal ring?

Durante il periodo in FCW ebbi dei problemi personali inerenti al lavoro. Nello stesso periodo, nella FCW ci furono dei dissapori interni e dovetti smettere. Passai tre anni lontano dal Wrestling. Ma questa passione era un animale tenuto in gabbia sotto sedativi, e mi limitavo a seguire la WWE in televisione.  Un giorno ricevetti una richiesta d’amicizia su facebook da un profilo chiamato “TCW Varese”. La persona che lo gestiva era Claudio Delia, una persona che condizionò la mia vita. Claudio si presentò, si complimentò riguardo i miei match di tre anni prima e mi chiese educatamente se fossi interessato a riprendere col Wrestling. Sinceramente ero un po’ scettico, e comunque non avrei potuto perché nei giorni in cui gli atleti della Total Combat Wrestling si allenavano, io lavoravo. Rimasi comunque in contatto con Claudio. Avevamo scoperto di avere moltissimi interessi comuni oltre alla nostra passione per questo sport, e ci sentivamo molto spesso. Poco tempo dopo mi capitò un periodo nero: persi contemporaneamente amore e lavoro. Decisi che dovevo fare qualcosa per me, volevo salvaguardare la mia salute psichica a costo di quella fisica… Non mi fregava niente di nulla, volevo solo tornare a star bene. In FCW erano rimasti in due: praticamente finiti. Ma nel frattempo, Claudio era diventato un amico per me. La settimana successiva a questo disastroso epilogo lavorativo e sentimentale, mi presentai nella palestra della Total Combat Wrestling pronto per allenarmi con loro, con la borsa, i soldi per l’iscrizione e un certificato medico che attestava che potevo praticare Wrestling (niente carta firmata dai genitori: questa volta erano in totale dissenso, ma ormai ero maggiorenne). In Total Combat Wrestling militavano quasi tutti i miei vecchi compagni di allenamento, mi sentivo già parte integrante del gruppo. Ripresi il ritmo in fretta. Non avevo dimenticato nulla: nella mia testa era tutto come tre anni prima. Senza esserne consapevole avevo conservato ogni nozione, come se sapessi che mi sarebbe servito tutto, di nuovo. L’esecuzione di alcune manovre mi fu corretta ma per il resto è stato facile togliere la ruggine. Dopo tre allenamenti mi dissero: “per noi, al prossimo show puoi già (ri)debuttare”. Procedendo per gradi, inizialmente in un ruolo marginale. “Troviamo un bel nome di battaglia, una musica e sbrigati a trovarti un attire”.                       “Bentornato Dario, ti sono mancato vero?”, potevo ripetermi allo specchio. Ad oggi, sono quattro anni e mezzo che sono in Total Combat Wrestling e ogni giorno è come il primo. Adesso, oltre ad essere un lottatore attivo, sono anche una figura chiave nell’organizzazione degli eventi. Questo da quando mi è stato detto dal presidente e grande amico Jacopo Galvani:” Hey Dario, hai delle belle idee: vieni a casa mia con gli altri che mettiamo giù delle ideuzze per gli show TCW”. Sono un beniamino del pubblico. Mi vesto in modo eccentrico, faccio emozionare, faccio ridere, faccio preoccupare: questo è il mio ruolo all’interno del quadrato. Fuori dal ring mi occupo dell’aspetto creativo della Total Combat Wrestling. La Total Combat Wrestling è quindi la mia casa, la mia famiglia. Me ne occupo come se fosse mia figlia, mi ci sfogo come se fosse mi madre, mi diverto come se fosse il mio migliore amico, la amo come se fosse il mio amore. Spesso bazzico anche in Wiva, la federazione di Wrestling che ha sede a Reggio nell’Emilia. La Total Combat Wrestling ha instaurato con la Wiva una stretta collaborazione riconoscendo in essa una realtà molto promettente per il centro Italia, una grande condivisione di idee e obiettivi e tanta, tanta umiltà.

tcw

Il wrestling, in Italia è ancora uno sport di nicchia. Quanto hai dovuto combattere e quanti ostacoli hai dovuto superare, prima di arrivare a capire che stesse nascendo qualcosa di concreto?

Sì, il Wrestling in Italia è uno sport di nicchia, e in alcuni casi forse è meglio così. Certo, mi piacerebbe andare in onda su un canale nazionale, in prima serata e con 20.000 spettatori, questo è innegabile. Ma come dicevo prima, la TCW è la mia bambina e so che spesso i soldi portano problemi. Ho visto gente voltare le spalle per 20 euro, e in un paese di squali non vorrei vedere la mia creatura sbranata. Ci troviamo costantemente a combattere contro l’atteggiamento tipicamente italiano del “so tutto io”. A malincuore bisogna riconoscere che una parte degli spettatori che vengono a vedere un evento di Wrestling non lo fa per godersi uno show, ma con l’intenzione sbugiardare e deridere questo sport con tutte le componenti artistiche, tecniche e psicologiche che ci sono dietro.                            Per questo cerchiamo di fare ben oltre quello che normalmente si vede in  tv:
“In tv ci prendiamo a botte.
In tv ci schiantiamo al suolo.
In tv ci lanciamo in volo e ci diamo grossi calcioni in faccia.”
Non è sufficiente? Pensate sia tutto finto? Non vi basta perché noi si risulti credibili? Tranquilli, in TCW lo sappiamo!

neon crash

Nella foto, in alto: il neon crash

Quindi:
NOI CI COLPIAMO CON OGGETTI CONTUNDENTI.                                                                                                            NOI CI SFREGIAMO CON IL FILO SPINATO.                                                                                                                              NOI CADIAMO SULLE PUNTINE DA DISEGNO.                                                                                                                        NOI CI INFRANGIAMO NEON DI VETRO SULLA SCHIENA.                                                                                                  E i commenti diventano: “và che pugni a mano aperta che si tirano!” “Ops, sta perdendo un litro di sangue!”

Da cosa è nato il tuo ringname?

“Scandalo!” È  così che mi conoscono. (Con il punto esclamativo, ci tengo!)
Nel Wrestling spesso è necessario interpretare dei personaggi. Serve a dare varietà agli show e a diversificare i lottatori in modo che ognuno nel pubblico possa avere il suo preferito. Proprio come quando si sceglie il personaggio in un videogioco. (Il player inside che riaffiora).
Sono sempre stato un ragazzo non particolarmente muscoloso. Quando debuttai in TCW avevo i capelli lunghi, tinti di nero e cotonati come le grandi Band Heavy Metal degli anni 80′, quindi mi pareva abbastanza ovvio orientarmi sui musicisti, nel look.
Piccolo problema… io non so cantare… e al massimo so suonare il citofono.
Fare il personaggio di un musicista, oltre che poco originale, non mi si addiceva molto, però rimasi orientato in quella direzione, trovando delle variazioni sul tema e delle sfumature nel personaggio.
Sostanzialmente “Scandalo!” rappresenta l’esagerazione, la faccia tosta e la noncuranza che regnava negli anni 80′: un’epoca in cui si viveva alla giornata, non ci si preoccupava della reputazione degli altri e si faceva sesso anche nei cessi degli autogrill (o almeno così mi dicono, io sono dell’88, ma sono sempre stato affascinato da quel periodo, soprattutto per la musica che ne venne fuori).
Quindi in pratica, “Scandalo!” è uno spregiudicato, divertente, “sbarluccicoso” uomo senza futuro, ma a ca**o duro.

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Nella foto, in alto: Scandalo! Travestito da pollo

La prima volta che ho visto una tua foto, non nascondo di aver pensato: “Ma chi è, ‘sto pagliaccio?” Poi ti ho conosciuto di persona, e mi sono ricordata che solo un uomo con un carisma potentissimo come sei tu, può permettersi di salire sul ring combinato in quella maniera e farsi rispettare da tutti, avversari compresi.

Per via dei costumi appariscenti che indosso, alcuni pensano io interpreti il personaggio di un lottatore gay, ma non è affatto così, anche perchè ritengo che un lottatore gay, non sia altro che un lottatore normale, vestito come un lottatore normale, in quanto persona normale. Se mi chiedono se “Scandalo!” sia gay, la mia risposta è: “No, ma grazie per averlo pensato! ;)“ Ci rimangono sempre male. Con le delusioni amorose che ho subito prima di entrare in TCW, penso di meritarmelo di entrare in un personaggio vincente, una volta tanto che c’è lo show.                               E,poi, che posso volere di più? Il mio nome è su tutti i giornali!

i primordi

Nella foto, in alto: Scandalo! agli esordi 

Che lavoro fai, nella vita privata? Come riesci a conciliare il lavoro con il wrestling?

 Mettiamo due cerotti e ficchiamo la calzamaglia in lavatrice, domani si va a lavorare. Essere un lottatore, in Italia, non è remunerativo. Quindi bisogna anche lavorare e arrivarci in piedi, a lavoro. Durante la settimana lavoro presso una delle compagnie di spedizioni più importanti del mondo e mi assicuro che le spedizioni internazionali possano arrivare in alcune remote destinazioni entro i tempi stabiliti dal servizio. Penso di ritenermi fortunato perché le compagnie di spedizioni come la mia, nel week end sono chiuse e posso dedicarmi agli eventi di Wrestling.               Mi piace il mio lavoro? Mmh, diciamo che non mi fa impazzire ma c’è differenza tra chi vive per lavorare e chi lavora per vivere. Io ho avuto la fortuna di scegliere la seconda, e sono contento di poter avere i mezzi e il tempo di seguire questa mia passione.

Cosa pensano i tuoi, di quello che fai? Pensano che tu sia matto o ti incoraggiano?

Per quanto riguarda cosa ne pensano i miei genitori, ho già dato qualche anticipazione nelle risposte precedenti. Sono contenti che questa cosa mi renda felice ma sono sempre in apprensione, e si sono arrabbiati molto per qualche infortunio che, ahimè, capita! La mia famiglia è una delle cose più importanti, per me, ma devo anche cercare di sentirmi a posto con me stesso. È la mia vita, del resto.

Secondo te, in Italia, il wrestling potrebbe un giorno riuscire a superare il calcio, in popolarità?

Secondo me il Wrestling non potrà mai superare il calcio in Italia, ma come dicevo prima va benissimo così. Non sono un amante del calcio, per me è un bellissimo sport che purtroppo viene praticato da animali, con un giro di soldi che sfamerebbe il mondo, e intrallazzato con la malavita. Certo, mi piacerebbe guadagnare con il Wrestling, ma lasciatemelo puro. Invidio paesi come il Messico in cui la Lucha Libre è una tradizione e quasi una religione, ma questo, qui da noi, non accadrà mai. Vorrei solo che il Wrestling venisse rispettato almeno la metà di quanto lo meriti.

La mossa che ti dà più soddisfazione, quella che te ne dà di meno e quella che ti ha creato più problemi.

La mossa che mi da più soddisfazione è quella che fa esaltare il pubblico, quindi in realtà non ce n’è una specifica: dipende dal contesto e da contro chi combatto. A volte si è soddisfatti per aver tirato giù un gigante con tutta la propria forza, altre volte è tirare l’elastico delle mutande del lottatore più antipatico e arrogante d’Italia. Non c’è una mossa che mi dia meno soddisfazione dell’altra, l’importante è non sentire il pubblico in silenzio, perché allora è evidente che lo si stia facendo annoiare. La mossa che mi ha dato più problemi è stato un particolare volo dalla terza corda. Non per la mossa in sé, ma perché l’avversario era supino, sdraiato su una sedia ricoperta col filo spinato. Atterrando su di lui, col braccio ho colpito il bordo della sedia e l’osso del gomito è andato fuori sede, costringendomi a fare un mese col braccio ingessato e successiva riabilitazione. Quando è arrivata l’ambulanza, i paramedici mi hanno chiesto: “Che è successo?!?” La mia risposta è stata “HO VINTO!!!”

La solita polemica: il wrestling è finto; ma no, è vero, è troppo violento… cosa risponderesti? Come lo spiegheresti a un bambino?


Il Wrestling è finto quanto è finto qualunque altro sport. Perlomeno, qui è tutto alla luce del sole.
E’ una vita che si parla di incontri truccati nella Boxe, Calciopoli, Ciclisti & Doping, ma essi rimangono sempre sport Nobili. E allora non vedo perché il Wrestling debba essere sempre considerato una buffonata!
Gente che passa le giornate a guardare programmi di case ristrutturate con pochi soldi, affaristi di aste che trovano oggetti sempre strani e senza polvere, reality show che non sono né reality né show…  di cosa stiamo parlando?
Uno show di Wrestling è un evento in cui decine di ATLETI si esibiscono di fronte a migliaia di persone, più milioni via satellite, facendo azioni estreme a rischio della vita. Si danno pugni e calci, si rompono il naso e si schiantano al suolo per almeno una dozzina di minuti.
Per citare un grande, Mick Foley, Leggenda mondiale del Wrestling, disse che il Wrestling è l’unico sport, in cui se finisci KO il match va avanti.
Ma perché, nel Karate si combatte fino alla morte?
Ad un bambino direi di non provare a fare le cose che vede in tv o da noi, e direi ai suoi genitori che se le fa è colpa loro.
Poi gli direi di andare a scuola, studiare e continuare a guardarlo e basta.
Se poi non mi dà retta e si presenta con la borsa e il certificato medico, allora abbiamo un vincitore.

Cosa ti prefiggi, quando sali sul ring per un match? Divertire? Emozionare? Stupire? Non farti troppo male?
Si, esattamente queste quattro cose. Sul non farmi troppo male, penso “vabbè dopo il match vediamo che fare, casomai”.

Cosa ti emoziona di più, nelle reazioni e nel tifo del pubblico?

La cosa che più mi emoziona è lo spettatore che torna allo show successivo. Vuol dire che stiamo lavorando bene, e sono contento che il numero delle persone che ci seguono sia sempre in salita. Ah! Una volta mi hanno lanciato un reggiseno.

Qual è il tuo ruolo in TCW, fuori dal ring?

Fuori dal ring mi scervello con la cricca degli organizzatori a far quadrare le cose. Vogliamo che la gente sia soddisfatta e che quando ritorni si trovi davanti uno show migliore di quello precedente. Con questo gruppo siamo parecchio in sintonia e abbiamo tirato fuori idee e situazioni che il pubblico adorerà; magari un po’ trash, ma è così che ci piace in TCW. Cerco soprattutto di essere un buon esempio tra i nuovi arrivati, ci tengo a far sì che si sentano soddisfatti, invogliati a migliorarsi e a migliorare la TCW. Non voglio che cadano nello sconforto, come avrebbe potuto capitare a me in passato.

Secondo te, perché in Italia le federazioni sono piccole realtà separate e tutti si parlano dietro, piuttosto che collaborare? Quali potrebbero essere gli strumenti indispensabili per vedere finalmente una riunione in una sola, grande, federazione?

In Italia ci sono un piccolo numero di federazioni storiche. Poi, soprattutto ultimamente, ne stanno nascendo altre come funghi. Sostanzialmente sono fan con dei soldi da buttare, gente che ha già litigato con tutti nel giro, o entrambe le cose… buona fortuna! A me farebbe piacere se il movimento del Wrestling crescesse, ma non mi sta bene quando chi non riesce a crescere sfoga il suo astio mettendo zizzania e gettando fango addosso agli altri gratuitamente. Così come non mi piace quando lottatori di altre federazioni vengono nel pubblico del tuo show per deridere, ridicolizzare e fare commenti poco appropriati. Siate professionali almeno la metà di quanto dite di esserlo e fatevi gli affari vostri! Io mi sono sempre fatto gli affari miei, e la TCW fa lo stesso.

 Dove sono i vostri show?

I nostri show si tengono a Rozzano (MI) in via Sesia 10, presso l’Elyon Club, in quella che una domenica al mese è la TCW Arena. Per l’estate, però, abbiamo in programma qualche data in giro per l’Italia. Potete trovare tutte le informazioni sulla pagina ufficiale della Total Combat Wrestling.

Perché i fan dovrebbero venire a vedervi?

Ai nostri show penso che si possa divertire chiunque; cerchiamo di strutturarli proprio per ogni palato. Il mio obiettivo non è quello di fare un raduno di addetti al settore, ma è quello di divertire il bambino, la vecchietta e lo scettico.
Non abbiamo neanche la presunzione di dire che i nostri show sono i migliori, sappiamo solo che chi viene, difficilmente se ne va senza essersi divertito. Provare per credere!

sangue a gogò

Nella foto, in alto: Scandalo! insanguinato davvero
L’ingresso è anche gratuito, quindi davvero non ci sono motivi per mancare.

Tre persone che butteresti giù dalla torre:

Barbara D’Urso, Gigi D’Alessio e Il tizio che picchiava i cani

Tre persone che salveresti dalla fine del mondo:

Alice Cooper, Jim Carrey e il cane che veniva picchiato

Tre persone che riporteresti in vita:

Eddie Guerrero, Han Solo e il tizio che picchiava i cani per buttarlo di nuovo dalla torre.

Rispondi con solo una o due parole a queste domande:

Amore? Passione

Soldi? Benzina

Amicizia? Tag Team

Successo? Applausi

Emozione? Bentornato!

Viaggi? Trolley, Costume

Relax? Pizza

Tempo libero? Playstation

Casa? Arena

Famiglia? Spogliatoio

Religione? Re Kaio

Gioia? Cintura

Dolore? Infortunio

Emozioni negative? Silenzio

Valori della vita? Tutti felici

Concludi con qualcosa che vorresti dirci, una frase o un aforisma che senti particolarmente.

Penso di aver parlato fin troppo, quindi banalmente ringrazio per l’intervista concessami, e vi invito a seguire la Total Combat Wrestling: sono sicuro che non ve ne pentirete… eh, eh, eh!

Erika Corvo

 

 

 

 

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